Italia Nostra

Data: 26 Febbraio 2014

Venezia, un’idea per l’Arsenale

In seguito alla consegna di una larga parte dell’Arsenale alla proprietà del Comune di Venezia da parte del Demanio marittimo, si è posto da qualche mese il problema di progettare il futuro dell’ampio e stupendo complesso.

Ci sono purtroppo dei vincoli soffocanti: la Marina militare ha mantenuto per sé parti importanti, e altre sono oggetto di concessioni non cancellabili: molti edifici sono affidati alla Biennale e una vastissima area al Consorzio Venezia Nuova per i lavori di manutenzione del Mose. Non resta molto alla città, ma quello che resta va usato nel modo migliore. Che non è forse quello di trasformarlo in discoteca per il turismo di massa, come sta avvenendo durante l’ultima settimana del Carnevale: dal 27 febbraio al 4 marzo decine di migliaia di clienti sono attesi per gli “eventi musicali” dalle undici di sera alle tre del mattino. “La proprietà collettiva del patrimonio artistico è un potente fattore per il pieno sviluppo della persona umana” ha scritto recentemente Tommaso Montanari: righe che forse il presidente della partecipata Vela non ha molto apprezzato, se le ha mai lette. Ma passerà anche questa, e speriamo che non diventi un impegno fisso come le mostre della Biennale.

Per disegnare la destinazione del complesso è stato creato un ufficio apposito, alle dipendenze dell’Assessore al patrimonio Alessandro Maggioni. Intanto molte associazioni di cittadini si sono riunite in un Forum temporaneo per far sentire la loro voce e partecipare in qualche modo alla progettazione. Oggi siamo a questo punto: l’Assessore ha dichiarato di voler tenere nel massimo conto le proposte del Forum, mentre prepara il suo Piano Direttorio per l’Arsenale, di cui vuole presentare una bozza entro Aprile e la versione definitiva entro giugno. Il Forum è stato invitato a farsi avanti con le sue proposte, se ne ha.

Vi sono buone ragioni per temere che il piano dell’Assessore si risolverà in un altro sacrificio del patrimonio collettivo sull’altare del turismo di massa, con tanto di “foresteria” e di spazi per altri “eventi”. Il Forum invece chiede a gran voce un uso rivolto ai residenti e non solo ai turisti, anzi un uso capace contribuire all’inversione del fenomeno dell’esodo. Nel Forum stesso sono presenti professionalità molto avanzate, di architetti, urbanisti, artisti ed economisti che possono dare importanti contributi. Nella ricerca di un’idea centrale unificatrice e ispiratrice (idea che mi pare manchi finora nelle bozze dell’assessore) vorrei contribuire con un suggerimento.

L’Arsenale deve prima di tutto diventare uno spazio aperto al passaggio di tutti, come qualsiasi zona della città. E potrebbe diventare un Centro per  le attività passate, presenti e future legate al mare e alle lagune.  Un Centro vivo e frequentato ogni giorno e ogni sera: cantieri per barche e attrezzature lagunari, aziende di ricerca e tecnologia del futuro, incontri e discussioni sul territorio, visite alle antiche fornaci restaurate dopo l’orrendo declino. Nella lista degli “eventi” di un museo marittimo della Virginia, USA, trovo, tra le altre, una conferenza (giovedì 14 febbraio, ore 18) con questo titolo:  “Una foresta sul mare: la profonda conoscenza dell’ambiente nella Venezia del Rinascimento”. Mentre noi usavamo le teze per la disco music, un professore americano spiegava come i nostri antenati sapessero usare le foreste del Cadore per “costruire grandi navi militari e mercantili, costruire edifici, alimentare fornaci”.  Forse dovremmo invitarlo a inaugurare un Arsenale capace di ricordare il suo passato.

Paolo Lanapoppi

vice Presidente Sezione di Venezia

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