Italia Nostra

Data: 3 Luglio 2017

La Sicilia brucia. Anche quest’anno l’Isola pagherà un prezzo altissimo per la mancanza di adeguate politiche ambientali

Caldo e fuoco. La Sicilia brucia. Come ogni anno, d’estate. Inesorabilmente. Il vento di scirocco, le alte temperature e la mano   infida dell’uomo stanno favorendo il proliferare di incendi. Roghi che stanno mandando in fumo ettari di macchia mediterranea e di boschi. Ma anche decine di aziende agricole. Abitazioni. Incendi, roghi a Erice, nel Palermitano, a Cefalù, nel Messinese, nel Siracusano, nel Catanese, nel Ragusano.

I sindacati sono perentori: “Il vasto incendio che ha deturpato Erice è triste conseguenza dei ritardi nella programmazione della campagna antincendio da parte della Regione Sicilia”, dicono i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Trapani Giacometta Giacalone, Massimo Santoro e Tommaso Macaddino. “Esprimiamo rammarico e sconforto per il rogo che ieri ha colpito duramente la montagna ericina. A causa dei ritardi burocratici e amministrativi della Regione Siciliana nello stanziamento dei finanziamenti da destinare ai territori, non è stata permessa la totale efficacia ed efficienza del servizio, considerato che ci sono mezzi non ancora revisionati e che i viali parafuoco sono da terminare poiché non solo non tutti i lavoratori sono stati messi in servizio, ma quelli attualmente operativi sono stati chiamati a lavoro soltanto lo scorso 15 giugno”.

Nel Palermitano 50 autobotti in tilt perché non è stata fatta alcuna manutenzione. Operai stagionali provvisti soltanto di scope. Ma anche sul fronte degli elicotteri la situazione è un disastro. Dopo lo stop alle gare con i privati, la Regione ha varato convenzioni con il Corpo Forestale che poi si è fuso con i Carabinieri. Quest’anno dai Carabinieri non è arrivata alcuna disponibilità. Tradotto: al momento la Sicilia non ha a disposizione elicotteri antincendio, ma può utilizzare solo quelli dei Vigili del fuoco e della Protezione civile nazionale che però servono anche altre regioni come la Calabria e la Sardegna. Insomma, una situazione gravissima, insostenibile.

L’assessore regionale al Territorio e Ambiente Maurizio Croce ha convocato un vertice alla fine del quale ha assicurato che “la situazione della macchina dell’antincendio sta tornando alla normalità”. Ma ancora ci sono problemi, evidentemente.

Inevitabile porsi alcune domande: perché quest’anno ci sono stati questi ritardi nell’acquisto della benzina e nella manutenzione dei mezzi? Perché a giugno la macchina della Forestale è così impreparata? Il Corpo Forestale ha avuto le somme accreditate solo ai primi di giugno ed è costretto a fare delle gare annuali. Perché non si possono dare garanzie al dipartimento per fare delle gare triennali o comunque già in inverno? Una cosa è certa: in questo momento l’unico mezzo aereo che l’Isola ha a disposizione è quello dei costosissimi Canadair. La Sicilia, a differenza degli anni passati in queste ore non ha alcun elicottero a disposizione perché è scaduta la convenzione con il Corpo forestale nazionale e non si è provveduto a trovare soluzioni alternative. Oggi, lunedì 3 luglio, l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Croce sarà a Roma per trovare un accordo con la Protezione civile nazionale. Avrebbe dovuto pensarci prima. Molto prima.

Di una cosa siamo certi: anche quest’anno l’Isola pagherà un prezzo altissimo per la mancanza di programmazione e organizzazione. Per la mancanza di adeguate politiche ambientali.

Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

 

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