Italia Nostra

Data: 22 Marzo 2019

Per una gestione unitaria del Padule di Fucecchio, bene comune da preservare

Apprendiamo da più fonti che il processo di smembramento della gestione del Padule di Fucecchio implicito nel progetto pensato dall’assessore regionale Fratoni insieme ad alcuni Sindaci della zona sta per andare a compimento. L’area umida interna più importante d’Europa, censita fra le aree di rilievo nella convenzione di Ramsar, luogo di stazionamento e di riposo nelle rotte migratorie di molte specie di uccelli acquatici, non è più considerata un’eccellenza ambientale da tutelare e valorizzare secondo criteri unitari, bensì appare degradata a bene di valenza comunale che potrà essere gestita con modalità diverse dai singoli Comuni.

Quindi avremo il comune di ponte Buggianese che, dopo aver preso molti soldi pubblici per la ristrutturazione della “Dogana” come corrispettivo per un depuratore mai costruito, potrà decidere autonomamente cosa fare dell’osservatorio delle “Morette” meta abituale di scolaresche in visita al padule, così come il comune di Larciano, ove ricade il centro visite di Castelmartini, anch’esso costruito con finanziamenti europei, potrà decidere di assegnare la struttura in gestione a chi riterrà opportuno; infine il Comune di Altopascio deciderà a chi affidare la gestione del lago della “Sibolla”, altra area di pregio ambientale. E’ un provvedimento illogico: non si capisce perché mentre tutti i servizi pubblici per una migliore qualità, efficienza ed economicità tendono a essere articolati in bacini più ampi, qui, nel padule di Fucecchio, dove abbiamo un vero bacino fisico con omogeneità ambientali, storiche e culturali, si torni indietro, verso una dimensione comunale, perdendo e disperdendo professionalità e capacità maturate negli anni grazie ai molteplici soggetti pubblici e privati che hanno operato presso il Centro di Ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio.

Come è pensabile che un territorio così omogeneo possa avere gestioni diverse? Vogliamo forse tornare ai tempi delle contese fra chi voleva un padule come lago per la pesca e chi voleva ridurlo a terreni coltivati? La frammentazione porterà ad una minore capacità progettuale e gestionale e forse a una situazione di stallo, magari ravvivata da qualche manifestazione folcloristica. Insomma si creerà una situazione da cui trarranno beneficio gli interessi di quelle forze corporative che in passato hanno sempre pesato negativamente sulle vicende del Padule di Fucecchio.

Ricordiamo che molte associazioni culturali ed ambientali nel recente passato hanno manifestato il loro dissenso verso questo progetto che mette in discussione la stessa esistenza del Centro di ricerca documentazione e promozione del Padule di Fucecchio. In particolare, a Fucecchio “Italia Nostra Sez. Mediovaldarno”, “Fondazione I Care”, “C.A.I. sezione Valdarno Inferiore “Giacomo Toni” avevano, nel 2017, promosso un appello sottoscritto da molti cittadini, insegnanti e studenti, a seguito del quale il sindaco di Fucecchio si era impegnato verso la Regione Toscana affinché mantenesse le risorse finanziare per la funzionalità del “Centro di ricerca”, salvaguardando le professionalità esistenti. Oggi chiediamo al sindaco Spinelli di mantenere questo impegno.

Quindi esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per gli orientamenti emersi recentemente e i conseguenti provvedimenti che stanno per essere presi: per noi il padule di Fucecchio è un bene di interesse pubblico, da preservare, valorizzare, da far conoscere ai cittadini, agli studenti e quindi necessita di una visione e progettualità unitaria, con il contributo di tutti i soggetti che qui operano, ma soprattutto coinvolgendo le migliori risorse professionali e culturali che già abbiamo e a cui possiamo attingere.

Sezioni Medio Valdarno Inferiore e Valdinievole

e Consiglio Regionale della Toscana ITALIA NOSTRA

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