Italia Nostra

Data: 12 Settembre 2018

Siracusa e il caso “Maniace”

Com’era prevedibile l’esito dell’intervento di Italia Nostra a difesa di uno dei Beni Culturali più prestigiosi della città e dei principi di legalità ha sconvolto le aspettative di politici e non che avevano sperato in un comodo “ritorno al passato”, quando l’assenza di legislazione adeguata ha consentito di deturpare impunemente i siti più significativi e paesaggisticamente più belli della nostra città. Ma oggi non è così, e da “artefici del nulla” come qualcuno ci ha definiti, ci siamo opposti alla deturpazione e alla mercificazione di quanto di più prezioso ci è stato tramandato dalla Storia di questa città, Capitale del mondo greco d’Occidente. Se ne facciano un ragione i soliti detrattori, “piaccia o non piaccia”, la rinascita di Siracusa, precipitata nel fondo delle classifiche nazionali per le tante manchevolezze sulla qualità della vita, dovute anche alla cattiva amministrazione, può soltanto avvenire attraverso l’attuazione di un grande progetto culturale che coinvolga tutte le classi sociali, i quartieri, le periferie, le scuole, l’Università e tutti gli Enti preposti alla tutela del territorio.

Il caso Maniace, emblema dell’andazzo disdicevole di sciatteria e superficialità nell’amministrazione della Cosa Pubblica, che ha visto l’Ufficio del Demanio, la Soprintendenza e il Comune, con grande leggerezza, contravvenire all’attuazione dell’art. 52 del Codice dei Beni Culturali (D.lgvo 22 gennaio 2004 n.42) che obbliga al comma 1, l’Amministrazione Comunale, in materia relativa al settore del commercio, sentito il Soprintendente, di individuare le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l’esercizio del commercio, si sarebbe proprio potuto evitare!

La deregulation di ogni norma a tutela del decoro nel Centro Storico e di altre aree della città con valori monumentali di rilevanza impongono, ai sensi del richiamato comma 1 ter dell’art 52 T.U. Beni Culturali che:

“I competenti uffici territoriali del Ministero, la regione e i Comuni avviano, d’intesa, procedimenti di riesame, ai sensi dell’ articolo 21-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241, delle autorizzazioni e delle concessioni di suolo pubblico, anche a rotazione, che risultino non più compatibili”.

Il rispetto della legalità inoltre, impone agli stessi Organi di tutela che l’area oggetto di questa inaudita aggressione venga al più presto riportata alla normalità restituendola alla corretta fruizione con libero accesso, come espressamente indicato nella convenzione stipulata.

Lucia Acerra – Presidente di Italia Nostra Siracusa

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