Italia Nostra

Data: 22 Dicembre 2010

La sezione di Siracusa a difesa del suo territorio

Fin dalla sua costituzione (luglio 1969) la sezione di Italia Nostra ha sempre difeso, secondo i suoi fini statutari, il territorio di Siracusa in tutte le sue connotazioni.

Si ricorda a tal proposito l’intervento contro il prelievo delle acque del Ciane con conseguente danno al Papiro e la ferma opposizione al paventato sventramento di alcune aree di Ortigia negli anni ’60 con la conseguente proposta, poi realizzata, della Legge Speciale per Ortigia i cui benefici sono oggi apprezzati da tutti.

Ciò dimostra che nella progettazione dello sviluppo del territorio la lungimiranza degli obiettivi e l’apporto di quanti conoscono, attraverso approfonditi studi, la sua storia sono la combinazione vincente.

Da diversi anni, tuttavia, le amministrazioni siracusane hanno ignorato quel modello di sviluppo sostenibile sempre più condiviso anche a livello internazionale in quanto ritenuto l’unico in grado di garantire in modo armonico sia lo sviluppo, sia la salvaguardia dell’ambiente inteso come sistema complesso di storia e di natura.

Una dimostrazione evidente di scelte urbanistiche che incidono pesantemente e negativamente sul territorio è il massiccio edificato lungo viale Epipoli: una miriade di corpi edilizi in totale contrasto con l’originaria politica di tutela archeologico-paesaggistica di un’area su cui insistono tracce significative delle Mura Dionigiane e dell’Acquedotto Galermi.

Tutto questo e molto altro accade in virtù dell’errata previsione di incremento demografico, ampiamente smentita dai fatti, su cui è stato impostato il PRG.

Inoltre lo sviluppo turistico di cui tanto si parla in un territorio ricchissimo di siti archeologici, di aree monumentali e di zone di pregio naturalistico non si può basare solo ed esclusivamente su villaggi e porti turistici.

Italia Nostra non condivide tale impostazione ritenuta lesiva del paesaggio, valore la cui importanza  trova il suo riconoscimento giuridico nell’art.9 della Carta Costituzionale.

In particolare l’Associazione evidenzia l’incongruità della pianificazione della portualità turistica con alcuni vincoli, mai abrogati, quale il D.A. del 30/09/1988 a tutela dello specchio acqueo del Porto Grande emanato dall’Assesore Regionale pro-tempore ai Beni Culturali su proposta dell’arch. Antonio Pavone, all’epoca dirigente della Soprintendenza Archeologica della Sicilia Orientale e contesta pertanto l’eventuale realizzazione di ulteriori porti turistici.

Altri luoghi di pregio archeologico e naturalistico a rischio sono le aree costiere a Sud di Siracusa (Plemmirio, Ognina).

Per quanto sopra detto Italia Nostra auspica che l’Amministrazione Comunale anche tenendo conto del Piano paesaggistico che l’Associazione condivide, al di là delle appartenenze politiche, voglia scrivere una importante pagina di storia urbanistica saggia e lungimirante, anche tenendo presente i seguenti punti:

  1. la sospensione delle licenze edilizie già rilasciate, viziate dall’errata previsione di crescita demografica,
  2. l’istituzione di un vincolo  sull’area costiera del Plemmirio e sui pochi tratti di costa ancora liberi dal cemento,
  3. la rinuncia alla realizzazione di ulteriore portualità turistica all’interno dei due porti della città,
  4. il ridimensionamento dei previsti insediamenti turistico-alberghieri, peraltro già superati come modelli di sviluppo per il turismo, ormai sempre più indirizzato verso la fruizione culturale dei luoghi,
  5. l’avvio del recupero edilizio della Borgata con la finalità di tutelare  il centro storico e di evitare ulteriore consumo del territorio.

In ordine a tali situazioni, dopo una lunga e sofferta meditazione, Italia Nostra nella persona della sua Presidente Nazionale, dott.ssa Alessandra Mottola Molfino, il 7 ottobre u.s. inoltrava una nota all’Unesco sul “caso Siracusa”, uno degli ultimi tentativi per arginare l’assalto al territorio ed alle sue mitiche coste, auspicando che l’Amministrazione tutta voglia tenere in considerazione la volontà di crescita partecipata espressa dall’aggregazione di tante associazioni scaturita dall’appello di Enzo Maiorca per la salvaguardia della città, del territorio e della sua memoria storica.

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