Le campagne

Data: 18 Gennaio 2021

Resti della chiesetta San Poletto (Monfalcone): segnalazione per la lista rossa

Chiesetta San Poletto

Resti della chiesetta San Poletto (Monfalcone): segnalazione per la lista rossa

Indirizzo/Località: Via San Poletto – San Polo Monfalcone (Gorizia)

Tipologia generale: edificio di culto

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: resti della chiesetta di San Poletto risalente alla fine del XIV secolo

Epoca di costruzione: sec. XIV

Uso attuale: resti di una delle più antiche chiesette della zona, dapprima distrutta perché situata nella zona del fronte carsico della Grande Guerra, ma poi ridotta allo stato di rudere per incuria. La comunità del luogo, legata alla memoria di questo antico luogo di culto, si è più volte interessata per il restauro del manufatto, senza ottenere alcun risultato

Uso storico: antica chiesetta di stile gotico la cui costruzione probabilmente risaliva alla fine del ‘300 e che fu voluta dall’abate del monastero di San Martino della Beligna (Aquileia)

Condizione giuridica: ricadente nell’area di proprietà intestata al Consorzio di Bonifica della Pianura Isontina, che è un ente pubblico

Segnalazione: del 26 ottobre 2020 – segnalazione della Sezione di Gorizia di Italia Nostra – gorizia@italianostra.org

Resti della chiesetta San Poletto (Monfalcone)

Motivazione della scelta

In mezzo ai campi tra Ronchi dei Legionari e Monfalcone, ora delimitati dalla Ferrovia e dal canale di irrigazione, si può vedere il resto di un muretto antico con una stretta finestrella rettangolare. Fa parte di quella che fu un‘antica chiesetta di stile gotico la cui costruzione probabilmente risaliva alla fine del ‘300 e che fu voluta dall’abate del monastero di San Martino della Beligna (Aquileia).

Si può vedere nelle mappe catastali nell’Ufficio Tavolare di Monfalcone il sito con segnata la chiesetta e seguire i vari passaggi di proprietà. Nel ‘500 la chiesetta venne rimaneggiata e abbellita. All’interno la navata con arco gotico e il coro furono affrescati nel 1581 dal pittore udinese Nicolò Cumin con scene raffiguranti l’infanzia e la vita pubblica di Gesù, un esempio di scuola locale friulana. Le pitture si possono ancora vedere nelle fotografie scattate negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale e ci mostrano una chiesa già in avanzato stato di degrado ma anche di rifacimento.

L’altare ligneo era abbellito da una statua della Madonna con Bambino affiancata dalle statue di San Pietro e San Paolo. Nell’800 l’altare venne venduto a un orefice udinese che lo bruciò per estrarre dalle ceneri l’oro della doratura. La chiesa, sconsacrata nel periodo napoleonico, fu nuovamente consacrata e nella prima metà dell’800 fu utilizzato il suo cimitero; in seguito fu officiata sino al 1861, quando venne soppressa subendo anche la demolizione del campanile che era stato costruito con antiche pietre romane.

Una ristrutturazione fu avviata, come si racconta, per interessamento dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria e Ungheria, che visitandola nel 1911 o 1912, diede ordine di restaurarla. Nel 1913 si interessò a questo patrimonio artistico la Commissione Centrale per la Tutela dei monumenti con sede a Vienna, che diede una descrizione dettagliata dei suoi affreschi, grazie al suo corrispondente dal Litorale, il prelato Karl Drexler. La Prima Guerra Mondiale portò nuove distruzioni alla chiesetta, ben documentata, anche fotograficamente nel testo di Andrea Moschetti.

Nel 1911 intanto con contratto di compravendita i rappresentanti della Chiesa di San Paolo in San Polo vendettero la proprietà al Consorzio Acque dell’Agro Monfalconese in Ronchi, che volevano costruire in loco dei canali d’irrigazione. Ora è rimasto solo un rudere di muro perimetrale dell’antica chiesetta, circondato da sterpi e rovi. Attualmente la proprietà è intestata al Consorzio di Bonifica della Pianura Isontina, che è un ente pubblico.

Il manufatto si trova alla fine della via San Poletto a Monfalcone ed è facilmente accessibile.

Si tratta dei resti di una delle più antiche chiesette della zona, dapprima distrutta perché situata nella zona del fronte carsico della Grande Guerra, ma poi ridotta allo stato di rudere per incuria. La comunità del luogo, legata alla memoria di questo antico luogo di culto, si è più volte interessata per il restauro del manufatto, senza ottenere alcun risultato.

Il rudere potrebbe, senza grande spesa venire restaurato e conservato con una continua manutenzione. Si trova a una decina di metri dall’impianto idroelettrico del Canale del Dottori, che il Consorzio proprietario mantiene in perfetta efficienza.

Sarebbe necessario effettuare dei saggi di scavo per individuare e successivamente rimettere in luce la parte superiore delle fondazioni della chiesetta e forse anche parte dell’antico pavimento.

FONTI ARCHIVISTICHE E BIBLIOGRAFICHE

Ufficio Tavolare di Monfalcone. Comune catastale di Monfalcone P.T. 62 S. Polo, 2° Corpo tavolare, n. cat. 69, località S. Polo – ruderi “particella di fabbricato già chiesa con cortile già cimitero”, area chiesetta mq. 134 e con terreno mq. 439. Vedi anche P.T. 104 S. Polo.

Moschetti, Andrea. I danni ai monumenti e alle opere d’arte delle Venezie nella guerra mondiale 1915-1918, IV quaderno LXVII, Venezia, 1931.

Biblioteca Seminario Teologico di Gorizia, Fondo Drexel, fotografie e diapositive dal 1909 al 1915. Tavano, Sergio. I monumenti fra Aquileia e Gorizia, Gorizia, 1988.

Domini, Silvio. “L’antica chiesa di San Poletto di Monfalcone e i suoi perduti affreschi”, in “Bisiacaria”, 1993.

Mlakar, L. e Debeni, L., Sacra Itinera dalla Fototeca della Biblioteca del Seminario. Mariano del Friuli, 2007.

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