Il corso del fiume Brenta, nel tratto montano del vicentino, è stato da sempre oggetto di enorme sfruttamento idroelettrico (attualmente sono già cinque le centrali attive in questo tratto) con ingenti danni ambientali e paesaggistici. Non va dimenticato inoltre cosa c’è poi in funzione e in progetto (Grigno) nel tratto trentino della Valbrenta. Nel 2012 un decreto della Regione Veneto concedeva l’autorizzazione ad un privato (con il parere favorevole del Genio Civile già nel 2011) per costruire una nuova centrale idroelettrica per lo sfruttamento delle acque del Brenta nell’unico tratto rimasto a regime naturale dove, negli ultimi anni, si sono sviluppate numerose attività con finalità turistiche, sportive ed educative, che hanno notevolmente valorizzato la Valbrenta sia a livello nazionale che internazionale. Nel 2013 i ricorsi delle amministrazioni rivierasche e delle associazioni dei pescatori ottenevano importanti vittorie al Tar per la incredibile mancanza di una preliminare valutazione di impatto ambientale (VIA). Ciò nonostante in queste settimane il progetto è stato ripresentato addirittura con richieste di aumento della potenza elettrica da produrre.
E a Bassano del Grappa lungo via Pusterla cosa sta succedendo nel canale dei vecchi molini?
Oggi è in progetto una centrale elettrica senza alcuna utilità pubblica ma solo per una iniziativa privata:
- in una zona vincolata sin dal 1955 si profila una modifica estremamente impattante dal punto di vista paesaggistico
- in un’area delicata dal punto di vista biologico si cambia l’ecosistema del fiume
- in una zona a nord del Ponte di Bassano – manufatto storico già in severo pericolo statico – si alterano i flussi e i regimi delle acque
- in un ambiente delicato per le variazioni di portata si peggiorano velocità, temperatura e quantità delle acque: il fiume vive perché ha una portata costante tutto l’anno; vivono e si riproducono salmonidi come la trota marmorata ed altre specie animali protette
- in una area rinaturalizzata e frequentata da tantissime famiglie si cambia la destinazione dei luoghi
- dopo anni di richieste della popolazione bassanese che hanno portato al recupero e valorizzazione di percorsi escursionistici lungo le sponde si cambiano i valori di queste scelte protezionistiche.
Entrando nel dettaglio:
Esistono sul posto vincoli: Vincolo Paesaggistico ex L.778/22 e Vincolo Paesaggistico D.Lgs 42/2004;
Il PAT considera l’area all’interno delle Invarianti del Fiume Brenta (art 7e 24);
Il PAT, carta delle Fragilità, considera l’area “bordo di terrazzamenti alluvionali, terreno non idoneo alla edificabilità, rischio geologico e idraulico, zona molto esposta”;
Il PAT, carta della Trasformabilità, l’area è considerata facente parte del corridoio ecologico principale.
PAT – Invarianti, art 7.1.1/2 così recita “ deve essere garantito il mantenimento, il ripristino, la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio (reticolo dei canali e dei torrenti, manufatti, muretti a secco, viabilità vicinale, ecc.)”
Italia Nostra Sezione di Bassano del Grappa si oppone alle nuove centrali elettriche sul fiume e con forza dice: “Giù le mani dal fiume Brenta!”