Italia Nostra

Data: 19 Novembre 2010

Nuovo crollo: Gela e il portale del ‘400

A Gela (Caltanissetta) è crollata una porzione del paramento murario che contiene l’antico portale architettonico, risalente al 1450, posto all’entrata della sacrestia alle spalle del santuario di Maria SS. D’Alemanna, patrona della città, nel quartiere Villaggio Aldisio. L’area antistante la struttura, da tempo pericolante, era stata già transennata dai vigili del fuoco. Il comitato di cittadini “Pro-santuario”, che ne sollecita il restauro da anni, parla di “crollo annunciato” e di “Gela come Pompei”, accusando di “omissioni e insensibilità le varie amministrazioni comunali che si sono succedute alla guida della città”. Ma don Carmelo Umana, responsabile dei salesiani del santuario, minimizza: “Non c’è nessun crollo che interessa il Nostro santuario, sono solo cadute delle pietre e dei calcinacci da una porta di un edificio disabitato da 20 anni, un ex istituto dei cappuccini di nessun valore che non c’entra niente con il santuario”. “Non capisco queste notizie allarmanti”, ha detto Umana, spiegando che la foto del crollo apparsa on-line “rappresenta proprio la porta di questo edificio disabitato. Il santuario è integro”.

“Con la pioggia e la mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria si arriva a questo”, ha dichiarato invece monsignor Michele Pennisi, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, della quale fa parte Gela. “E poi abbiamo visto che la situazione beni culturali è molto problematica”. “E’ un portale che si trovava sull’unico muro rimasto della chiesa che non c’è più – ha spiegato Pennisi – e che negli anni cinquanta era stata ricostruita. Qualche anno fa un’altra chiesa aveva aveva subito danni e stiamo ancora aspettando gli interventi di ristrutturazione necessari. E ancora, ci sono diverse chiese nella diocesi di Piazza Armerina chiuse perché necessitano di lavori e non ci sono fondi”. “In Sicilia – ha aggiunto il vescovo – sono tanti i beni culturali da proteggere e la Regione ha poche risorse e anche i ritardi burocratici rendono difficili gli interventi”.

La struttura crollata, da cui si accedeva alla sacrestia, era da tempo pericolante e chiusa. Il santuario era nato come ospizio di monaci teutonici e architettonicamente presenta varie stratificazioni. Il crollo è avvenuto tra venerdì e sabato. Questa mattina i primi rilievi da parte dei tecnici della sovrintendenza ai beni culturali. Nessuno azzarda previsioni sulla possibilità di restaurare in qualche modo l’opera architettonica crollata. Il sito, già in disuso, due anni fa, a seguito della denuncia di alcuni fedeli, era stato interdetto al pubblico dai vigili urbani e la cittadinanza, in particolare l’associazione ”Pro Santuario Maria SS. dell’Alemanna”, denuncia il disinteresse da parte degli organi competenti, in particolare del Comune che sulla vicenda ha fatto ”spallucce”. L’infrastruttura storica che rappresentava la vecchia entrata alla sacrestia della chiesa-santuario di Maria SS dell’Alemanna, datata anno 1450, costituiva l’ultimo baluardo delle origini cristiane della cittadina, unito alla storia centenaria del ritrovamento dell’Icona della Madonna con Bambino, Maria SS. dell’Alemanna, avvenuto lo stesso anno a opera di un contadino.

La sede della vecchia chiesetta era stata oggetto di studi da parte dello storico archeologo Paolo Orsi che stabilì che l’antico santuario poggiava sulle fondamenta di un antico sito di culto greco dedicato a Demetra: molte infatti le statuette raffiguranti la dea che sono state ritrovate nella zona e che ora possono essere visionate nel locale museo. Una nuova struttura adiacente alla vecchia chiesa, demolita nel 1979, è stata costruita nel 1985 in sostituzione degli antichi locali. ”Dopo essere andato in pensione per caso mi sono ritrovato in questa chiesa decidendo con un gruppo di vicini di casa di prendermi cura del santuario, occupandomi della pulizia e dell’ordine del luogo di culto”, dice Calogero Blanco, ex poliziotto che attualmente si occupa della chiesa come volontario. ”Sabato scorso ci siamo accorti di un foro nel muro del portale e della presenza di alcuni detriti”, ha aggiunto spiegando: ”Due anni fa circa avevamo sollecitato al Protezione Civile e il Comune di Gela, affinché gli interessati si occupassero della questione, ma l’unica cosa che abbiamo ottenuto sono state le transenne (non invalicabili) dei vigili urbani”.

”In seguito i salesiani della comunità qui accanto hanno deciso di chiudere il passaggio dal santuario alla parte pericolante con un tavolato”, ha continuato Blanco spiegando che ”il decoro antico (del 1450) con stucchi di angeli e festoni, posizionato nel muro dell’abside, è rimasto intatto ed è ancora visibile. Io per quanto mi riguarda continuerò sempre a stare qui e occuparmi della questione fino a quando avrò vita”.

“Il fatto accaduto oggi è grave, ma fino ad un certo punto – sostiene Leandro Janni, consigliere nazionale di Italia Nostra. Trent’anni fa, invece, il corpo principale della chiesa  di Maria SS. D’Alemanna, a Gela, fu brutalmente abbattuto per far posto ad un mediocre edificio religioso di nuova fattura. Certo, oggi anche a Gela è cambiata la sensibilità e la consapevolezza verso i beni culturali e ambientali, e questo è positivo. Ciò che è perduto, comunque, è irrimediabilmente perduto. Per sempre”.

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