Italia Nostra

Data: 9 Luglio 2014

Giù le mani dal fiume Brenta!

Il corso del fiume Brenta, nel tratto montano del vicentino, è stato da sempre oggetto di enorme sfruttamento idroelettrico (attualmente sono già cinque le centrali attive in questo tratto) con ingenti danni ambientali e paesaggistici. Non va dimenticato inoltre cosa c’è poi in funzione e in progetto (Grigno) nel tratto trentino  della Valbrenta. Nel 2012 un  decreto della Regione Veneto concedeva l’autorizzazione ad un privato (con il parere favorevole  del Genio Civile già nel 2011) per costruire una nuova centrale idroelettrica per lo sfruttamento delle acque del Brenta nell’unico tratto rimasto a regime naturale dove, negli ultimi anni, si sono sviluppate numerose attività con finalità turistiche, sportive ed educative, che hanno notevolmente valorizzato la Valbrenta sia a livello nazionale che internazionale. Nel 2013 i ricorsi delle amministrazioni rivierasche e  delle associazioni  dei pescatori ottenevano  importanti vittorie al Tar per la incredibile mancanza di una preliminare valutazione  di  impatto ambientale (VIA). Ciò nonostante in queste settimane il progetto è stato ripresentato addirittura  con richieste di aumento della potenza  elettrica da produrre.

E a Bassano del Grappa lungo  via Pusterla cosa sta succedendo  nel canale dei vecchi molini?

Oggi  è in progetto una centrale elettrica senza alcuna utilità pubblica ma solo per una iniziativa privata:

  • in una zona vincolata  sin dal 1955 si profila una modifica  estremamente impattante dal punto di vista paesaggistico
  • in un’area delicata dal punto di vista biologico si  cambia l’ecosistema del fiume
  • in una zona a nord del Ponte di Bassano – manufatto storico già in severo  pericolo statico – si alterano i  flussi e i regimi  delle acque
  • in un ambiente delicato per le variazioni  di portata    si  peggiorano velocità, temperatura e quantità delle acque: il fiume vive perché ha una portata costante tutto l’anno;  vivono e si riproducono salmonidi come la trota marmorata ed altre specie  animali protette
  • in una area rinaturalizzata   e frequentata da tantissime famiglie si cambia la destinazione dei luoghi
  • dopo anni di  richieste   della popolazione bassanese che hanno portato  al recupero e valorizzazione di percorsi escursionistici  lungo le sponde  si  cambiano i valori di queste  scelte protezionistiche.

Entrando nel dettaglio:

Esistono sul posto vincoli:  Vincolo Paesaggistico ex L.778/22 e Vincolo Paesaggistico D.Lgs 42/2004;

Il PAT considera l’area all’interno delle Invarianti del Fiume Brenta (art 7e 24);

Il PAT, carta delle Fragilità, considera l’area “bordo di terrazzamenti alluvionali, terreno non idoneo alla edificabilità, rischio geologico e idraulico, zona molto esposta”;

Il PAT, carta della Trasformabilità, l’area è considerata facente parte del corridoio ecologico principale.

PAT – Invarianti, art 7.1.1/2 così recita “ deve essere garantito il mantenimento, il ripristino, la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio (reticolo dei canali e dei torrenti, manufatti, muretti a secco, viabilità vicinale, ecc.)”

Italia Nostra Sezione di Bassano del Grappa si oppone alle nuove  centrali elettriche  sul fiume e con forza dice: “Giù le mani dal  fiume Brenta!”

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