Il Master Plan della Costa Smeralda fortunatamente non fu mai attuato, ed è per questo che sono rimaste intatte le panoramiche pendici collinari che sovrastano le spiagge di Liscia Ruja, Razza di Juncu e Pevero.
Percorrendo la strada provinciale, tra Portisco e Cala di Volpe, si può ammirare un panorama mozzafiato sulle pendici boscate, le lingue di sabbia e il mare smeraldino;al centro della visuale le isole di Mortorio e Soffi, sullo sfondo Capo Figari e Tavolara. Sono centinaia di ettari senza alcuna costruzione, ricoperti da una vegetazione rigogliosa di lecci e macchia mediterranea. A ridosso delle spiagge vi sono ampie zone umide che nella stagione invernale si colmano d’acqua e ospitano anche varie specie di uccelli migratori.
Si tratta di un prezioso ecosistema, per il quale ben valgono le preoccupazioni espresse da Sandro Roggio , Stefano Deliberi e Antonietta Mazzette sulla Nuova Sardegna. L’insieme costituisce quel capitale ambientale che ha fatto da richiamo agli investimenti miliardari smeraldini, di cui costituisce parte integrante e sostanziale e consente di mantenere le altissime quotazioni immobiliari della Costa. Razza di Juncu fa parte di un tratto di costa che comprende spiagge sassose e scogli, oltre alle zone umide è presente anche un piccolo stagno dove l’acqua resiste anche in agosto, vi si accede solo con dei tratturi sterrati attraverso i sentieri del Consorzio. Non deve succedere che le zone umide, create dai ruscelli che sboccano al mare, diventino pertinenza lagunare di qualche albergo o villa miliardaria e si trasformino in ormeggi per gommoni, come già avvenuto in altre parti della costa.
Nella stagione estiva la baia è frequentata da centinaia di persone che, non essendovi parcheggi, lasciano le auto nei varchi della vegetazione, una consuetudine non esente da rischi, ma la fruizione di zone balneari libere è una delle caratteristiche che hanno determinato il successo della Costa Smeralda. E’ evidente che gli accessi a mare,che vengono utilizzati dai consorziati,dai residenti della zona e altri turisti, dovranno essere in breve tempo costituiti e disciplinati diversamente attraverso una convenzione tra il Comune di Arzachena e il Consorzio proprietario dei terreni. C’è il rischio che i pochi accessi divengano maggiormente inibiti e le spiagge risultino ancor più difficilmente fruibili. Di fatto in tutta l’ Isola la vendita delle coste e delle seconde case a prezzi esorbitanti ha già creato la cacciata dei residenti verso l’interno, di questo passo i sardi finiranno come gli indiani nelle riserve. Si è citato anche un nuovo insediamento al Pevero, dove a monte della famosa spiaggia si trova un sistema dunale ancora intatto, da salvaguardare in modo assoluto.
Non si vorrebbe a priori mettere in dubbio la volontà degli investitori del Qatar, di edificare alberghi e ville senza alterare l’ ambiente, ma viene difficile immaginare che la costruzione di quattro alberghi e un numero imprecisato di ville a monte di quelle spiagge, con le relative aree riservate, la viabilità e altre opere di urbanizzazione, accessi al mare e zone di spiaggia in concessione non modifichino irreparabilmente il paesaggio. Occorre una mano delicata dei pianificatori che dovrebbero in primis percorrere pedibus calcantibus quei siti, durante e dopo la stagione invernale, per rendersi conto della natura meravigliosa di questo eden sopravvissuto tra le aree densamente edificate di Portisco e Cala di Volpe e oltre, tra Romazzino e Pevero con l’omonimo Golf. Occorre una mano ferma dei Sindaci Giovannelli e Ragnedda cui è fatto obbligo di informare l’opinione pubblica sugli interventi proposti e cui sono demandati la tutela del territorio, la difesa degli interessi pubblici e la definitiva decisione sulla fattibilità dei nuovi investimenti immobiliari.
Il Presidente della Sezione di Sassari di Italia Nostra
Antonio Raimondo Cugia