Italia Nostra

Data: 10 Agosto 2015

Richiesta di Dibattito pubblico per il porto di Carrara

Da poco si è concluso il dibattito sul Piano Paesaggistico che sembrava, se non altro, voler stabilire i principi di una seria politica del territorio basata sul risparmio di suolo, la rigenerazione, il recupero e l’eventuale diverso utilizzo di strutture dismesse e/o inutili e dannose perché mal progettate, mal utilizzate e mal dimensionate. Il porto di Marina di Carrara, che sempre ha provocato danni, è una di queste strutture. Le banchine, da anni ormai deserte per l’inarrestabile riduzione del traffico commerciale, testimoniano eloquentemente l’inutilità di questo porto, tanto che anche le Autorità del mare, prendendo atto della sua ingombrante inutilità, irreversibile e crescente, declassandolo, ne hanno accorpato l’Autorità Portuale a quella di La Spezia. Oggi, paradossalmente, si ripropone un maxi-porto, ugualmente inutile, ma infinitamente più dannoso per il suo accresciuto impatto sull’ambiente. Si avrebbero, infatti:

–  ulteriori danni  per l’unità fisiografica di costa, perché:

–  Il porto di Carrara ha messo in crisi l’equilibrio dinamico che regola l’erosione, il trasporto e la sedimentazione delle sabbie della linea di costa. Il progettato aumento delle superfici cementificate e asfaltate accentuerebbe ulteriormente il processo erosivo che, da anni, distrugge le spiagge apuane; inoltre si ha

–  l’amplificazione del rischio idraulico e idrogeologico: le alluvioni di zone di fondovalle e di foce del Carrione dovute alle alterazioni delle sue dinamiche naturali (imposte da esigenze portuali) e ai pesanti lavori di palancolatura già effettuati per l’ampliamento delle banchine sono una ormai triste realtà per gli abitanti di Marina e di Avenza.

Il buon senso e una corretta e realistica interpretazione dei fatti imporrebbero una riduzione e una rimodulazione delle strutture del porto per ovviare al loro effetto perverso, e, insieme, l’adozione di necessari e improrogabili interventi di recupero ambientale. Invece, con spesa folle (50 milioni di euro, addirittura), se ne sta progettando l’ampliamento. A dispetto anche della Comunità Europea che raccomanda – “Gestione integrata delle Zone Costiere” –  di tener conto che il profilo di una costa dipende dal rapporto interdipendente ed integrato di vari elementi: il suolo, le acque (e il loro bacino idrografico), gli habitat, i manufatti costieri ed aggettanti in mare, le opere di difesa… e di fondare  le decisioni su dati e informazioni attendibili, operare in sinergia con gli elementi naturali, essere in grado di prevedere eventi imprevisti, assicurare la partecipazione di tutti gli attori….

Ma poiché, come dice un nostro proverbio “dopo il male viene il peggio”, si torna anche a riproporre il porto turistico tra la foce del Carrione e quella del torrente Lavello. Questo progetto è stato ripetutamente bocciato dai Ministeri interessati e dal tribunale amministrativo, e quello oggi riproposto, praticamente, ne è la versione copia-incolla. Secondo l’Osservatorio Nautico Italiano, tra il 2009 e il 2012 la spesa media dei nostri diportisti si è più che dimezzata a fronte all’aumento dell’offerta di infrastrutture portuali del 10%, ma il flusso di denaro legato alla speculazione dei porti turistici – guidata da Caltagirone Bellavista – è enorme, pari solo ai danni che inevitabilmente provocherà all’ambiente e al paesaggio. Per il porto turistico di Marina di Carrara-Marina di Massa si prevedono 1400 posti barca, parcheggi, negozi, bar, yacht club, ristoranti, alberghi, ville e appartamenti, impianti sportivi e del benessere, spazi per la movida, ecc: un vero “Bengodi”. Roba da palazzinari. E gli Amministratori di Carrara e di Massa si sono affrettati ad adeguare gli strumenti urbanistici dei loro comuni a questa succulenta realizzazione.

Il sindaco Zubbani ha assicurato i suoi cittadini che questi interventi non altereranno lo stato dei luoghi, anzi lo miglioreranno, ma i cittadini di Carrara non hanno molti motivi per dar credito alle assicurazioni del loro primo cittadino. Al Presidente Rossi che oggi annuncia una politica di difesa dell’ambiente che “non si limiti alle chiacchiere” (come teme che faccia l’Europa), chiediamo di rileggersi quanto abbiamo scritto nelle nostre Osservazioni al Piano Paesaggistico e di fermare questa colata di cemento e asfalto. Salvi dalla distruzione le coste apuane e versiliesi, denunciando l’intesa sulle opere portuali di Carrara firmata in questi giorni dall’assessore Regionale alle Infrastrutture, lo stesso che, nel 2012, ha firmato lo stanziamento di 46 e più milioni di euro per l’erosione e il riequilibrio del litorale toscano.

Per questo, invochiamo l’applicazione della L.R. 2 agosto 2013, n.46 che prevede il Dibattito Pubblico obbligatorio (art.8)

–  1. per le opere di iniziativa pubblica che comportano investimenti complessivi superiori a euro 50.000.000;

–  2. Per le opere di iniziativa privata che comportano investimenti complessivi superiori a euro 50.000.000 ….;

–  3. per opere di cui ai commi 1 e 2 che comportano investimenti complessivi tra euro 10.000.000 e 50.000.000 che presentano rilevanti profili di interesse regionale, l’Autorità può comunque disporre un Dibattito Pubblico, sia di propria iniziativa, sia su richiesta motivata….

E tra i richiedenti il Dibattito Pubblico, ci sono anche la Giunta e il Consiglio Regionale e c’è anche “almeno lo 0,1 per cento dei residenti che hanno compiuto 16 anni anche organizzati in associazioni e comitati.…”. Noi chiediamo che la Regione Toscana e l’Autorità per la Garanzia e la Promozione della Partecipazione promuovano questo Dibattito Pubblico. Sarebbe una vera indecenza se il Dibattito Pubblico venisse eluso.

 Il Presidente di Italia Nostra/Toscana Antonio Dalle Mura

Il Presidente di Italia Nostra/sezione Apuolunense Mario Venutelli

Il Presidente della sezione di I.N.di Massa Montignoso, Bruno Giampaoli

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