La denuncia di Silvia Mazza, sottoscritta da Legambiente e Italia Nostra
Palermo. La controversa gestione dei beni culturali e ambientali in Sicilia è caratterizzata da incertezze, ambiguità e contraddizioni.
Da un lato, le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che annunciano una fumosa riforma pseudo copia di quella Franceschini, per cui la direzione dei parchi archeologici andrebbe a direttori-manager esterni all’Amministrazione; dall’altro, al contrario, il suo silenzio su un argomento di particolare rilevanza per il patrimonio culturale siciliano, il mancato reinsediamento da ben sette anni del Consiglio regionale dei Beni culturali e Ambientali, ci invitano ad alcune riflessioni.
In merito alla prima questione, una norma inserita nella Finanziaria appena inviata all’Ars, prevede che si possa conferire «l’incarico di guida dei parchi archeologici con procedure di selezione pubblica, per una durata da tre a cinque anni, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e in possesso di documentata esperienza di elevato livello nella gestione di istituti e luoghi della cultura». Il compenso sarebbe «quello stabilito dalla legge Franceschini », per un «tetto pari a 240mila euro l’anno». La copertura finanziaria sarebbe assicurata dalle entrate dei parchi archeologici… Continua a leggere