Pubblichiamo l’articolo di Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi, pubblicato su Il Sole 24 Ore martedì 13 novembre scorso: “Mostre, musei e manager”.
Capita sempre più spesso di leggere articoli di giornale in cui si ragiona – non sempre pacatamente, ed è un segno dei tempi – della necessità di ricorrere a manager e a privati per gestire e amministrare gli aspetti economici del nostro patrimonio culturale, riservando ai tecnici (archeologi, architetti e storici dell’arte) il compito della tutela. Ferma restando la convinzione che pubblico e privato possano e, anzi, debbano lavorare insieme (come peraltro da molti anni succede agli Uffizi: l’oneroso restauro odierno della Tribuna buontalentiana, per esempio, è stato reso possibile dal mecenatismo generoso d’una fondazione americana), non trovo ormai più parole nuove per esprimere concetti che non sottendono affatto – come malignamente si vuol far credere – l’autodifesa d’una categoria, bensì la salvaguardia di beni gratuitamente pervenutici. Beni che vanno certamente annoverati fra le risorse del paese, senza però mai confondere la valorizzazione con lo sfruttamento e senza mai scordare che ‘valorizzare’ significa soprattutto portare alla conoscenza ciò che il tempo ha lentamente velato. Solo dopo aver recuperato il ‘valore’ culturale, sarà possibile volgersi a quello finanziario. Proverò allora a enunciare sinteticamente qualche pensiero formulato nell’introduzione al primo Bollettino degli Uffizi, principiando da una riflessione sull’esposizioni, che non mi paiono esulare dagl’interessi dei privati… (continua a leggere l’articolo)