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Data: 12 Giugno 2023

Alla scoperta delle ricchezze nel cuore del Mediterraneo: Italia Nostra Melilli approda nell’arcipelago eoliano

Il gruppo dei soci di Italia Nostra della sezione di Melilli inaugura la serie di eventi culturali in programma per la stagione estiva con il viaggio culturale alle Isole Eolie. 

Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea rappresentano un modello storico nell’evoluzione degli studi della vulcanologia mondiale, tanto che sono state riconosciute come patrimonio dell’umanità dalla commissione Unesco nel 2000. Le sette sorelle non sono nient’altro che una serie di vette di una catena sottomarina di rilievi che sorgono a Nord Est della Sicilia, e sebbene appartengono allo stesso arcipelago, e la natura che le accomuna sia vulcanica, si rivelano al tempo stesso affascinanti e diverse nella loro morfologia fisica e urbana. 

Il 2 Giugno 2023 i venti soci e il presidente dell’associazione IN, a bordo di una motonave, raggiungono il porticciolo turistico di Lipari, partendo dal porto di Milazzo, dove ad attenderli, per il giro dell’isola e dei punti di interesse, vi è la brillante guida Svetlana Roussak.  

Un percorso panoramico di 37 km deambula l’intera isola e racconta l’intreccio tra passato e presente: passando da Canneto, da Porticello fino ad arrivare ad Acquacalda, si accalcano “colline bianche” di roccia pomice dove cespugli di ginestre gialle, di capperi (tipici delle Isole Eolie), fichi d’India e palme nane pullulano tinteggiandole di vivaci colori. La pomice di un grigio molto chiaro, detto l’oro bianco, si era formata grazie elle eruzioni di tipo esplosivo, ed è stata per diversi secoli estratta dalle cave, per la sua commercializzazione nel settore dell’edilizia e della cosmetica. 

Anche l’ossidiana si erge come una scultura monumentale tra i muretti di qualche abitazione moderna: un vetro vulcanico dal nero brillante che, per il suo impiego e la sua ricerca, determinò i primi insediamenti a Lipari e a Salina (cultura di Stentinello) sin dal V sec a.C, e che tramite il suo commercio portò prosperità nell’isola. L’ossidiana, l’oro nero del Neolitico, al contrario della pomice, si era formata grazie alle colate laviche, ricche di silice, raffreddatosi rapidamente.  

Superata Acquacalda, il cui nome fa riferimento alle sorgenti termali di solfuro di idrogeno anticamente presenti, viene raggiunta Quattropani, la zona agricola dell’isola. Qui si trovano la maggior parte dei vigneti, degli uliveti, e degli alberi di fichi, i cui prodotti sono spesso esportati ed utilizzati in loco per la produzione di vini, come la Malvasia, di liquori e di biscotti tipici eoliani, che sono stati degustati durante il giro panoramico presso un chioschetto con la vista di Salina sullo sfondo. La Malvasia, è un vino D.O.C nato dalla spremuta di grappoli d’uva autoctoni di Malvasia delle Lipari a bacca bianca e l’aggiunta di Corinto Nero a bacca nera. 

Il viaggio sul bus continua passando tra Piano Castellaro e le Cave di Caolino, la parte più antica di Lipari, dove si sono insediati i primi abitanti provenienti dalla Sicilia, sia per le caratteristiche del suolo ormai pianeggiante (i crateri erano già diventanti dei timponi) e per la presenza straordinaria di acqua dolce, acqua piovana che veniva raccolta dal cratere di Monte Sant’Angelo e che si faceva strada infiltrandosi nella roccia arrivando fino alla zona di Fontanelle; la veridicità di questa testimonianza è confermata dalle ceramiche rinvenute , attualmente conservate al Museo archeologico regionale eoliano “Luigi Bernabò Brea”, le quali hanno lo stesso decoro di quelle trovate in Sicilia appartenenti alla cultura di Stentinello (a due passi da Melilli) e risalenti tra il 5500-5000 a.C.  

Successivamente una volta scoperta l’ossidiana, le genti provenienti dalla Sicilia iniziarono a popolare il versante opposto, tra Monte Pilato, il porto, e la rocca del castello, perché più predisposta allo scambio commerciale. 

Il giro panoramico prosegue tornando a Lipari centro, stavolta proseguendo a piedi, dove l’antico riecheggia tramite circa 3000 sepolture tra sarcofagi greci e ipogei romani a volta che risalgono al IV e II sec. a.C. Nel 580 a.C i Cnidii e i Rodii fondarono la Lipari greca detta Lipara, che fu poi rasa al suolo dai Romani nel 252/51 a.C.  

Nella stessa area si estende un insediamento di età preistorica, tra il Neolitico medio e la prima età del bronzo, denominata “Cultura di Diana”. A suggellare la passeggiata tra le vie della vecchia Lipara è il complesso termale di età imperiale di via Mons. Bernardino Re, caratterizzato dagli ancora evidenti mosaici pavimentali e dalle canalette di scarico delle acque. Le terme predisponevano del calidarium, del tepidarium e del frigidarium ed erano aperti al pubblico.  

La giornata del 3 Giugno 2023 è stata interamente dedicata alla circumnavigazione delle isole e della loro esplorazione; acqua, terra, vento, cielo e fuoco si concedono l’uno l’altro; il tempo sembra scorrere lentamente, la semplicità prende il sopravvento, trasportando chi osserva verso ere ancestrali. Vulcano è la prima isola prevista nell’itinerario, meandri paradisiaci le fanno da merletto lungo le frastagliate coste, come la piscina di Venere, un’oasi che porta con sé una leggenda sulla dea dell’amore, che usava tuffarsi in queste acque per riacquistare la verginità perduta. E ancora la Grotta del Cavallo, una caletta rocciosa che prende il nome da un masso che sembra assomigliare alla testa di un cavallo. 

L’isola si presenta, al cospetto dell’associazione IN e della guida Svetlana, dall’aspetto selvaggio, dinamico e con un inconfondibile odore di zolfo emanato dalla pozza sulfurea e dalle gialle zolle solfifere, che si fa sempre più insistente una volta raggiunta la Spiaggia delle Acque Calde, con evidenti emissioni sottomarine di gas sulfureo, e la pozza dei Fanghi naturali, attualmente sotto sequestro. La baia delle sabbie nere, spiaggia simbolo dell’isola, è quella che ha incantato il gruppo dei soci, un nero, che lucente sotto i raggi del sole, fa da contrasto al tenue azzurro del mare. Vulcano è stata per diverso tempo abbandonata dopo l’ultimo cataclisma del 1888, successivamente si è ripopolata soprattutto di agricoltori, che ancora oggi si occupano della produzione di formaggi di capra esportati anche nelle isole sorelle. 

Lasciata l’isola di Vulcano, viene raggiunta l’elegante e armoniosa isola di Panarea con i suoi imponenti faraglioni e la natura rigogliosa; le abitazioni bianche con le imposte blu, le piante di Bouganville, ricordano la greca Santorini. Dopo una lunga salita passando tra un groviglio di vicoli, i soci arrivano alla Chiesa Maria SS. Assunta, datata al XVIII sec, che si affaccia verso un panorama mozzafiato. Gli interni di questo edificio sacro catturano l’attenzione con una particolare pavimentazione di maioliche blu e ocra, che ritraggono dei grappoli d’uva. Il colore blu cobalto viene ripreso sia nelle nicchie dell’abside e con dei motivi a rombo nella semi-cupola emisferica che sormonta l’altare. 

È impossibile rimanere indifferenti di fronte alla magnificenza dell’arcipelago eoliano, uno stupore che il gruppo porta con sé una volta salutata l’isola di Panarea, per approdare a Stromboli: l’ultima tappa delle visite. 

Negli anni le isole, soprattutto Stromboli, sono state il set di celebri film dei grandi registi degli anni 50, “Vulcano” con Anna Magnani, “Kaos” dei fratelli Taviani, “Caro Diario” di Nanni Moretti e “Stromboli” di Roberto Rossellini con Ingrid Bergman, i quali dimorarono nell’isola nella famosa casa rossa, oggi all’asta. Stromboli è la più moderna tra le isole, le facciate delle case ravvivate dagli armoniosi colori, dal verde, al giallo, all’arancione, la vegetazione tipica delle campagne, ricordano gli ambienti nostrani. Il punto panoramico che raccoglie numerosi turisti è la piazza San Vincenzo che prende lo stesso nome della Chiesa tardo barocca che vi sorge e del quartiere stesso. Fiore all’occhiello dell’isola di Stromboli è la manifestazione del suo vulcanismo terrestre nella zona della sciara del fuoco, dove si verificano solitamente colate di trabocco di lava e lapilli, e materiale piroclastico sul mare antistante. Per il gruppo dei soci IN melillesi la natura si è fatta attendere, su una motonave mentre il cielo e il sole si scambiano l’ultimo bacio prima di abbandonarsi al buio della notte, un breve bagliore rosseggiante ha dato conferma della perpetua attività del vulcano.  

La domenica del 4 Giugno 2023 il gruppo dei soci rimangono nella bella Lipari, e accompagnati ancora una volta dalla guida Svetlana Roussak, raggiungono l’Acropoli di Lipari, accendendo dal sottopassaggio dell’omonimo Castello. Fu ricostruito da Carlo V di Spagna nel 1560, dopo essere stato distrutto parzialmente nel 1544 dalla flotta turca guidata dal pirata Kaireddin Barbarossa.  

Nella struttura del castello è tuttora visibile l’influsso delle dominazioni nei secoli; frammenti della cultura normanna riguardano la torre, gli archi a sesto acuto e la volta a crociera che richiamano la permanenza di Ruggero I dal 1085, che trasferì qui l’abbazia prima di procedere alla conquista normanna della Sicilia. E ancora, una torre greca risalente al IV sec a.C costituita da 23 file di blocchi squadrati di pietra del Monte Rosa, che anticamente circondava l’Acropoli greca. 

Superato il sottopassaggio i soci IN accedono ad uno dei musei più importanti del Mediterraneo, il Museo archeologico regionale eoliano “Luigi Bernabò Brea”, dove fruiscono di un’ampia collezione di reperti esposti: corredi funerari come crateri, ad esempio a calice, figuranti i miti, le tragedie, le commedie sia in nero che in rosso, depositi votivi, hydriai di bronzo, anfore per conservare e cucinare, amphoriskos; manufatti di metallo, gioielli in oro, maschere e statuette dalle interessanti mimiche facciali relative al dramma satiresco e alla commedia antica. Un patrimonio archeologico che racconta la cronologia degli insediamenti nelle Isole Eolie sin dalla Preistoria, e che custodisce anche pezzi di ceramica impressa tipici della cultura di Stentinello. 

Alcuni resti della produzione manufatturiera sono stati ritrovati grazie al magistrale intuito di Paolo Orsi che si occupò degli scavi in Contrada Diana, ed altri invece sono stati rinvenuti e portati alla luce all’interno dell’area del Castello, di fronte al Museo. Qui si è estinta l’ultima tappa del circuito di visite della giornata, dove i soci IN hanno ammirato un museo a cielo aperto: i resti di un villaggio preistorico, gli insediamenti dell’Ausonio II (XI-X sec a.C), i muri perimetrali e di base di grandi capanne con al centro il focolare, e anche una parte di un incrocio stradale di un impianto urbano del II sec a.C.  

L’ultimo congedo all’isola, prima dell’imbarco, si consuma nel centro storico di Lipari, presso Corso Vittorio Emanuele II, strada popolata da negozi di souvenir, pub, e locali che somministrano piatti e bevande tipiche eoliani. 

Il gruppo dei soci IN melillesi ha trovato l’approdo presso le impossibili e magnetiche isole del Mediterraneo, che ancora oggi custodiscono un’inesauribile bellezza e i misteri del passato. Il mito si fonde con la realtà affondando le radici nell’eco del poema omerico, l’Odissea. Il nome dell’arcipelago infatti, rende omaggio al personaggio della mitologia greca, Eolo, dio che domava i venti. Terre contesa dai popoli stranieri, rifugio ideale degli artisti, mete della catarsi. I soci IN hanno già in programma le visite alle isole di Salina, Alicudi e Filicudi, per immergersi nel remoto e miracoloso silenzio.                                                                                

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3 In Paziente Attesa
2 Approdo A Lipari
4 Regalo Notturno
5 Vulcano Sabbie Nere
6 Lipari Cava Di Pomice
7 Castello
8 Museo Archeologico Eoliano Luigi Bernabò Brea
9 Museo
9 Museo
In Paziente Attesa
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