Italia Nostra

Data: 30 Giugno 2014

Idee, proposte per le fontane di Caltanissetta

Caltanissetta. Soluzione “metafisica” per la Fontana del Tritone

Eraclito ci racconta che “La morte per le anime è divenire acqua, la morte per l’acqua divenire terra, e dalla terra si genera l’acqua, e dall’acqua l’anima”. Giorni fa, nel corso di una veloce visita ai nuovi amministratori del Palazzo di Città, affacciandomi dal balcone con bandiere del piano nobile, non ho potuto non costatare l’avvilente, perenne stato di degrado della Fontana del Tritone. Una fontana che da troppo tempo, ormai, tutto contiene tranne che acqua. Quell’acqua che, nelle diverse culture della Terra, ha sempre costituito, rappresentato uno straordinario elemento simbolico. Mi è venuta in mente, imprevedibilmente, la Fontana dei Bagni misteriosi, singolare opera scultorea del maestro della pittura metafisica, Giorgio de Chirico. La Fontana dei Bagni misteriosi è situata nel giardino della Triennale, nel Parco Sempione, a Milano, ed è caratterizzata da otto elementi ambientati in una vasca di forma sinuosa: due nuotatori, un cigno, un pesce, una palla, una cabina, un trampolino e una fonte. La grande vasca, circoscritta da un profilo curvilineo, è percorsa da una trama pittorica a “parquet” che simula l’andatura delle onde. Questa misteriosa “acqua-parquet” è il fulcro del tema dei “bagni misteriosi”, che nasce nel 1934 con le litografie eseguite dall’artista per illustrare Mythologie di Jean Cocteau, tema che fu ampiamente sviluppato in seguito anche in pittura.

“L’idea dei “bagni misteriosi” – racconta de Chirico –  mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimento. Ebbi l’impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che stavano fermi, e si muovevano, ed a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori della piscina pavimento”.

Ritorniamo alla nostra Caltanissetta. Alla Caltanissetta contemporanea. Mi chiedo: se è difficile, quasi impossibile gestire l’acqua vera, biologica della Fontana del Tritone, perché allora non fare ricorso all’acqua metafisica di ispirazione dechirichiana? Ovvero: perché non sostituire l’acqua con una rappresentazione dell’acqua, utilizzando ad esempio luminose, vibranti ceramiche policrome che riprendono il motivo grafico dei “bagni misteriosi”? E in fondo, a ben pensarci, anche il grande Federico Fellini, a Cinecittà, realizzava l’indomita “acqua” con teli di plastica e un sapiente, magico gioco di luci e ombre. Insomma: “A mali estremi, estremi rimedi” – direbbero le persone di buon senso.

Un concorso di idee per le fontane di Caltanissetta

La cultura è un bene comune primario come l’acqua. I teatri, le biblioteche, i cinema, i musei sono come fontane, come acquedotti. Le fontane ornamentali si svilupparono durante l’età ellenistica e furono certamente tra le opere più belle e rappresentative. Poi quest’uso fu esteso anche nella Roma antica, dove presero il nome di ninfei. Nel Medioevo le fontane furono sostituite dai pozzi. Con l’avvento del Rinascimento e del Barocco le fontane riacquisirono il valore architettonico e decorativo che possedevano al tempo dei Greci e dei Romani. Anche l’epoca Neoclassica ha visto la realizzazione di numerose fontane monumentali. L’epoca moderna e contemporanea, infine, non ha rinunciato a realizzare fontane, sebbene queste si presentino, spesso, come indecifrabili enigmi metropolitani.

La provocatoria proposta progettuale avanzata nei giorni scorsi dallo scrivente, in ordine alla Fontana del Tritone, ovvero la sostituzione dell’acqua biologica con “l’acqua metafisica” di ispirazione dechirichiana, intende porre l’attenzione su questa peculiare risorsa della città di Caltanissetta. Non esiste, come ben sappiamo, soltanto la celeberrima e sfortunata Fontana del Tritone, ma esistono, ad esempio, anche le fontane al centro dei giardini storici e monumentali, ovvero Villa Amedeo e Villa Cordova. Così come, in effetti, esistono anche recenti prove progettuali, di ispirazione ingegneristica, legate a questo tema: una di fronte la Scalinata Lopiano, l’altra, una fontana-rotatoria, lungo Viale Regina Margherita.

La proposta è questa: perché non organizzare, a Caltanissetta, un concorso di idee ( rapido, chiaro, non oneroso) rivolto ad artisti e tecnici, legato al tema della fontana nel complesso paesaggio urbano contemporaneo? Bisognerebbe prioritariamente porre l’attenzione al restauro, al recupero, alla ridefinizione creativa delle fontane esistenti, a partire dalla Fontana del Tritone. Poi, si potrebbe anche chiedere agli artisti, ai tecnici, agli architetti di ripensare, re-immaginare, proporre questo particolare manufatto legato all’acqua, nei diversi luoghi della vasta periferia nissena. Dunque, fontana come simbolo, come frammento significativo di rinascita di una Città che da troppo tempo ha smarrito il senso, imprescindibile, della cultura e della bellezza come valori collettivi.

Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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