Italia Nostra

Data: 24 Maggio 2023

L’imbroglio verde. Fabio Borlenghi

Ospitiamo un articolo di Fabio Borlenghi, segretario dell’associazione “Altura” in merito al Green Deal e alle sue mille sfaccettature.

 

Quando una comunità territoriale, gli abitanti dei luoghi, insorge contro qualcosa che sente ingiusto e oppressivo verso se stessa e i propri valori, allora siamo di fronte a un problema grave, molto importante. Il 23 aprile scorso il Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani ha indetto, in Toscana, una manifestazione itinerante da Dicomano a Vicchio per contestare il progetto eolico di Monte Giogo di Villore ubicato nell‟alto Mugello; la manifestazione è stata poi trasformata in presidio fisso presso Dicomano a causa del permesso negato dalla questura per lo svolgimento della marcia.

A queste persone, ferite nella loro cultura, nel loro sentirsi nativi nei loro luoghi e consci della propria storia, va tutta l‟ammirazione possibile per la loro determinazione nel difendere quei crinali montani che hanno visto crescere Giotto e Beato Angelico, frequentati da Dante Alighieri e pieni di una bellezza struggente resa tale anche dal volo delle aquile reali.

Il Green Deal

Quando nel dicembre 2019 la Commissione europea varò il Green Deal europeo, ovvero il piano per gli stati membri per il raggiungimento della neutralità climatica o decarbonizzazione entro il 2050, con rigide scadenze a partire dal 2030, da quel momento in Italia si è scatenata una vera e propria corsa all’oro, ovvero ai soldi del PNRR, figlio del Green Deal, dando vita a quello che può definirsi un vero e proprio “imbroglio verde” a discapito del nostro ambiente naturale, paesaggio compreso. Perché imbroglio verde? Ecco il significato d’imbroglio dal vocabolario Treccani: “azione che, con mezzi poco leali, tende a ostacolare o, al contrario, agevolare la riuscita di un’impresa.” I mezzi poco leali messi in campo a sostegno di questa poderosa lobby sono molteplici; in primis il ritornello “Salviamo il pianeta!”. Il pianeta su cui viviamo esiste da miliardi di anni mentre noi sapiens lo abitiamo da circa 200.000 anni e oggi siamo in evidente sovrannumero e con un modello di società, di stampo occidentale, fortemente energivoro e incompatibile con le risorse finite della Terra. Quindi non “Salviamo il pianeta!” ma semmai “Salviamo la nostra specie!” che non è la stessa cosa perché il pianeta Terra, così com’è esistito miliardi di anni prima del nostro arrivo, continuerebbe a esistere anche dopo una nostra possibile estinzione insieme a tantissime altre specie vegetali e animali, probabilmente danneggiato gravemente da noi stessi sapiens. Ed è proprio sull’onda di questa nobilissima intenzione di salvezza generale che nei palazzi governativi è stato partorito un piano industriale ovvero il tanto decantato PNRR all’interno del quale sono previsti svariati miliardi di euro destinati anche alle energie rinnovabili, prevalentemente eolico e fotovoltaico, entrambe risorse non emettenti gas serra ma fortemente impattanti con l’ambiente naturale quando usate a dismisura.

Le rinnovabili

Il più impattante delle due fonti rinnovabili è senz’altro l’eolico col quale si dissemina l‟ambiente naturale di mega strutture di acciaio alte fino a 200 m. che con tre lame mobili di acciaio lunghe decine di metri tagliano l’aria, e non solo.., per un quarto del tempo a loro disposizione (in Italia) e in momenti non prevedibili, producendo così un po’ di energia elettrica intermittente. Conseguenze eoliche: migliaia di uccelli e chirotteri affettati nel mondo dalle pale eoliche, perdita di habitat nell’intorno dell’impianto eolico dove può arrivare un tir attraverso una rete di strade bianche ricavate nel cuore della vegetazione naturale, deturpamento irreversibile del paesaggio naturale, impatto visivo e acustico nei confronti degli abitanti prossimi all’impianto, danni al turismo per scadimento paesaggistico dei luoghi e conseguente perdita del valore delle case dei centri abitati prossimi all’impianto. In mare sembrerebbe che l’impatto eolico sia minore, tuttavia recenti studi stanno mettendo in evidenza problematiche importanti inerenti probabili interferenze sonore nelle profondità marine verso varie specie di cetacei ed anche, quando il numero di pale è alto, un possibile rallentamento del corso delle correnti marine. Insomma l’eolico dove lo metti crea più problemi che vantaggi.

I parchi eolici

C’è poi chi chiama “parchi” quest’impianti industriali, come se fra il parco nazionale del Gran Paradiso e un cosiddetto parco eolico non ci fosse alcuna differenza!… Anche questo rientra nell’imbroglio verde. Anche il fotovoltaico impatta sull’ambiente se s’installa al suolo rubandone preziosa superficie, tuttavia il suo possibile impiego su tetti e coperture civili nell’intero paese ne fa un’opzione più che spendibile. Continuando nelle pieghe dell’imbroglio verde che dire della procedura per l’ottenimento dell’autorizzazione alla costruzione di un impianto eolico?

Le autorizzazioni

L‟iter burocratico ha dei risvolti a dir poco discutibili dal momento che, stante un palese conflitto d’interesse, è la società proponente stessa dell’impianto, a volte una srl dell’ultima ora, a dover elaborare un documento, chiamato „studio d’impatto ambientale‟, nel quale analizzare ed evidenziare le problematiche inerenti gli impatti dell’impianto col mondo circostante, avvalendosi di professionisti non sempre all’altezza del ruolo e soprattutto super partes. Insomma, della serie: ”oste com‟è il vino?”

Una procedura seria, nonché logica e giusta, dovrebbe limitare il proponente a descrivere l’impianto da realizzare mentre la pubblica amministrazione, Regione o Stato che sia, dovrebbe lei farsi carico di analizzare ed evidenziare gli impatti sul territorio, addebitando poi queste spese al proponente. A far da grancassa all’imbroglio verde s’impegnano a tutte le ore i principali organi d’informazione: testate giornalistiche e tv affiancate. In una recente pubblicità, di cui non ricordo il prodotto, appare l’immagine grafica di una bambina che sorridente tocca con la mano la punta di una pala eolica come a significare che la pala le è amica. Estremo caso d’imbroglio: la pala le mozzerebbe la mano! E poi a seguire interviste a non finire anche in trasmissioni a sfondo ambientale con responsabili vari di questa o quella associazione o gruppo pseudo ambientalisti che sottolineano l’urgenza a dar luogo all‟invasione delle rinnovabili, senza se e senza ma, pena la fine prossima del pianeta. In queste trasmissioni prevale un bieco conformismo sull’onda del main stream, senza minimamente far cenno a possibili impatti delle salvifiche rinnovabili. Alla fine dei giochi sta a tutti noi smascherare questo imbroglio tinto di verde, ma forse il marrone sarebbe il suo colore più adatto.., prendendo coscienza di un fatto elementare e fondamentale: non ci salveremo mai danneggiando l’ambiente naturale!

Fabio Borlenghi

Segretario Associazione Altura

10.05.2023 

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