Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR – l’incenerimento dei rifiuti è considerato un’attività che “arreca un danno significativo all’ambiente”. Proprio per questo, gli impianti che bruciano rifiuti per produrre energia sono esclusi dalla tassonomia della finanza UE (Regolamento Ue 2020/852). La tassonomia Ue non include l’incenerimento tra le tecnologie che prevengono i cambiamenti climatici. In parole semplici, questo significa che la costruzione di nuovi “termovalorizzatori” non potrà beneficiare di finanziamenti comunitari, per cui ci si si affiderà ai privati attraverso lo strumento della finanza di progetto. E le clausole che i privati imporranno ai comuni o alle SRR o alle Regioni saranno del tipo “vuoto per pieno” (cioè si pagherà anche se non si porterà a incenerire nessun rifiuto) e costi elevati di esercizio per l’abolizione dei privilegi attuali nel compenso dell’energia prodotta e dell’attuale mancato pagamento per le quote di CO2 emesse.
Dunque il costo di costruzione di un nuovo impianto viene caricato sulle spalle dei cittadini, perché il termovalorizzatore è ritenuto inquinante e non in grado di rispettare il requisito obbligatorio di “non arrecare danno significativo all’ ambiente”.
Gli impianti che inceneriscono i rifiuti sono stati esclusi dalla tassonomia comunitaria perché emettono più CO2 di ogni altro impianto di produzione di energia. Per questa ragione dal 2024 scatterà l’obbligo per gli stati europei di monitorarne le emissioni e dal 2026 gli impianti dovranno pagare le quote di emissione di CO2.
Di conseguenza l’energia prodotta da questi impianti avrà costi notevolmente più elevati che graveranno sulle tasche dei cittadini.
In definitiva, i recenti indirizzi espressi dalla Regione siciliana in tema di Rifiuti e di inceneritori sono in totale contrasto con le indicazioni della Comunità europea, della Corte dei Conti, del PNRR e persino da quelle provenienti della Danimarca, paese citato a sproposito da quei sostenitori dei “termovalorizzatori” che ignorano, o fingono di ignorare, che il governo danese ha in atto una dismissione progressiva di quel tipo di impianti.
Esprimiamo tutta la nostra forte contrarietà verso provvedimenti che testimoniano l’incapacità di tutelare le persone e i territori, e, nel contempo, la inspiegabile condiscendenza verso le immancabili pressioni esercitate da quelle lobby dei rifiuti che nel territorio regionale sembrano fare e disfare a loro piacimento. Non accetteremo mai e contrasteremo in ogni modo quelle decisioni prese dalla Regione siciliana che finiscono per danneggiare la salute di tutti per favorire solo chi intende speculare sulle tasche dei cittadini.
Per gli Stati Generali dell’Ambiente:
Leandro Janni – Italia Nostra Sicilia
Tommaso Castronovo –Legambiente Sicilia
Pietro Ciulla –WWF Sicilia Nord Occidentale
Beniamino Ginatempo – ZeroWaste Sicilia
Antonella Leto – Forum siciliano per l’Acqua e i Beni Comuni
Giampaolo Schillaci – Rete dei Comitati TerritorialiSiciliani
Maria Giannì – Osservatorio Permanente sui disastri ambientali – Palermo
Anna Bonforte – Comitati no discarica di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia