Vogliamo inaugurare questa nostra prima Giornata nazionale del Paesaggio con qualche riflessione e alcune immagini che certamente saranno più eloquenti di molte parole.
Si fa un gran parlare in questi giorni della protesta della comunità di Poreta contro il nuovo impianto industriale di triturazione e trattamento di materiali inerti che sta sorgendo accanto alla dismessa cava estrattiva della Eredi Marcucci snc, proprio ai piedi del piccolo centro storico. Non vogliamo entrare nel merito del rispetto delle norme e della regolarità o meno – ancora da verificare – dell’iter delle autorizzazioni concesse dalla Regione e dal Comune di Spoleto, ma piuttosto concentrare l’attenzione su un principio che viene prima delle autorizzazioni stesse e che in nessun modo può essere considerato marginale, cioè quello che riguarda l’etica di certe scelte e il criterio seguito.
Ci chiediamo se, prima di stabilirne l’“opportunità”, siano stati effettuati sul posto i dovuti sopralluoghi per una valutazione obiettiva da parte di tutte le autorità interessate e se, in altre parole, le “firme” alla concessione abbiano avuto il supporto consapevole di una profonda conoscenza del territorio, nel rispetto della sua storia, della sua identità e di chi ci abita. Ci si domanda se siano state attentamente ponderate altre possibilità, meno “impattanti” sulla natura del luogo e sulla vita delle persone. E’ chiaro che nessun abitante di Poreta si sarebbe mai opposto alla notizia di un semplice ripristino ambientale della cava tramite il suo riempimento con materiale inerte, sulla scorta del lodevolissimo piano regionale di recupero delle cave dismesse – a proposito, delle 66 cave sparse nella sola provincia di Perugia quante ne sono state recuperate finora?
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Come Italia Nostra abbiamo fatto nei giorni scorsi alcune perlustrazioni nella zona e abbiamo voluto fotografare le due facce contrastanti di questo tratto della antica Valle Spoletana – per una volta fatecela chiamare col suo nome originale!-. Se da una parte la constatazione dell’integrità di alcune zone ci ha sicuramente confortato e ritemprato lo spirito, dall’altra la rinnovata visione della devastazione che assedia questi lembi di territorio ancora intatti ci conduce ad una sempre maggiore diffidenza nei confronti di un certo tipo di decisioni – e delle promesse che puntualmente le accompagnano – che come meteore piombano dall’alto e si schiantano sul terreno ancora fertile di un patrimonio che però non è privato, ma comune: il nostro paesaggio appunto. Guardate le immagini e giudicate voi.
Caterina Sapori
Presidente Italia Nostra Spoleto
L’articolo è tratto da un post pubblicato sulla pagina facebook di Italia Nostra Spoleto