Lo scorso febbraio 2017, insieme alla storica dell’arte Silvia Mazza e al presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna, nella qualità di presidente di Italia Nostra Sicilia, ebbi modo di scrivere: “La controversa gestione dei beni culturali e ambientali in Sicilia è caratterizzata da incertezze, ambiguità e contraddizioni. Da un lato, le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che annunciano una fumosa riforma pseudo copia di quella Franceschini, per cui la direzione dei parchi archeologici andrebbe a direttori-manager esterni all’Amministrazione; dall’altro, al contrario, il suo silenzio su un argomento di particolare rilevanza per il patrimonio culturale siciliano, il mancato reinsediamento da ben sette anni del Consiglio Regionale dei Beni Culturali e Ambientali, ci invitano ad alcune riflessioni” (vedi: http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2017/2/127312.html).
Adesso, a distanza di circa sette mesi, Silvia Mazza, alla luce dei fatti, analizza con inesorabile acume critico la composizione del nuovo Consiglio Regionale dei Beni Culturali. Scrive dunque Silvia Mazza: “Se si è dovuto attendere otto anni, per vedere ricomposto un organo (decaduto l’8 giugno 2009) strategico per la gestione dei beni culturali in Sicilia e il risultato è un Consiglio Regionale dei Beni Culturali a cui si fatica a riconoscere autorevolezza, sia per la ridefinizione della sua composizione sia per le nomine fatte dall’ex assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Carlo Vermiglio (sostituito due giorni fa dall’avvocata messinese Aura Notarianni), allora se ne sarebbe fatto volentieri a meno”. Continua a leggere
http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2017/9/128210.html
Leandro Janni – Presidente del Consiglio Regionale Italia Nostra Sicilia