Il 28 settembre è stata inaugurata Ànemos, mostra bipersonale d’arte contemporanea che, per la prima volta, lega l’illustratrice liventina Marta Lorenzon e il pittore catanese Fabio Modica.
Palazzo Beneventano, Lentini (Siracusa)
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Il nome di questo appuntamento è un chiaro riferimento alle collezioni che compongono la mostra e, parallelamente, alla “missione” che i curatori conducono con la sezione locale di Italia Nostra: custodire la bellezza, ridare anima al Palazzo Beneventano, rilevato nel 2016 senza alcuna vocazione e dalla memoria sfilacciata. Una conseguenza anche per la mostra, dunque, sia per il luogo in cui è stata ideata, sia per il collettivo che l’ha animata.
L’intenzione è mettere a confronto i due ambiti arte-sentimento come sinonimi di scoperta “oltre viso”, per incentivare particolarmente la complicità dei giovani e infondere la tradizione di una sensibilità/ascolto per l’arte. Come per alcuni precedenti i curatori hanno scelto un tema ambivalente. Il titolo greco Ànemos può infatti significare letteralmente “soffio”, oppure, in senso più metaforico, “vento”. In entrambi i casi, il richiamo e l’invito fatto agli artisti è stato di lavorare sull’identificazione delle opere che più rappresentano e indossano l’argomento, per ripensare collettivamente questioni che non riguardano unicamente l’arte, ma anche altri ambiti umani, da quello sociale e culturale.
Quando penso alla prima volta che fui invitato, da restauratore, ad entrare a Palazzo Beneventano, quasi non riesco a credere a quanto lavoro sia stato fatto finora per renderlo ciò che è oggi. Frutto di fatica, genio, coraggio, dedizione, lotta costante contro le avversità di un gruppo di individui, animati da quello che nell’antica Grecia era l’ideale assoluto di perfezione: l’unione di bellezza e bontà. Non indipendente dalla dimensione etica, ma determinata proprio da essa, la bellezza aveva, alle origini della nostra civiltà, un legame profondo con la bontà. Questo era il modello di perfezione umana a cui ambire.
Fabio Modica
L’immaginario dei dipinti qui raccolti non è onirico, sognato, piuttosto fa riferimento alla dimensione della memoria; pittura come processo di ricostruzione della realtà attraverso il suo ricordo. […] la memoria mi riporta a Lentini in quel ormai lontano 2003, poco più che bambina, col sole in faccia e i calzoncini corti, per le vie della cittadina. Ritornare oggi, e questa volta lasciare una traccia del mio lavoro, è un’emozione difficilmente descrivibile.
Marta Lorenzon
À-nemos, proseguendo per etimologia, viene dall’indoeuropeo “manas” ovvero “mente”, “pensiero”, nel senso però di “conoscenza dell’intelletto e dei sensi”, e di “funzione psichica che nasce dal cuore”, visto che il cuore era ritenuto la sede della coscienza e delle emozioni.
Il corpo delle sensazioni viene definito di volto in volto, è necessario soffermarsi e respirare, antidoto utile alla nostra contemporaneità.
per info aperture/visite guidate
Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 13.00
su prenotazione al 3287167281
giorno di chiusura: Lunedì
via S.Francesco d’Assisi, 4 – Lentini