Il Consiglio comunale di Agrigento ha approvato all’unanimità un documento che chiede, per la Valle dei Templi, che si torni ai confini individuati nel 1957, ovvero entro i due fiumi che racchiudono il sito archeologico della città fondata nel VI secolo avanti Cristo. Una delimitazione che sanerebbe la stragrande maggioranza degli immobili abusivi. Questo, proprio mentre l’Unesco, giustamente, ha messo sotto osservazione i siti siciliani Patrimonio dell’Umanita. Il Consiglio comunale di Agrigento, dunque, ha dato il via libera ad una mozione che chiede di verificare l’attuale perimetro del Parco archeologico della Valle dei Templi. Un dibattito al quale ha assistito anche una cinquantina di abusivi della Zona A della Valle dei Templi, su un’area dichiarata, fin dal 1968, “ad inedificabilità assoluta” e dal 1997 “Patrimonio Unesco”. Un’area dove, nel corso degli anni, sono state realizzate circa seicento costruzioni abusive. I confini dei quali si chiede la “verifica” sono quelli istituiti a seguito del decreto Gui-Mancini, approvato subito dopo la frana che sconvolse il centro storico di Agrigento nel luglio del 1966. In sostanza la mozione approvata dal Consiglio comunale chiede che si torni ai confini individuati nel 1957. In questo modo ricadrebbero fuori dall’area archeologica la stragrande maggioranza degli immobili abusivi. Una ipotesi comunque piuttosto difficile da porre in essere, considerato che vi sono state decine di sentenze del Tar che hanno confermato i confini della Zona A e del Parco archeologico della Valle dei Templi. Che dire? Si tratta di scriteriate, volgari strumentalizzazioni che illudono i cittadini e ignorano, di fatto, l’art. 9 della Costituzione e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Leandro Janni – Presidente del CR Italia Nostra Sicilia