Italia Nostra

Data: 29 Maggio 2018

Il presente e il futuro di Vassallaggi – San Cataldo (Caltanissetta)

Nell’ambito della II Giornata Nazionale dei Beni Comuni di Italia Nostra, domenica 20 maggio 2018, si è svolta a Vassallaggi, sito archeologico nei pressi di San Cataldo (Caltanissetta), una visita guidata (https://www.italianostra.org/ii-giornata-nazionale-dei-beni-comuni-di-italia-nostra-conoscere-tutelare-valorizzare-vassallaggi/). La II Giornata Nazionale dei Beni Comuni di Italia Nostra ha visto dirigenti e  militanti di Italia Nostra attivare iniziative in tutto il territorio nazionale. Iniziative volte a coinvolgere i cittadini, a sollecitarli ad essere parte attiva nei processi di conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico cosiddetto “minore” (https://www.italianostra.org/ii-giornata-nazionale-dei-beni-comuni-di-italia-nostra-il-13-maggio-iniziative-in-tutta-italia/).

Il presidente regionale di Italia Nostra Sicilia, prof. Leandro Janni, ha voluto indicare l’area di Vassallaggi – San Cataldo (Caltanissetta) per tale Giornata Nazionale, insieme alle associazioni presenti sul territorio, ma anche insieme ad archeologi, geologi, architetti, agronomi, studiosi, cittadini interessati. La visita guidata al sito archeologico è stata dunque organizzata in collaborazione con l’associazione “AttivArcinsieme” Circolo Arci San Cataldo – Giuseppe Cammarata e Salvatore Scarlata, con la prof.ssa Giusy Militello e il dr. Patrizio Di Benedetto, con il Wwf Caltanissetta, con l’associazione “Gabbara un si tocca”, con i Gruppi Archeologici di Italia – Sicilia, con l’associazione “Straula”, con l’Europark Roccella. Hanno altresì partecipato alla perlustrazione dell’area il prof. Ivo Cigna – dirigente di Legambiente e il dr. Angelo La Rosa – geologo e assessore al Territorio e Ambiente del Comune di San Cataldo. L’assessore regionale dei Beni Culturali Sebastiano Tusa ha inviato un messaggio di ringraziamento per essere stato invitato alla manifestazione, impegnandosi a sostenere le iniziative di tutela e valorizzazione del sito.

Con tale iniziativa si è inteso sensibilizzare le istituzioni, l’opinione pubblica e gli organi di stampa e informazione sul ruolo strategico che l’area archeologica di Vassallaggi potrebbe e dovrebbe avere, nel Centro Sicilia, se adeguatamente tutelata e valorizzata. Il sito di Vassallaggi sorge in territorio di San Cataldo, su cinque colline di natura calcarea. L’altitudine media è di 688 metri sul livello del mare; la pendenza dell’area è di circa il 10%. L’area di Vassallaggi è stata sottoposta a vincolo dalla Soprintendenza e dall’Assessorato Regionali dei Beni Culturali nel 1977. Nel sito sono presenti anche costruzioni recenti (talune abusive) che stridono fortemente con il paesaggio. Di recente l’Amministrazione Comunale di San Cataldo ha chiesto di gestire, insieme alla associazioni culturali attive sul territorio, il sito archeologico di Vassallaggi. Questo, possedendo l’Amministrazione Comunale di San Cataldo, una lucida idea strategica di fruizione e valorizzazione del territorio che lega Vassallaggi al vicino bosco di Gabbara (http://www.turismosancataldo.it/it/attrazioni/gabbara) e alle peculiari ex zolfare (http://www.comune.san-cataldo.cl.it/cmsnews/-1-11773/ciaula-scopre-la-luna-vedi-foto.htm). E’ chiaro che tale processo di conoscenza,  tutele e valorizzazione di Vassallaggi implica anche la realizzazione di un antiquarium. Intanto l’Amministrazione Comunale di San Cataldo ha iniziato, alcuni giorni fa, i necessari lavori di scerbatura del sito archeologico di Vassallaggi, grazie anche al contributo di cittadini volontari di alcuni migranti. (A cura di Italia Nostra Sicilia)

NOTA_L’antropizzazione dell’area si ha nell’età del Bronzo, tra 1800 e 1400 a.C.. A tale periodo si attribuisce la necropoli con tombe a grotticelle artificiali, situata sul fianco della seconda collina e un villaggio con strutture abitative. Sulla terza collina è ancora visibile un insediamento indigeno e la necropoli con tombe a camera scavate nella roccia calcarea e mostra frammenti ceramici ascrivibili alla facies di Sant’ Angelo Muxaro-Polizzello. L’area è stata oggetto di vari scavi nel corso del tempo ed è stata studiata sistematicamente a partire dal 1956 da Adamesteanu, negli anni ’60 da Orlandini, negli anni ’80 da Domenica Gullì e Maddalena Pizzo. Alcune ceramiche attiche rinvenute dai corredi tombali della necropoli meridionali sono state studiate e pubblicate nel corso degli anni, dagli archeologi Orlandini, Fiorentini, Panvini, Giudice, Martelli, Di Benedetto, Militello. L’area si configura come phrourion, ovvero come centro fortificato indigeno poi ellenizzato nel VI secolo dalla politica espansionistica di Falaride, tiranno di Agrigento. E’ pertinente a tale fase di ellenizzazione la necropoli di tombe a camera scavate sulle pendici della quinta collina. Tra VI e V secolo a. C., tra la seconda e terza collina, viene costruito uno santuario dedicato a divinità ctonie, Demetra e Kore, un culto greco diffusissimo ad Agrigento. All’interno di un temenos in pietra è presente un naos privo di colonne. Il lato breve est di tale tempietto è fronteggiato da un altare in posizione obliqua con orientamento N-E/S.O., destinato alla celebrazione di sacrifici. Gli ultimi scavi dell’area, risalenti agli anni 2006/2007, sono stati effettuati sotto la direzione scientifica dell’Università di Catania e in particolare del prof. Filippo Giudice, e della Sovrintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta. I risultati dello scavo documentano una violenta distruzione seguita da una rapida ricostruzione del sito intorno al 450 a.C. Ciò potrebbe confermare l’identificazione del sito con Motyon, di cui parla Diodoro Siculo (IX, 91). Nella seconda metà del V secolo l’insediamento mostra tracce di ricostruzione e raggiunge il suo acme, articolandosi in isolati quadrangolari e in complessi domestici a più ambienti, raggiungendo un’urbanistica affine alla tipologia ippodamea. A questo momento è riferibile la necropoli meridionale, caratterizzata da inumazioni in sarcofagi di gesso, tombe a fossa, da sepolture a enkytrismòs. L’apogeo di Vassallaggi nel V secolo a.C. è stato confermato dagli studi sulla Ceramografia condotti dall’equipe dell’Università di Catania. Lo studio delle ceramiche attiche, condotto nel 2006 da Patrizio Di Benedetto e Giusy Militello, ha evidenziato un aumento del trend distributivo di importazioni attiche a Vassallaggi nel venticinquennio 450-425 a.C. (A cura della prof.ssa Giusy Militello)

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