Italia Nostra

Data: 9 Giugno 2020

Padova: Italia Nostra e associazioni per il vincolo di inedificabilità intorno al Catajo ad adiuvandum del Ministero

Comitato La nostra Terra, Comitato popolare Lasciateci respirare, Legambiente Padova, Italia Nostra Padova, Confagricoltura Padova e Cia Padova hanno emesso un comunicato sottoscritto congiuntamente dalle associazioni che sono intervenute nel ricorso al Tar, a fianco del Ministero e per il mantenimento del vincolo di inedificabilità intorno al Catajo, e ora impegnate anche nella fase di appello al Consiglio di Stato.

«È stata fissata – recita così la nota – per l’8 giugno 2021 la sentenza del Consiglio di Stato che deciderà sul ricorso che la società Deda ha intentato contro il Ministero per i Beni Culturali. Com’è noto, oggetto del ricorso è il vincolo di inedificabilità stabilito dalla Soprintendenza sui terreni intorno al Catajo e tra questi anche l’area commerciale al centro di polemiche dal 1993. Nel primo passaggio al Tar il ricorso è stato completamente respinto, tra un anno sapremo se le ragioni del Ministero saranno confermate anche dal Consiglio di Stato».

«Ricordiamo – spiegano – che la società di costruzioni padovana aveva presentato nel 2017 un nuovo progetto per un megacentro commerciale nell’area tra il casello autostradale e il Catajo, trovando sponda negli amministratori di Due Carrare che hanno attuato tutti i passaggi amministrativi fino al Consiglio comunale dedicato all’approvazione dell’accordo di programma (saltato solo per il mancato pagamento della necessaria fidejussione da parte della ditta). Contro questa operazione si è mobilitato un esteso fronte trasversale e l’iter è stato provvidenzialmente bloccato dalla Soprintendenza. Vogliamo ricordare e ringraziare tutte le realtà associative dell’ambiente, del commercio, dell’agricoltura, ma sopratutto i tanti cittadini che in questi tre anni si sono mobilitati ed hanno sostenuto questa importante battaglia per la salute, la difesa del suolo, del paesaggio e del commercio di prossimità».

«Vale la pena ricordare che la crisi della grande distribuzione – concludono – si sta accentuando con i postumi della pandemia: se prima le mall cercavano di attirare migliaia di clienti anche con eventi ad hoc, oggi bisogna fare i conti con gli ingressi contingentati e con il divieto di assembramenti. Ci sono segnali di cambio di rotta incoraggianti anche nella nostra provincia, come la rinuncia alla costruzione del centro commerciale sull’area ex Grosoli di Cadoneghe, ma la cosa più importante è che la gente, o per comodità o per sentirsi più sicura dal punto di vista sanitario, in questi mesi si è riavvicinata ai negozi di vicinato. Ci auguriamo che questa tendenza si consolidi, anche per dare una mano agli operatori dell’agricoltura e del commercio che stanno vivendo la crisi post-covid. E speriamo che nel frattempo i fantomatici investitori stranieri, se non altro per puro calcolo economico, abbandonino il progetto».

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