Italia Nostra

Data: 13 Settembre 2017

Sulla riedificazione – o meno – del tempio G di Selinunte

In architettura e soprattutto in archeologia, l’anastilòsi (dal greco ἀναστήλωσις «riedificazione», derivato da ἀναστηλόω «riedificare») è la tecnica di restauro con la quale si ricompongono, si rimettono in piedi, elemento per elemento, i pezzi originali di una costruzione andata distrutta, ad esempio a seguito di un terremoto. «Rimettete in piedi con me il tempio G di Selinunte», ripete da qualche giorno, ossessivamente, uno dei candidati alla presidenza della Regione Siciliana. E d’altronde, sull’annoso e controverso tema della riedificazione del tempio G di Selinunte, si sono espressi – tra gli altri – con inequivocabile chiarezza scientifica, Cesare Brandi, Giuseppe Voza, Salvatore Settis, Sebastiano Tusa. Dunque, noi condividiamo le parole del prof. Voza – «lasciateci per ora, vedere, magari pulito, ben mantenuto e assistito, il gigantesco ammasso delle membra abbattute del tempio G che da secoli domina il magico paesaggio archeologico di Selinunte» –, mentre del tutto impropria ci appare l’ipotesi della ricostruzione.

Leandro Janni
Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia

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