Italia Nostra

Data: 30 Luglio 2018

Siracusa: ex Piazza d’Armi. Valorizzazione o mercificazione?

La Sezione di SR di ITALIA NOSTRA è presente a Siracusa con autorevolezza e competenza da ben 49 anni.
Abbiamo sempre parlato alla città ed abbiamo sempre dialogato con le Istituzioni sulle molte emergenze del Patrimonio Culturale.
Tra le tante iniziative portate avanti nel tempo, ci siamo impegnati ed abbiamo ottenuto nel 2004 la riapertura della suggestiva e straordinaria Latomia dei Cappuccini  dopo oltre un trentennio di chiusura.
Senza alcuna manomissione ma con una costante opera di manutenzione
, la Sezione ha fatto della gestione della Latomia  un “caso di scuola” in ordine alla valorizzazione, aprendola con regolarità alle visite e facendone degno scenario per eventi culturali di qualità.
Fino a quando (2014) il Comune non decise che era venuto il momento di guadagnarci. Quindi, bando ed affidamento.
E la Latomia aperta “a singhiozzo”! Per il resto, non è dato sapere.
La città attenta ed interessata ancora rimpiange la nostra gestione; ancora riceviamo telefonate per informazioni e visite.

Ora l’emergenza è lo scriteriato intervento edilizio in Piazza d’Armi, area “Maniace”, vicenda che sta sollevando un putiferio di polemiche e di carte bollate.
L’ampio spazio che dava respiro alla veduta del Castello di epoca federiciana è ora “occupato”  da uno spropositato ed invasivo manufatto che si dice “provvisorio” ma che di provvisorio ha ben poco a partire dalla durata della vantaggiosa concessione (12 anni) per arrivare alla solida e spessa piattaforma di ancoraggio in calcestruzzo e rete elettrosaldata ed alla complessa rete di sottoservizi la cui posa in opera ha comportato ulteriori escavazioni di cui si sconoscono i dati tecnici.
Il manufatto simile ad una “bocca di lupo”,  tutto  luccichìi di metalli e di superfici “a specchio”, anche abbondantemente più alto del cancello, pure sostituito (dov’è finito quello a suo tempo approntato dalla Soprintendenza?),  è quanto di meno congruo si potesse mai immaginare di inserire nell’austero ed augusto complesso di fortificazioni.

Abbiamo notizia della rimozione, o normale avvicendamento (!) che dir si voglia,  del Soprintendente, soluzione che non ci interessa più di tanto perché da rimuovere c’è soprattutto l’invasivo e spropositato manufatto, propedeutico al ripristino dello stato dei luoghi.

Ci interessa, e molto, che l’Assessorato si impegni a fare totale chiarezza sull’opaca vicenda onde consentire la restituzione alla Città di quello ” spazio non costruito che è esso stesso architettura”, come afferma autorevolmente il prof. Paolo Giansiracusa.
Altrettanto incisivo il parere dell’archeologa Bice Basile, già Soprintendente, per la quale è ” riduttivo e fuorviante qualificare quel grande spazio aperto una pertinenza della Caserma Abela, quando è esso stesso monumento che va tutelato“.

Del resto l’impatto del manufatto sull’insieme, malamente camuffato durante la presentazione del 3 Luglio (a lavori già quasi ultimati !!!), si manifesta in tutta la sua brutale invasività ed il suo “abbagliante” luccichìo a chiunque abbia un minimo di contezza del pregio del sito, nonché un minimo di senso dell’equilibrio dei volumi, dell’idoneità dei materiali  e del bello in quanto tale.

L’intervento a sostegno della Sezione del  Presidente nazionale, dott. Oreste Rutigliano, e del Presidente regionale, arch. Leandro Janni,  i quali hanno subito compreso la gravità dell’intervento che rischia di snaturare per sempre il maestoso complesso di architetture militari che va da Medioevo al Sette-Ottocento e l’interesse dei media  nazionali sono il segno che …….. si è passato il segno!

Liliana Gissara – ITALIA NOSTRA

Seguono: restituzioni grafiche e foto del manufatto

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