Da pochi giorni sono stati abbattuti due Platani adulti che facevano parte dell’alberata storica realizzata dal celebre tecnico giardiniere Attilio Pucci per i viali circondari progettati da Giuseppe Poggi per Firenze Capitale (1865-1870).
I due Platani facevano parte del del tratto del Viale della Giovine Italia lato d’ingresso dell’Archivio di Stato di Firenze. Un istituto che per ironia della sorte conserva fra il suo imponente materiale documentario anche le carte dell’ufficio del Poggi relative al suo incarico di redigere e dirigere il nuovo piano di ingrandimento per Firenze Capitale dove sono conservati anche i progetti della sistemazione a boulevard dei viali circondari.
I progetti delle tramvie a Firenze
Da circa 20 anni per la realizzazione delle nuove tramvie la storica sistemazione a verde dei viali è stata profondamente manomessa e vandalizzata. A partire dal Piazzale Vittorio Veneto, che con la realizzazione della linea T1 si prometteva sarebbe stato restituito al suo aspetto originario e che invece oggi è diventato un grande parcheggio di superfice per autoveicoli e per pullman; per proseguire poi con la manomissione di Viale Fratelli Rosselli e di Viale Belfiore; e ai nostri giorni tutto il restante arco dei viali circondari dalla Fortezza da Basso a Piazza della Libertà, a Piazza Beccaria fino all’Arno per limitarsi al perimetro del centro antico della città.
I due platani abbattuti
L’immagine dei due Platani abbattuti davanti all’Archivio di Stato segnalataci da frequentatori dell’Archivio che sono rimasti scioccati nel non trovarli più, riporta anche ad una incredibile modalità di realizzazione di importanti infrastrutture con un sistema progettuale dove nulla è definitivo ma tutto può cambiare in corso d’opera disinvoltamente secondo una la logica del “navigare a vista” inaugurata con la realizzazione della linea T1.
Il progetto definitivo
Nel progetto definitivo della linea per Bagno a Ripoli nel tratto dei Viali del Poggi erano previsti degli abbattimenti di alberature solo per le fermate. Nel Viale della Giovine Italia la fermata prevista era all’altezza del Montedomini: come mai si sono abbattuti questi due Platani in prossimità dell’ingresso dell’Archivio di stato? Quest’alberata poggiana che era sopravvissuta nel ‘900 prima alla realizzazione del complesso della GIL e poi della nuova sede dell’Archivio di Stato oggi viene vandalizzata per la realizzazione del nuovo braccio della Tramvia.
L’azione della Sindaca attuale
La Sindaca attuale, come i suoi predecessori, si giustifica promettendo che il sistema tramviario è opera di modernizzazione che contribuirà anche a salvare l’ambiente. Se questo in teoria può essere vero, nella realizzazione pratica di questa rete tramviaria assistiamo invece ad una distruzione dell’ambiente urbano e ,nel caso dei filari dei viali storici, anche di beni culturali monumentali. Un grande storico dell’arte e responsabile del patrimonio monumentale dell’Impero Austro Ungarico, Max Dvořák nel 1916, cioè nel momento di grande affermazione in Occidente della città dell’era industriale, aveva redatto per gli uffici di tutela del patrimonio monumentale del suo Paese un “Catechismo per la tutela dei monumenti”.
Il Catechismo per la tutela dei monumenti
Un testo fondamentale per la moderna tutela monumentale la cui importanza e attualità sono state riscoperte da Roberto Longhi che nel 1971 lo aveva fatto tradurre in italiano da Mina Bacci e pubblicare sulla prestigiosa rivista «Paragone Arte»; l’anno successivo quel testo fu ulteriormente divulgato dal presidente di Italia Nostra Giorgio Bassani ristampandolo come supplemento del Bollettino dell’Associazione. In quel “Catechismo” Dvořák indicava fra i vandalismi al patrimonio monumentale anche quelli perpetrati per presunte opere di abbellimento e modernizzazione. Queste ultime qualora prevedessero la distruzione di monumenti dovevano essere qualificate non come modernità ma come vandalismi e gli amministratori pubblici che le promuovevano come un pericolo pubblico per la comunità. Visto che gli attuali amministratori in nome dell’ambiente e con le risorse economiche ad esso destinate stanno distruggendo l’ambiente senza nessun serio controllo di chi è preposto a tale compito, che almeno ci sia concesso ancora il diritto all’indignazione e al giudizio morale sulla distruzione di un bene comune qual’ è il verde urbano. Questo e altro continueremo a fare come Italia Nostra Firenze anche per tentare così di rispondere alle numerose segnalazioni che quotidianamente ci inviano tanti abitanti della nostra Città.
7 novembre 2025
