Italia Nostra

Data: 31 Gennaio 2018

Siracusa: il prof. Giuseppe Immè presenta Giulio Emanuele Rizzo

A Siracusa il 18 Gennaio 2018 – ore 17.30 – Salone Circolo “Unione” si è svolto l’evento “G. E. Rizzo, il Principe degli archeologi del nostro territorio”

Nell’ambito degli scambi culturali tra le Sezioni del territorio il prof. Giuseppe Immè, vicepresidente della Sezione di Melilli, ha presentato al folto pubblico la figura e l’opera del melillese Giulio Emanuele Rizzo (Melilli 1869 – Roma 1950), eminente figura di archeologo, storico dell’Arte antica e numismatico, collaboratore di Paolo Orsi e Maestro del nostro Umberto Zanotti Bianco.

Il prof. Giuseppe Immè, giovane studioso e ricercatore dal corposo curriculum  professionale e culturale (laurea in Lettere col massimo e la lode, specializzazione in Storia dell’Arte, perfezionato in Archeologia, Archivistica, Paleografia e Diplomatica, consulente scientifico di varie università; per una citazione alquanto parziale), degno discendente di G. E. Rizzo, ha presentato con fluido eloquio ed in forma piacevole ed elegante l’uomo, lo studioso, il docente appassionato e scrupoloso di una disciplina: l’archeologia, che fin dagli anni giovanili respirò con l’aria di casa essendo nato in un territorio segnato da numerose ed importanti vestigia della classicità E. Rizzo fa parte di quei personaggi certamente determinanti del c.d. periodo eroico dell’Archeologia italiana.

Il prof. Immè ha ripercorso le fasi principali dell’esistenza dell’eminente studioso nonché le prestigiose ed ambite cariche a cui fu chiamato a partecipare e la fervida e proficua attività scientifica a supporto di esse, soffermandosi principalmente sugli studi e sulle opere riguardanti siti archeologici e reperti della Sicilia.

Immè ha inoltre sottolineato l’importanza del rapporto di amicizia che Rizzo instaurò con Paolo Orsi al quale, alla fine dell’Ottocento, segnalò (per l’indiscussa abilità con la matita) il disegnatore Rosario Carta che sarebbe rimasto in forza dell’allora “Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale” per oltre 40 anni.

Tra i numerosi e prestigiosi incarichi G. E. Rizzo, oltre ad avere ottenuto per i suoi alti studi docenze nelle Università di Torino, Napoli e Roma, fu anche componente del Consiglio Superiore delle Antichità, socio dell’Accademia di Architettura, Lettere e Belle Arti; socio dell’Institut de France, Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei per la sezione: “Discipline Storiche, Filologiche e Morali”.

Fu Ispettore al Museo Archeologico di Napoli e Direttore del Museo delle Terme di Roma.

Volendosi distinguere dagli intellettuali che sostenevano il Fascismo, fu tra i firmatsari del “Contromanifesto” redatto da Benedetto Croce in risposta al “Manifesto degli Intellettuali del Fascismo” di Giovanni Gentile.

Per l’indiscussa fama conferitagli dai suoi alti studi e dai prestigiosi e numerosi incarichi ricoperti, alla fine della guerra Egli fu chiamato a fare parte della Commissione Interna dell’Accademiadei Lincei che l’avrebbe dovuta epurare dai componenti che si erano compromessi col Regime. Le resistenze incontrate  nel difficile compito di ricostituzione dell’Accademia lo indussero a dedicare gli ultimi anni della sua vita alla stesura della monumentale opera “Monete greche della Sicilia“, Roma 1945.

Identificato oramai unanimemente (v. scritti di Franco Mosino, Vincenzo La Rosa, Cettina Voza e dello stesso Immè) come l’ispiratore del personaggio di Rosario La Ciura, protagonista della novella La sirena di G. Tomasi di Lampedusa, è stato definito:

“Sovrano della scienza archeologica e Principe degli archeologi“.

La  grande  lezione di G. E. Rizzo rimane nel tempo poiché suoi allievi del calibro di Domenico Mustilli, Paola Montuoro, Domenico Zancani, Olga Elia, Umberto Zanotti-Bianco, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Giovanni Becatti ed Achille Adriani, passati dai banchi alla Cattedra universitaria o ad incarichi ministeriali, avrebbero dettato le attuali direttive dell’ insegnamento della Archeologia e della salvaguardia del patrimonio archeologico e storico-artistico nazionale.

Il relatore ha inoltre dato la possibilità ai presenti di poter prendere visione della cospicua raccolta di famiglia delle pregevoli edizioni originali delle opere di G. E. Rizzo di cui è stata apprezzata anche  l’eleganza editoriale. Tra le opere in visione citiamo: Il teatro greco di Siracusa – Milano-Roma 1923 – La pittura ellenistico-romana – Roma 1929 – Prassitele – Roma 1932.
E ancora, i 7 fascicoli, pubblicati tra il 1937 e il 1940, de: “I Monumenti della pittura antica scoperta in Italia” (Le Pitture della Casa del Poeta Tragico, le Pitture di Natura Morta, le Pitture della Casa dei Grifi, le Pitture dell’Aula Iiiaca di Caligola, le Pitture della Casa di LiviaPitture della Casa di Livia Polifemo e Galatea-Ritratti di età ellenistica.

Liliana Gissara – Vicepresidente della Sezione di Siracusa

 

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