Italia Nostra

Data: 23 Aprile 2020

Area marina protetta Arcipelago del Sulcis: un primo passo per una Sardegna interamente sostenibile

Sul progetto di Area marina protetta Arcipelago del Sulcis abbiamo intervistato Graziano Bullegas, Presidente Regione Sardegna Italia Nostra e Antonello Meli Segretario della sezione di Sant’Antioco

 

  • È un progetto ormai estremamente consolidato nel tempo quello che avete sottoposto agli organi competenti. Come si è articolato il percorso che in tutti questi anni vi ha visto formulare numerosissime richieste in tal senso?

La legge sulle aree protette ha individuato numerose aree marine di reperimento: spazi di mare “dove possono essere istituiti parchi marini i riserve marine” (art. 36 L. 394/91). Tra queste, quella che interessa l’arcipelago del Sulcis che è stata denominata impropriamente “Isola di San Pietro” pur interessando parte dell’adiacente isola di Sant’Antioco e della costa sud occidentale della Sardegna.

Italia Nostra ha fortemente voluto la legge sui parchi e sulle aree protette, e su questa scia la sezione di Sant’Antioco e il CR Sardegna si sono mossi per proporre e rivendicare l’istituzione di una AMP nell’intero arcipelago del Sulcis, attraverso una lunga serie di iniziative: progetti, proposte, petizioni, incontri pubblici etc..

dettaglio progettuale

 

 

  • Si tratta del primo esperimento di questo tipo in Sardegna?

Lungo gli oltre 1800 km di costa della Sardegna numerosi promontori, arcipelaghi e isole racchiudono uno straordinario patrimonio naturalistico degno di tutela. Infatti tutte le piccole isole si trovano al centro delle sei aree marine protette istituite nella regione Sardegna, con la sola eccezione appunto del tratto sud occidentale, dove le isole di San Pietro e Sant’Antioco e gli isolotti dell’arcipelago sono comunque comprese in un’area di reperimento e oggi finalmente sono sottoposte alla fase di istruttoria per l’istituzione dell’area protetta.

Resta da vedere quale sarà la perimetrazione della nuova AMP, perché è indubbio che essa debba riguardare l’intero arcipelago; diversamente la salvaguardia ambientale di una sola parte risulterà controproducente per la restante parte, snaturandone cosí le finalità di tutela.

            le aree marine protette               esistenti in Sardegna

 

  • Dal punto di vista dell’inquadramento normativo, quali garanzie concederebbe in più questo tipo di tutela sulle aree confinanti con le riserve già esistenti ed oggetto di ampliamento?

La Rete Natura 2000, i Parchi Nazionali e le Aree Marine Protette hanno riferimenti istituzionali diversi, ma di fatto concorrono al medesimo obiettivo, quello di conservare la straordinaria ricchezza e peculiarità degli habitat terrestri, sommersi e costieri delle parti più sensibili del territorio e di alcuni dei tratti litoranei di maggior pregio.

Nella realtà attuale le aree SIC e ZPS a tutt’oggi non costituiscono ambiti di completa ed effettiva tutela naturalistica del territorio, in quanto aree nate per garantire esclusivamente l’habitat e la conservazione di specie a rischio di estinzione.

Il Parco e l’AMP rappresentano invece strumenti di tutela attivi a garanzia dell’intero ecosistema formato da tutte le emergenze naturalistiche, ambientali, paesaggistiche, culturali etc … presenti al proprio interno e nelle aree buffer adiacenti. Le attività antropiche all’interno dell’AMP sono normate dal regolamento dell’Area e dalle direttive del Comitato di Gestione.

 

  • Una componente essenziale dal punto di vista della coerenza progettuale è quella rappresentata dalla presenza di specie naturali autoctone. Potreste elencare le caratteristiche salienti delle presenze all’interno dell’area marina?

L’arcipelago è ricco di biodiversità e di endemismi, alcuni purtroppo a rischio di estinzione. Nelle numerose dune costiere, mobili e fisse, trovano terreno fertile i boschetti di Ginepro fenicio e di Ginepro coccolone e, nella sola isola di San Pietro, di Pino Marittimo. Tra le specie botaniche di maggior rilievo segnaliamo ancora la Salicornia strobilacea, l’Elicriso e la Palma nana; inoltre la Ophrys maladroxiensis endemismo di orchidea scoperto nella costa orientale di Sant’Antioco.

Degne di assoluta tutela sono le numerose praterie di Posidonie – habitat ideale per la deposizione delle uova per numerose specie ittiche e per ospitare la Pinna Nobilis – che garantiscono l’ossigenazione e la vita stessa dei nostri mari.

Nelle zone umide delle due isole, in particolare nei siti delle tre saline, troviamo numerose colonie di fenicottero rosa – tra le più importanti popolazioni europee di questa specie e ormai stanziali – le anatre, le gru,  gli aironi bianchi, le oche, i gabbiani etc…

Nelle zone costiere a falesia e nell’isola del Toro sono presenti, soprattutto nella stagione calda, le colonie di Falco della Regina e Falco Pellegrino. In tutte le pareti a strapiombo sul mare rinveniamo il passero solitario e i piccioni selvatici.

Ancora, la pernice sarda e la tortora sono alcune delle specie protette dalla Direttiva Uccelli che ritroviamo nelle due isole.

  • Come cambierà la vita per coloro che vivono all’interno dell’area? In sostanza, le comunità sono in accordo con il progetto?

In questi anni, l’istituzione dell’area protetta ha incontrato numerosi ostacoli, in particolare da parte degli operatori del mare e dei politici privi di idee e di capacità di guardare verso il futuro. Oggi, pur esistendo ancora una certa resistenza al cambiamento, constatiamo che molti pescatori prendono sempre più coscienza dell’insostenibilità dell’attuale sistema, dell’eccessivo carico di pescatori presenti e del progressivo impoverimento del mare. Alcuni si sono già riciclati fornendo un servizio di pesca turismo, meno impattante e più redditizio.

D’altra parte sono numerosi gli operatori turistici che vedono nell’istituzione della AMP una nuova prospettiva di sviluppo per il loro settore e cresce sempre più la consapevolezza da parte dei cittadini sulla necessità di vivere in armonia con il proprio territorio.

Italia Nostra è in contatto con l’università di Cagliari per organizzare un qualificato convegno finalizzato a sensibilizzare e coinvolgere amministratori, operatori del settore e i cittadini sulla bontà dell’iniziativa.

  •  Per il futuro, pensate che si potrà dar vita ad un ulteriore ampliamento della riserva marina?

Sogniamo per il sud ovest della Sardegna un territorio libero dalle industrie inquinanti e dalle servitù militari altrettanto inquinanti, e unico grande parco terrestre e marino che contenga al suo interno lo straordinario patrimonio naturale, ambientale e culturale che l’arcipelago e la costa dell’isola madre sono in grado di offrire. Ci piace ricordare a titolo di esempio che Italia Nostra è concessionaria di una torre sabauda (1757) “Torre Canai”. Ubicata su uno splendido promontorio dell’isola di Sant’Antioco. La Torre ospita una Mostra sulle torri costiere e sulle emergenze naturalistiche e culturali della parte meridionale dell’isola omonima. Nel sito sono inoltre presenti alcuni sentieri natura. Sempre sognando in grande, pensiamo ancora che l’intera Sardegna possa diventare un unico grande parco naturale in cui l’uomo possa vivere svolgendo attività sostenibili, in una economia circolare, a stretto contatto con il territorio e l’ambiente naturale.

Isola San Pietro – Capo Sandalo

 

Per saperne di più:

Area Marina protetta: progetto Italia Nostra sezione Sant’Antioco 2012

sulle presenze della flora e della fauna e sulle diverse aree tutelate presenti in Sardegna:

1_a_Relazioni_specialistiche_Allegati_0

provincia carbonia iglesias – zps sic 2010

 

 

 

 

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