Italia Nostra

Data: 25 Gennaio 2018

Italia Nostra Massa: contro la discarica ex Cava Viti

La questione della Cava Fornace (ex cava-Viti), una discarica al confine tra le province di Massa Carrara e Lucca, da tempo considerata da tutti di importante criticità ambientale, riprende rilevanza grazie al dibattito elettorale in corso a Montignoso, il comune sul quale insiste maggiormente.

Mentre il candidato sindaco dem Gianni Lorenzetti vuole rassicurare i cittadini della sua sicurezza e della compatibilità con il territorio – addirittura durante un openday organizzato direttamente in cava in nome della trasparenza – Settimo Del Freo di Montignoso Democratica è più scettico e mette, tra i punti del suo programma elettorale, un aumento dei controlli ambientali e delle verifiche anche amministrative sulla sua gestione, auspicando addirittura un ritorno alla sua destinazione iniziale di deposito scarti di lavorazione del marmo. Stretti controlli da parte di ARPAT sono richiesti anche dal leghista Andrea Cella, mentre  la sua chiusura viene auspicata da Paolo Lenzetti dei M5S, definendola non idonea in nome dei ricorsi pendenti, vincoli idrogeologici, sismici e paesaggistici che la riguardano.  Dal lontano 1988, quando l’attività estrattiva all’interno della cava venne cessata per crearne un centro di raccolta della marmettola a km 0, necessario dopo la chiusura delle discariche di Altopascio e Massarosa, la Cava Fornace ha vissuto una storia complicata. Nel 2007 la Provincia di Massa destina il sito alla raccolta di altre tipologie di rifiuti: cemento-amianto (Eternit), terre provenienti da siti inquinati e bonificati e fanghi di dragaggio fluviale, periodicamente controllati dall’Arpat e monitorati dalla popolazione preoccupata per la propria salute. Dietro a questo c’è la questione, non di poco conto, che la cava è insita nell’area naturale protetta del Lago di Porta, ricca di biodiversità, attualmente in degrado da cui provengono forti miasmi che molti correlano alla vicina discarica. Inoltre la cava insiste su un terreno carsico e, nonostante alcuni interventi tecnici, può mettere a rischio l’inquinamento del bacino idrico circostante. In questa disputa tra ambientalisti e gestori della discarica, non mancano ulteriori contese che riguardano le royalties, tra il comune di Pietrasanta, il comune di Montignoso e il comune di Prato, che attualmente è proprietario dell’80% della cava.

LA SEZIONE DI MASSA-MONTIGNOSO INSIEME A QUELLE DELLA VERSILIA DI LUCCA E APUOLUNENSE si sono sempre battute in prima linea contribuendo a vari studi tecnici come l’INCHIESTA PUBBLICA il dossier sul LAGO DI PORTA  e il convegno sulla pericolosità dell’amianto – tutto questo senza alcun interesse di partito o linea politica ma solo per il benessere dei cittadini quindi sabato ITALIA NOSTRA parteciperà al corteo con i propri cartelloni e con le bandiere nella speranza che la partecipazione sia totale.

Per una storia per immagini alleghiamo una veduta della cava subito dopo la chiusura delle lavorazioni per le fornaci di calce (quattro) – segue la foto della dogana di porta ai primi dell’ottocento, foto del gruppo in  attesa di sfilare ed infine il cartello di invito per sabato.

 

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