Incontri con Lucilla Sergiacomo sui Paesaggi letterari abruzzesi
Giovedì 25 ottobre 2018 ore 17,00, sede di Italia Nostra Pescara
L’Abruzzo nella vita e nell’opera di Gabriele d’Annunzio. Autobiografismo, mitologia delle origini e difesa della Bellezza.
Nel complesso rapporto tra d’Annunzio e l’Abruzzo non è possibile distinguere i legami biografici dello scrittore con la sua famiglia e la sua terra dalle creazioni letterarie di ascendenza regionale che si riversano numerose nelle sue opere. Come pochi scrittori hanno fatto, d’Annunzio ha costruito sistematicamente il mito delle proprie origini, assegnandosi il ruolo di affabulatore perenne degli anni trascorsi in Abruzzo e dei suoi ritorni nel luogo natale. Come scrisse Flaiano, “l’infanzia è l’unico luogo che non riusciamo ad abbandonare” e d’Annunzio conferma questa verità umana attraverso i molteplici punti di vista dai quali rappresentò la regione. La “terra vergine”, il primitivo e mitico mondo letterario che a fine Ottocento diviene simbolo dell’Abruzzo, è anche la “piccola patria” della Bellezza, che per d’Annunzio è grande e unico ornamento dell’Italia intera e va tutelata dalle violazioni e dall’abbandono. Un’attività culturale importante quanto misconosciuta di d’Annunzio fu infatti il suo interventismo giornalistico a tutela delle opere d’arte e dei paesaggi che tramandavano la memoria storica del nostro paese.
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