Stadio “Artemio Franchi”: Mario Bencivenni a TVR Telitalia (al minuto 11.15) e intervistato su lindro.it, 19 gennaio 2021 in un articolo di Marcello Lazzerini “Salvato lo Stadio Franchi, ora via al restyling” che qui di seguito si riporta.
‘Stadio Franchi, un capolavoro architettonico da salvare’, era il titolo con il quale ‘L’Indro’ raccoglieva l’appello rivolto al Ministro Franceschini, lanciato da importanti enti associazioni e personalità internazionali dell’architettura e della cultura, contro le ipotesi di demolizione dell’opera di Pieri Luigi Nervi.
Era il 1° dicembre del 2020 e la nostra era una delle rarissime voci di stampa, oltre a quelle di settore, a levarsi contro quel pasticciaccio brutto dell’art. 55 bis del decreto legge Semplificazioni, escogitato da un gruppo assortito di parlamentari per aggirare i vincoli di tutela dei beni culturali e dare via libera alla demolizione di parte dello stadio Franchi, monumento nazionale, del Flaminio e di altre opere che hanno segnato un’epoca dell’architettura moderna. Ebbene, a poco più di un mese e mezzo di distanza, il Mibact ha chiuso definitamente il capitolo Franchi, ponendo uno stop irrevocabile ad ogni velleità distruttiva, anche parziale, del capolavoro di Nervi, a sostegno della cui integrità si erano pronunciati architetti di fama come Calatrava e Foster, oltre ad organizzazioni come il Fai, Italia Nostra, Ordine degli Architetti, Icomos, P.L.Nervi Project Association e altre ancora.
La lettera della direttrice generale del Paesaggio Federica Galloni, è piovuta sui tavoli del Comune di Firenze e della Ac Fiorentina, suscitando sconcerto in quanti si erano avventurati per mesi e mesi sulla strada di un restyling demolitivo, tanto velleitario quanto improponibile, adducendo a motivo lo stato fatiscente e di degrado di alcune parti dello Stadio. Ora, senza alcun ripensamento autocritico del proprio agire, il Comune di Firenze, che aveva imboccato questa azzardata strada, fa proprie le indicazioni ministeriali e il Sindaco Dario Nardella annunzia solennemente che, dopo il ritiro dall’operazione del Presidente e patron dell’AC Fiorentina, l’ italo-americano Rocco Commisso: “ora faremo da soli, interverremo su tutta la struttura, gradinate, volumi, sia all’esterno che all’interno, copertura dell’impianto e duplicazione delle curve, la prima fase dei lavori di miglioramento comporterà una spesa di 8 milioni di euro e inizieranno subito, per il restauro conservativo sarà lanciato un concorso internazionale di altissimo livello, per ottenere un risultato di altissima qualità come si addice a Firenze.”
Dunque, come dice il poeta, ‘tutto è bene quel che finisce bene?’ Ce lo auguriamo. Certo è che gli organismi che si sono opposti con tenacia ai progetti di demolizione del Franchi, indicando le strade corrette da percorrere, in primis la Sovrintendenza Mibact di Firenze, ma anche Italia Nostra e vari altri, non possono dimenticare il tempo trascorso inutilmente da parte del Comune di Firenze inseguendo progetti che non portavano a niente, mentre venivano trascurati i necessari interventi per eliminare degrado infiltrazioni d’acqua e condizioni penose dei servizi igienici, che per anni hanno afflitto i tifosi viola.
Né tacere le aggressioni mediatiche cui è stato sottoposto sui social il Sovrintendente Andrea Pessina, additato da un certo populismo becero come il simbolo della macchina burocratica che impedirebbe agli imprenditori di aver mano libera, senza vincoli e leggi da rispettare. Un’ondata anticulturale che ha investito anche quanti si erano opposti alle richieste di demolizione totale o parziale del capolavoro architettonico di Pier Luigi Nervi o addirittura ( folle idea!) di scorporarne le parti più significative, come la scala elicoidale o la torre di Maratona: archistar e studiosi della materia nomi illustri del mondo culturale italiano e internazionale trattati con disprezzo, da Bruxelles era dovuta intervenire Elisabetta Margiotta Nervi, nipote del genio dell’architettura cui si devono vari altri capolavori, come la Sala Nervi in Vaticano, per chiedere la rimozione dello striscione davanti allo Stadio invocante la ‘demolizione del Franchi’, un bene monumentale di proprietà del Comune di Firenze.
“E’ dal dicembre 2018 che abbiamo fatto sentire la nostra voce critica” – ricorda lo storico Mario Bencivenni, vicepresidente della sezione fiorentina di Italia Nostra – “sia quando il Comune prese ad inseguire l’idea di un nuovo stadio nell’area rivelatasi inadeguata della Mercafir, che successivamente quando si è affacciata l’idea di demolizione del Franchi o di parte di esso, presentata come unica soluzione possibile, ignorando altre opzioni, per fronteggiare il degrado e le infiltrazioni d’acqua all’interno dello Stadio, sulle quali invece era doveroso intervenire, come hanno indicato le ispezioni e contro ispezioni effettuate sulla struttura.”
Bencivenni rivendica anche l’idea di Italia Nostra, di un restyling del Franchi, che addizionasse alla struttura elementi architettonici moderni se non avveniristici, in grado di offrire non solo le migliori condizioni di fruibilità del bene, ma anche una visione estetica significativa, basata sul connubio tra passato e contemporaneità. Sì da avere un’opera unica al mondo, di grande richiamo e prestigio, realizzabile attraverso l’impiego di fondi europei. Ora ci siamo, dunque: meglio tardi che mai.
Ma la soddisfazione di Italia Nostra, precisa, risiede nel fatto che il parere ministeriale riconosce il valore storico-artistico dello stadio A. Franchi e i suoi valori testimoniali e fa proprie le indicazioni emanate a suo tempo dalla Soprintendenza Mibact di Firenze, relative alle problematiche della conservazione e dell’adattamento funzionale dello stadio, lasciando ampi spazi per un restauro che tenga conto delle legittime esigenze della tifoseria relative a copertura delle gradinate, visuale etc, di adeguamento agli standard internazionali nonché la possibilità di creazione di spazi commerciali all’esterno delle gradinate protetti da vetrate. “Resta ora da superare l’articolo 55 bis del decreto legge Semplificazioni, norma approvata dal Parlamento italiano con un iter affrettato nella conversione estiva in legge di un decreto per la semplificazione che presenta palesi profili di incostituzionalità, e sul quale Italia Nostra auspica che a partire dal Presidente della Repubblica si attivi un percorso che porti all’abrogazione di questa norma.”
Subito dopo l’emanazione delle norme ministeriali relative al Franchi, lo stesso Soprintendente Andrea Pessina aveva espresso la propria legittima soddisfazione: “Non nego di essere soddisfatto, a livello istituzionale e personale, per la risposta del Ministero” , dichiarava a caldo augurandosi “che anche alla luce del dibattito internazionale che c’è stato i fiorentini abbiano capito il valore dell’opera di Nervi, l’importanza del loro stadio”. Riguardo alle accuse mossegli di voler ostacolare il rifacimento dello Stadio, Pessina ricorda che: “La Soprintendenza non ha mai detto che il Franchi fosse intoccabile, solo che la strada non poteva essere la demolizione delle curve o addirittura dell’impianto. Le aperture date dal Ministero sono tante: le tamponature sotto le curve, i parcheggi, la possibilità di creare nuovi spazi commerciali anche sotterranei, le sedute, la copertura. Immagino che qualche fiorentino mi ringrazierà, forse qualche tifoso no, ma io ho fatto il mio dovere”.
Entrando più nel dettaglio degli interventi suggeriti, lo Stadio si può coprire purché gli appoggi verticali siano esterni, le scale elicoidali siano mantenute dove si trovano, così come la torre di Maratona, le curve e l’anello originario strutturale non si possono abbattere ma è possibile realizzarne delle nuove più vicine al campo, parallele a quelle esistenti e delle stessa altezza e uguale inclinazione, inoltre sotto le gradinate è possibile realizzare avveniristiche tamponature in vetro per strutture commerciali, servizi igienici e aree di hospitality.
Insomma, il Ministero accoglie le varie proposte avanzate dal mondo della cultura e della difesa del nostro patrimonio architettonico di stampo razionalista. Ora, compito primario dell’Amministrazione Comunale, sarà quello di porre fine agli sfoghi ancora in atto sui social, facendo opera di persuasione verso la tifoseria che prima è stata indirizzata a sostegno della demolizione del Franchi e, oggi deve essere ‘riconvertita’ a sostegno della soluzione più ragionevole, razionale, lungimirante e avveniristica del Franchi, che dal 1932, oltre a rappresentare uno degli esempi più significativi della cultura architettonica del primo ‘900, costituisce anche il tempio laico della tifoseria viola e dello sport fiorentino.