Italia Nostra

Data: 10 Aprile 2015

San Quirico d’Orcia – Crolla il Pontaccio bellissimo ponte in Val d’Orcia sulla via Francigena-Romea

Chiamato il Pontaccio, ma di una bellezza unica, ma oggi il ponte non c’è più. Un crollo, un boato in un silenzio assordante, un silenzio totale, mentre chi se ne dovrebbe interessare è impegnato a pontificare una tutela che viene fatta solo a parole e non nei fatti e questo crollo non è l’unico riguardante i tesori che i nostri avi ci hanno lasciato.

Il Pontaccio è (era!) un ponte a navata unica inserito nel contesto irripetibile della Val d’Orcia, un paesaggio fatto di colline e tesori d’arte, fra cieli, spazi verdi e l’ocra delle dolci forme e panorami che si apprezzano ancora di più camminando lentamente sulla via Francigena, un cammino con te stesso tra tesori dell’arte e della natura, camminando per ore senza sentire il peso fisico perché una forza interiore ti spinge a cercarti ed a scoprirti anche grazie ai preziosi incontri che fai con la tua anima e con quella degli altri pellegrini.

E’ un’esperienza unica per la ricca spiritualità che racchiude e che la tua mente ripercorre con le immagini e con le sensazioni, anche quando ti trovi ad partecipare mesi e mesi dopo ad un convegno su “La Via Romea Germanica” a Palazzo Corgna di Città della Pieve. Riscopri l’entusiasmo nell’illustrazione del recupero di un importante tratto della via Francigena, che corre da Radicofani a città della Pieve, e questo grazie ai lavori conservativi effettuati in numerosi gioielli artistici storici e religiosi che i tre Comuni di Città’ della Pieve, San Casciano dei Bagni e Radicofani hanno effettuato.

Il cuore si riempie di gioia, ma subito dopo si arresta per piangere alla notizia del crollo del bellissimo ponte e così ci si chiede com’è possibile ascoltare parole di impegno per un turismo sostenibile quando a pochi chilometri di distanza un gioiello autentico della Francigena ha ceduto per l’incuria e nel disinteresse. L’arco sul torrente Tuoma ha sopportato il travaglio e la gioia di milioni di pellegrini ma non ha retto a quel dilagante e serpeggiante disinteresse verso il patrimonio storico, che oltre ad essere di inestimabile valore potrebbe portare nuovamente linfa a quello che è ormai una delle nostre attività principali: il turismo d’arte.

Il Pontaccio non doveva crollare ed i responsabili sentano su di loro tutto quel peso che il Pontaccio per secoli ha conservato in silenzio con sé.
Si intervenga subito e fattivamente!

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