Italia Nostra

Data: 24 Gennaio 2014

La Sicilia e le trivellazioni. Contraddizioni insostenibili

Il Commissario dello Stato ha bloccato l’art. 5 comma 2 della Legge Finanziaria. Ovvero, l’articolo relativo alla riduzione delle royalties per l’estrazione degli idrocarburi in Sicilia, perché  “si ritiene essere in contrasto con l’art. 81 della Costituzione”. Così si esprime il Commissario dello Stato: “Si rileva che il legislatore dispone che l’aliquota di prodotto dovuta dal titolare di concessione di coltivazione di giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi e di gas diversi dagli idrocarburi sia ridotta dal 20% al 13%, ma non si preoccupa di quantificare le evidenti minori entrate e la conseguente copertura dell’onere derivante”. Si evidenzia che negli altri paesi europei le royalties sono del 50/60%.
Che dire? Pessima figura dell’Assemblea Regionale Siciliana, pessima figura del Governo Crocetta. Governo e maggioranza appaiono succubi dei poteri industriali. Inesorabilmente. E ancora una volta è dovuto intervenire il Commissario dello Stato. Certo, se ci fosse una politica energetica vincolante, questo non sarebbe potuto accadere. Se i fondi derivanti dalle royalties fossero destinati ad incrementare l’efficienza energetica degli immobili pubblici e fornirli, ad esempio, di pannelli solari, e ancor di più se tali fondi fossero utilizzati per finanziare impianti per la produzione di energie rinnovabili da parte dei privati cittadini, la reazione sarebbe stata eclatante ed immediata. La realtà delle cose ci dice che i pochi fondi attualmente derivanti dalle royalties non vengono affatto destinati  per la bonifica dei territori siciliani inquinati, così come previsto dalla legge.

Noi riteniamo che sia venuto il momento, dopo più di cinquant’anni di abusi e scriteriate devastazioni del territorio, di immaginare, progettare e porre in essere un’alternativa al modello di sviluppo economico – sbagliato, obsoleto – fondato sulla raffinazione e sul petrolio, per riscoprire, pienamente, l’anima verde ed eterna della nostra Isola. Un’alternativa, una Sicilia “altra” basata sullo sviluppo equo e sostenibile, sul potenziamento della biodiversità, sulla bioagricoltura, sul potenziamento dell’agroalimentare di qualità, sulla razionalizzazione, riqualificazione e  potenziamento dell’offerta turistica, sulla tutela e valorizzazione dello straordinario patrimonio storico, artistico e ambientale della Sicilia. E chi ha inquinato e avvelenato paghi e bonifichi. Basta con le trivellazioni nel Val di Noto, basta con le trivellazioni nel Canale di Sicilia, nel Mediterraneo! I cittadini di Milazzo, Gela, Priolo, Augusta meritano un altro destino, meritano di vivere in un a terra bella e sana! Lo abbiamo detto tante, tantissime volte in questi anni, e lo ripetiamo adesso.

Di certo, in Sicilia, le contraddizioni tra proclamate politiche di valorizzazione dei territori e del patrimonio storico, artistico e naturale da un lato, e realtà dei fatti, degli atti politici e amministrativi dall’altro, sono veramente insostenibili. Tragica, oggettiva, evidente è l’inadeguatezza – culturale, politica e morale – di una classe dirigente, a governare l’attuale complessità.

Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

***

Per approfondimenti:

Leggi l’articolo da Greenreport del 24.1.2014

Leggi l’articolo da Il Quotidiano di Sicilia del 25.01.2014

Ci daresti una mano?

Regalati la tessera di Italia Nostra e donala ai tuoi amici per proseguire una storia lunga oltre 65 anni di iniziative, progetti e battaglie per il Paese.

Italia Nostra
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy