Italia Nostra

Data: 12 Dicembre 2021

Il passato, il presente e il futuro del “Dubini” 

L’ospedale e parco “Dubini”, a Caltanissetta, è un ex sanatorio, sito in una delle più belle e salubri campagne del Nisseno. Nei pressi di contrada Babaurra, esso è raggiungibile percorrendo la Statale 122 che da Caltanissetta conduce a San Cataldo. La peculiare struttura sanitaria fu intitolata al medico e ricercatore milanese Angelo Dubini e venne inaugurata il 28 ottobre 1933 da Roberto Roberti, presidente dell’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale, in rappresentanza di Giuseppe Bottai, insieme al vice direttore generale dell’INFPS Luigi Clerici. All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il prefetto di Caltanissetta Massimiliano D’Andrea, il segretario federale, il console della milizia e altri esponenti fascisti. Nell’agosto del 1937, il “Dubini” ebbe l’onore di una visita di Benito Mussolini, che ne esaltò l’importante struttura architettonica e lo stile: prospetto principale neoclassico su un generale impianto razionalista (tipico eclettismo di epoca fascista).   

La realizzazione del “Dubini”, ad opera dell’impresa romana dell’ing. Luigi Carnelli, costò quasi otto milioni di lire dell’epoca. I lavori, diretti dall’ingegnere nisseno Ernesto Amato insieme all’ing. Michele Giunta, durarono poco più di due anni, e realizzarono un edificio composto da tre piani fuori terra e un piano seminterrato (la superficie coperta è di 25.040 mq). La superficie del parco, allora affidata a tre giardinieri, era di 119.700 mq.  

Negli anni a noi vicini, grazie a un finanziamento del Ministero della Sanità del 2016, sono stati realizzati lavori di manutenzione straordinaria che hanno permesso il parziale recupero della struttura, con uso e funzioni diverse rispetto a quelle originarie. Di certo sarebbe opportuno che la città si attivasse per il completo recupero e restauro di questo rilevante “bene, patrimonio comune”, attingendo ai notevoli finanziamenti europei oggi a disposizione.  

Il parco oggi si estende su una superficie di oltre quattro ettari. E’ noto che esso faceva parte del più ampio e straordinario parco “Testasecca” – scriteriatamente, spudoratamente lottizzato e privatizzato negli anni Settanta. Gli anni allegri e inesorabili delle “mani sulla città e del sacco edilizio”.    

Nel maggio del 2017, il parco annesso al “Dubini” è stato riaperto alla fruizione pubblica, a seguito di un parziale “intervento di riqualificazione”, completato nel luglio 2020. Oggi, tanti di noi hanno il piacere, la possibilità di passeggiare o di fare jogging tra i vialetti, gli arbusti e gli alberi del “Dubini”. Tra pini, oleandri, abeti rossi, eucalipti, cedri, roverelle, piante aromatiche, cipressi e persino ficodindia. Insomma: ogni giorno di più il “Dubini” è il parco della città, il nostro salubre parco urbano. Ma, a dire il vero, esso ha le dimensioni, la struttura, le prevalenti caratteristiche di un giardino: di un giardino all’italiana. Dunque, di uno spazio ben definito, delimitato; uno spazio composto da assi di simmetria, viali, aiuole e piccoli specchi d’acqua.  

E allora, noi di Italia Nostra riteniamo che tale caratteristica di giardino all’italiana vada rispettata nella piantumazione e nella collocazione di nuove siepi, arbusti, alberi e quant’altro. Insomma: noi apprezziamo moltissimo l’impegno e la disponibilità dell’Azienda Sanitaria Provinciale, così come apprezziamo l’impegno e la generosità di talune associazioni di volontariato, ma riteniamo altresì che gli interventi di rigenerazione e ridefinizione del parco (o giardino) debbano essere condotti, posti in essere sulla base di un progetto. Un progetto, un ri-disegno condiviso con i cittadini nisseni, anche nella fase di ideazione ed elaborazione – possibilmente.   

 

Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia     

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