Indirizzo/Località: Centro storico – Salita Sant’Antonio – Palermo
Tipologia generale: edifici residenziali
Tipologia specifica: edifici residenziali nel centro storico
Configurazione strutturale: resti di tre edifici medievali di Salita Sant’Antonino, per lo più sconosciuti e lasciati in abbandono da decenni ed ora in serio pericolo di crollo. I resti medievali rappresentano un esempio di mirabile di architettura trecentesca che coniuga elementi architettonici e decorativi di indubbio valore architettonico e storico
Epoca di costruzione: sec. XII – XIV
Comprende facciate di tre edifici contigui che si affacciano sul vicolo
Uso attuale: i resti sono in grave stato di abbandono. A Palermo si sta svolgendo una campagna per salvare gli edifici medievali con grande impegno di professionisti e cittadini
Uso storico: nel sec. XVI erano di proprietà della famiglia Agnello, passò poi alla Compagnia dei Miseremini, che fece edificare la limitrofa chiesa di S. Matteo ed uno degli edifici fu l’abitazione del beneficiale della chiesa
Condizione giuridica: proprietà della Curia di Palermo
Segnalazione: del 19 febbraio 2020 – segnalazione della sezione di Palermo di Italia Nostra – palermo@italianostra.org
Motivazione della scelta
Gli edifici, tra di loro contigui, si trovano lungo un’arteria medievale di grande valore storico.
La strada infatti era un antico percorso a ridosso delle mura puniche della città trasformato in una fondamentale arteria stradale durante la dominazione musulmana.
Gli edifici rappresentano una delle poche testimonianze superstiti della città medievale; nel secolo XVI, era proprietà della famiglia Agnello.
Il primo riprende, nel ritmo serrato del succedersi delle archeggiature, schemi compositivi della precedente età normanna, tuttavia se ne discosta per la maggior resa plastica del massiccio disegno delle cornici, in cui sono inseriti grandi oculi circolari.
Il secondo edificio comprende una finestra isolata con cornice a motivi di bastoni a zig-zag, impostata su colonnine angolari, ed una serie di tre bifore su colonne tortili, poggianti su una superba fascia intagliata a motivi floreali, zoomorfi e antropomorfi e peducci pensili.
I tre brani murari rappresentano una chiara espressione del ricco ed elegante repertorio plastico, intriso di motivi tradizionali, che ha caratterizzato l’architettura trecentesca di Palermo.
La proprietà passò alla Compagnia dei Miseremini, che fece edificare la limitrofa chiesa di S. Matteo ed uno degli edifici fu l’abitazione del beneficiale della chiesa; al momento la proprietà appartiene alle Curia di Palermo.
Gli immobili sono in stato di abbandono; risultano già crollati alcuni solai interni ed oggi l’intero immobile è a rischio crollo. Gli accessi risultano murati. A protezione della pubblica incolumità, qualche anno fa, è stata predisposta, sulla via pubblica una struttura in ferro che ancor oggi ne occulta il paramento.
RIFERIMENTI STORICO-BIBLIOGRAFICI
Spatrisano G., Lo Steri di Palermo e l’Architettura Siciliana del Trecento, S.F. Flaccovio editore, Palermo 1972, pagg. 97-100
Chirco A., La città ritrovata itinerari entro le mura, Dario Flaccovio editore, Palermo 2005, pag. 126 Archh. Ida Raciti, Alba Scaffidi, Maria Pennino, Tesi di Laurea UNIPA A.A. 2002.