Italia Nostra

Data: 14 Aprile 2013

Il Progetto Palazzina

Il Consiglio direttivo della sezione veronese di Italia Nostra, ribadisce la propria contrarietà all’ennesimo e inutile consumo di suolo agricolo a favore della speculazione edilizia. Purtroppo, la politica territoriale della giunta che amministra la nostra città, è impostata sul delegare agli operatori privati la pianificazione del territorio e sulla conseguente espansione della città. Questa logica sta permettendo  la realizzazione del Progetto Palazzina, che prevede la costruzione di 53.000 mq di edifici adibiti al commercio, (a 300 m. dal Famila di Borgo Roma e a 2 Km dal Galassia)  e alla residenza, in una zona agricola compresa tra via del Pestrino e via S.Giovanni Lupatoto.

Anziché rappresentare il biglietto da visita del Parco dell’Adige Sud, questo progetto penalizzerà ulteriormente un’area già duramente provata da traffico e inquinamento, circondata da una strada di portata  intercomunale (via S.Giov. Lup.), una (via del Pestrino) usata come alternativa per raggiungere Borgo Venezia ed un ponte sul canale Giuliari. Tutto questo in cambio di una rotonda. La scelta di barattare concessioni edilizie con la costruzione di infrastrutture viabilistiche, per regolarizzare l’aumento del traffico che i nuovi insediamento causeranno, è fallimentare. Così come risulta errato utilizzare, da parte dell’Ente locale, i contributi di costruzione per la copertura delle spese correnti.

Va ricordato che questo ennesimo scempio del suolo agricolo è pianificato nonostante la presenza di oltre 10.000 appartamenti sfitti nel solo comune di Verona. Nel nostro comune, secondo i dati censuari, nel 2000 c’erano circa 7.500 ettari di superficie agricola totale. Nel 2011 dovrebbe essersi ridotta a circa 6.000 ettari.  Ci auguriamo che quando, i nostri amministratori capiranno che il suolo è una risorsa esauribile,  e non solo del terreno in attesa di essere edificato, non sia troppo tardi.

La stessa teoria che l’edilizia favorisca l’economia è forviante. Purtroppo, l’urbanizzazione è collegata all’idea di sviluppo e di progresso; in realtà dipende da una cattiva o inesistente pianificazione territoriale, dove gli urbanisti sono costretti a notificare le scelte fatte dai politici e da chi investe denari.

Non è neppure vero che l’attività edilizia aumenta il PIL, infatti, nel quinquennio 1998/2003, l’attività edilizia è cresciuta del +17,6%, mentre il PIL nazionale, nello stesso periodo, è cresciuto solo del +7,2%.

La creazione dei posti di lavori e gli investimenti economici, dovrebbero essere fatti nel recupero del patrimonio edilizio non o sotto utilizzato, nella riqualificazione del patrimonio culturale e monumentale, nella messa in sicurezza degli edifici pubblici, scuole in primis e nel ripristinare un assetto del territorio che garantisca l’equilibrio idrogeologico.

Giorgio Massignan (pres. prov. Italia Nostra Verona)                                           Verona 14.04.2013

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