Italia Nostra

Data: 9 Aprile 2018

Borgo abbandonato di Salci – Città della Pieve (Perugia): segnalazione per la Lista Rossa

ULTIM’ORA: Il Borgo di Salci ha ottenuto un finanziamento da parte del MiBAC per il recupero della chiesa di San Leonardo (vedi su https://www.italianostra.org/il-borgo-di-salci-inserito-in-lista-rossa-ha-ottenuto-un-finanziamento-dal-mibac/)

***

Indirizzo/Località: A circa 4 Km da uscita Fabro – Autostrada Roma-Firenze – Città della Pieve (Perugia)

Tipologia generale: borgo

Configurazione strutturale: Borgo con castello, chiesa di San Leonardo e chiesetta di San Pio

Epoca di costruzione: Sec. XIII

Uso attuale: intero bene: ex abitazione/attività produttive agricole in stato di abbandono dagli anni ’80 del novecento.

Uso storico: intero bene: borgo ad uso abitativo rurale

Condizione giuridica: Il borgo ed il Castello appartengono ad un privato. La Chiesa di S. Leonardo alla diocesi di Città della Pieve, la chiesetta di S.Pio ad un altro privato. Tutto il complesso, in stato di abbandono, è vincolato della Soprintendenza di Perugia. Tutto il complesso denominato CASTELLO DI SALCI, gravano due provvedimenti di tutela: vincolo indiretto del 21/6/1997 e vincolo diretto del 9/07/2013

Segnalazione: del 8 febbraio 2018 – segnalazione firmata da un cittadino

Motivazione della scelta: Salci è un centro abitato situato nella valle del torrente Fossalto circondato da un territorio acquitrinoso e paludoso che nel corso dei secoli (sebbene fosse considerato un ambiente malsano) favorì l’attività agricola. Il diffondersi della coltivazione, a sua volta, contribuì all’incremento demografico e al conseguente stabilirsi di una popolazione lungo le colline. Solo nel 1780 venne attuato il progetto di bonifica del territorio che ebbe dei riscontri sia ambientali che sociali, ad esempio l’eliminazione radicale del banditismo nella zona. Questi avvenimenti contribuirono insieme a far diventare Salci un centro abitato invidiabile tanto che, trovandosi sulla zona di confine, per anni fu oggetto di contesa tra la città di Pieve e Orvieto.

La città di Salci è particolarmente interessante per il suo castello, attualmente abbandonato. L’architettura di quest’ultimo, che nel tempo subì molte variazioni, è affascinante. Della fase trecentesca rimane solo la pianta e, a partire dal 1300, documentazioni storiche ci forniscono informazioni precise riguardo i passaggi di proprietà e le variazioni architettoniche del borgo fortificato. Sappiamo infatti con certezza che dopo la pace di Monteleone del 1497 la proprietà di Salci tornò alla famiglia Bandini che a sua volta lo cedette per 60 mila scudi ad Antonio Bonelli. Durante questi anni il castello subì vari interventi di rinnovamento come ad esempio la costruzione dell’elegante loggetta o della cappella in onore di Papa Pio V.

Più tardi, nel 1736, il vescovo Argelati ci fornisce una dettagliata analisi del borgo, descrivendolo come un castelletto murato molto funzionale per la sua area abitativa, e una descrizione della sua area circostante. Successivamente, grazie alla visita del vescovo Mancini e delle susseguenti visite pastorali, veniamo a conoscenza che Orvieto riesce finalmente ad appropriarsi di Salci, che la chiesa parrocchiale subisce dei rinnovamenti, e che entro la fine del XIX secolo l’intera edilizia civile di Salci subì una risistemazione generale, come ad esempio al tetto, alle finestre e al granaio.

Questo è stato l’ultimo intervento di restauro di cui si ha notizia.

Ci daresti una mano?

Regalati la tessera di Italia Nostra e donala ai tuoi amici per proseguire una storia lunga oltre 65 anni di iniziative, progetti e battaglie per il Paese.

Italia Nostra
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy