“Tante coppie scelgono un borgo o una chiesa non per un interesse estetico o spirituale, ma, magari, perché apprezzano il ristorante vicino: è giusto seguire delle logiche turistiche, ma attenti a non snaturare l’identità dei beni pubblici”, dichiara la Presidente nazionale di Italia Nostra Mariarita Signorini al Corriere della Sera nell’articolo di Roberta Scorranese “La fabbrica dei matrimoni” (Corriere della Sera, 9 ottobre 2018).
Sempre più stranieri scelgono di sposarsi nel nostro Paese, americani, cinesi, indiani: si tratta di un business da 440 milioni di euro, afferma la giornalista, che però nasconde anche molti rischi. Chiede quindi alla Presidente Mariarita Signorini, anche in qualità di restauratrice: “Ma che cosa succede quando decine e decine di parenti, oltre agli sposi, arrivano in un borgo del centro Italia, magari un borgo con una pieve fragile o dalle dimensioni ridotte?”, che le conferma come non ci siano rischi per eventuali affreschi o arredi sacri, “poiché non c’è il flusso continuo che c’è nei musei. Però attenzione: per ospitare un matrimonio ci si attrezza con delle ‘aggiunte’ che spesso sono improprie e possono compromettere l’ambiente circostante, il bene pubblico”.
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