Con l’approvazione della mozione presentata dal Consigliere Cristian Casili ed approvata all’unanimità nella riunione odierna del Consiglio regionale pugliese, è stata riconosciuta quale habitat di specie (ai sensi della Direttiva 92/43/CEE) l’area denominata “Bosco Lupomonaco” in agro di Veglie. Questo provvedimento potrà consentire finalmente di avviare tutta una serie di azioni per tutelare adeguatamente un’area naturale di rilevante importanza che, nel corso degli anni, è stata oggetto di programmi di urbanizzazione e – più volte – interessata da incendi ed attività improprie.
La mozione approvata impegna il Presidente della Giunta ad adottare tutti i provvedimenti necessari per far si che l’area, ove insiste una rigogliosa vegetazione arbustiva di macchia mediterranea (che in alcuni punti raggiunge anche i quattro metri di altezza e costituita da lentisco, mirto, olivastro, ginestra spinosa, ecc.) e che è stata oggetto di una serie di studi condotti dall’Università del Salento per conto del Comune di Veglie, venga riconosciuta quale Sito di Interesse Comunitario e inserita nella Rete Ecologica Europea NATURA 2000 come stabilito dalla Direttiva Habitat.
Nel prendere atto positivamente di tale provvedimento, Italia Nostra auspica che i progetti in corso di approvazione che dovrebbero essere realizzati sulle aree che ricadono nella fascia di rispetto di detta area naturale vengano riconsiderati dal Comune di Veglie così come l’Associazione ha chiesto nei giorni scorsi con un’apposita nota (vedasi allegato) in osservazione al provvedimento di autorizzazione paesaggistica rilasciato dal Dirigente del Settore Ambiente e Sviluppo Economico del Comune di Veglie in virtù di un’istanza presentata per la realizzazione di una stazione di servizio di carburanti lungo la circonvallazione ( S.P. 370) che costeggia tale area.
Antonio Costantini – Coordinatore del Gruppo di Lecce di Italia Nostra
Marcello Seclì – Presidente della Sezione Sud Salento
Località “Lupomonaco” (Veglie) Vegetazione a macchia mediterranea
N.B. Si evidenziano i rami secchi arsi dal fuoco e, sullo sfondo a sinistra, il campanile della Chiesa di S. Antonio (Luglio 2018).