Italia Nostra

Data: 23 Maggio 2020

Siracusa: la Toponomastica dei quartieri storici non si tocca

Siracusa: la Toponomastica dei quartieri storici non si tocca. Liliana Gissara, presidente della sezione di Siracusa, in una lettera molto dettagliata sottolinea i motivi di contrarietà alla proposta di sostituzione della denominazione di Viale Cadorna. “Apprendiamo di una proposta di sostituzione della denominazione di Viale Cadorna, quartiere storico Borgata S. Lucia,  – si legge nella missiva – che non possiamo condividere perché la Toponomastica dei quartieri storici gode della medesima qualifica. Il parere unanime del direttivo di Italia Nostra è che la Toponomastica storica non si tocca. Tanto più che quella della Borgata S. Lucia ha una sua propria “omogeneità a tema storico” lungo la direttrice Nord-Sud. Omogeneità che si deve alla storica “Commissione Toponomastica”, organismo a cui erano chiamati i migliori intellettuali della città, la quale un secolo fa per quel quartiere sorto da poco scelse di tramandare ai posteri la memoria di luoghi, di personaggi e di eventi della Grande Guerra.

Quell’omogeneità tra quartiere e toponomastica va mantenuta in quanto tiene insieme eventi, luoghi e personaggi. Da Via Montegrappa a Piazza della Vittoria a Via Armando Diaz si snodano nomi di luoghi, di personaggi e di eventi che stanno nei libri di Storia. Tra via Pasubio e Piazza della Vittoria insiste il Viale Cadorna, che ricorda la disfatta di Caporetto. Purtroppo una sconfitta non si cancella dalla Storia sostituendo una targa toponomastica. Senza la sconfitta di Caporetto, l’Italia avrebbe vinto quella guerra? E Diaz sarebbe stato l artefice della vittoria? Le sconfitte servono anche per ripensare modelli bellici e strategie politiche. Anche per questo, unitamente ai loro artefici, la loro memoria va consegnata ai posteri. Cadorna, come Diaz, sono ormai nella Storia.

Siracusa – La targa d’epoca di V.le Cadorna

La Toponomastica dei Centri storici (Siracusa ne ha ben due) è componente intrinseca, seppure immateriale, dei Centri stessi ed è parimenti storicizzata. La tutela di un centro/quartiere storico non può prescindere dalla tutela della componente toponomastica. Anzi, è auspicabile una chiara integrazione in tal senso del Codice dei Beni Culturali.

Non è che perché siamo ormai una Repubblica si pensa di ridenominare Corso Umberto I o Viale Regina Margherita! La Repubblica, instaurata nel dopoguerra, viene rappresentata nel quartiere Neapolis, prima espansione post-bellica della città. I nomi delle vie là sono e là devono rimanere. Non è che la Storia d’Italia può essere ricordata solo a metà. Questo è il parere unanime del Direttivo della Sezione. In via più generale,  – conclude Gissara – la Toponomastica consente un viaggio nella Storia fatto di luoghi, personaggi, miti, eventi, tradizioni, che costituiscono uno stimolo alla una migliore conoscenza del passato, per una più adeguata proiezione nel futuro.”

Percorrere le vie di un centro/quartiere storico è come sfogliare le pagine di un Enciclopedia dove luoghi, personaggi ed eventi vengono proposti alla memoria collettiva. Purtroppo, per i motivi più disparati, la tutela della Toponomastica storica sta diventando sempre più ardua.

 

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