Indirizzo/Località: Via Dante Alighieri – Mariano del Friuli (Gorizia)
Tipologia generale: opera difensiva e di incastellamento
Tipologia specifica: mura
Configurazione strutturale: delle mura sono rimasti solo alcuni resti nel settore Nord-Est, dove il perimetro edificato del paese non ha subito variazioni. Questi resti si trovano in uno stato di completo abbandono intaccati sui due lati da una vegetazione infestante che minaccia di scardinare le fondazioni e aprire pericolose crepe nelle parti soprastanti
Epoca di costruzione: sec. XVII
Comprende: i resti sono costituiti da due tratti rettilinei di muratura di circa 55 e 30 ml di lunghezza, con interposta la parte inferiore di una torretta a pianta quadrata.
Uso attuale: si tratta di uno dei pochi documenti storici materiali di una delle più importanti guerre che hanno avuto come teatro la zona del Friuli Orientale, la cosiddetta Guerra di Gradisca 1615 – 1617. Lo stato di abbandono di questi resti esige un urgentissimo intervento di restauro.
Uso storico: resti della cinta muraria veneziana costruita nel corso della Guerra di Gradisca o Guerra degli Uscocchi (1615 – 1617) a difesa dell’acquartieramento militare veneziano di Mariano
Condizione giuridica: i resti delimitano fondi di proprietà privata. Il Comune di Mariano del Friuli ha posto su questo manufatto un vincolo di tutela urbanistica, con l’art. 54 del Piano Regolatore Generale.
Segnalazione: del 2 ottobre 2020 – segnalazione della Sezione di Gorizia di Italia Nostra – gorizia@italianostra.org
Motivazione della scelta
Il 19 dicembre 1615 la Repubblica di Venezia, con la finalità di avere il controllo incontrastato dell’Adriatico, minacciato dalle azioni piratesche degli Uscocchi, protetti dalla Casa d’Austria, aprì le ostilità contro l’arciduca Ferdinando d’Asburgo. Mariano apparteneva allora alla contea di Gorizia e Gradisca, che faceva parte dell’Arciducato d’Austria. L’esercito della Repubblica di Venezia invase di sorpresa, il 17 dicembre 1615, tutti i paesi della pianura friulana orientale, compreso Mariano, ma fu costretto a fermarsi davanti alla poderosa fortezza arciducale di Gradisca, situata sulla sponda destra del fiume Isonzo. Trovandosi la fortezza militare veneziana di Palmanova alquanto distante da Gradisca, per poter efficacemente appoggiare il suo assedio, il Provveditore veneziano Francesco Erizzo decise di realizzare un acquartieramento ben fortificato nel vicino paese di Mariano, distante pochi chilometri dalla città murata. Il suo Maestro di campo, Pompeo Giustiniani, per proteggere la piazzaforte fece costruire, nel febbraio 1616, dall’ingegnere militare Nicolò Candido intorno all’allora modesto abitato un muro di cinta con un fossato e due sole porte in corrispondenza della strada che lo attraversava. I mercenari al soldo di Venezia utilizzarono spesso l’acquartieramento come mercato per vendere il bottino razziato nei paesi occupati.
Dopo due anni di sanguinosi scontri, ne corso dei quali morirono entrambi i comandanti delle due parti contendenti, Pompeo Giustiniani e il barone Adam von Trautmannsdorf, con alterne vittorie e sconfitte, nel novembre del 1617 si giunse alla composizione del conflitto con una tregua, che lasciò inalterata la situazione territoriale precedente.
Nel corso dei secoli la cinta muraria veneziana di Mariano, soprattutto a causa dell’ampliamento dell’abitato, è andata quasi del tutto distrutta, sono rimasti solo alcuni resti nel settore Nord-Est, dove il perimetro edificato del paese non ha subito variazioni. I resti sono costituiti da due tratti rettilinei di muratura di circa 55 e 30 ml di lunghezza, con interposta la parte inferiore di una torretta a pianta quadrata. Essi hanno una struttura realizzata con pietrame calcareo rozzamente sbozzato.
Questi resti si trovano in uno stato di completo abbandono intaccati sui due lati da una vegetazione infestante che minaccia di scardinare le fondazioni e aprire pericolose crepe nelle parti soprastanti.
I resti delimitano fondi di proprietà privata e sono quindi direttamente inaccessibili, ma potrebbero essere intravvistisi, dopo la ripulitura della vegetazione, dalla strada pubblica principale, la via Dante Alighieri. Attualmente sono visibili dal viottolo campestre che dà accesso agli orti retrostanti all’abitato.
Si tratta di uno dei pochi documenti storici materiali, non situati a Gradisca d’Isonzo, di una delle più importanti guerre che hanno avuto come teatro la zona del Friuli Orientale, la cosiddetta Guerra di Gradisca 1615 – 1617. Lo stato di abbandono di questi resti esige un urgentissimo intervento di restauro. L’edificio residenziale, del quale sono pertinenza, è da anni abbandonato e in fase di avanzatissimo degrado, per cui non è prevedibile un prossimo recupero.
Non ci sono attuali progetti finalizzati al restauro e alla successiva fruizione pubblica di questo raro documento storico, importantissimo per finalità turistiche per un piccolo comune come Mariano del Friuli.
Il Comune ha comunque posto su questo manufatto un vincolo di tutela urbanistica, con l’art. 54 del Piano Regolatore Generale.
RIFERIMENTI STORICO-BIBLIOGRAFICI
Mariano e Corona ieri, oggi, domani. Gorizia, 1968
Miotti,T. Castelli del Friuli III. Le giurisdizioni del Friuli orientale e la Contea di Gorizia. Udine, Del Bianco, s.d.
Piuzzi, Fabio. “L’esercito silenzioso. Il cimitero di Mariano del Friuli all’epoca della Guerra di Gradisca”. In Gaddi, M.; Zannini, A. (curatori). Venezia non è da guerra. L’Isontino, la società friulana e la Serenissima nella Guerra di Gradisca (1615-1617).Udine, Forum, 2008.