Il Parco Nazionale del Matese nasce con la legge di bilancio n. 205 del 2017, quando ormai la lobby eolica internazionale, che in Italia può raccogliere i più alti incentivi d’Europa, aveva già messo mani ed occhi sui suoi territori più straordinari, quegli storici altipiani e pascoli d’altura che avrebbero dovuto diventare oggetto della tutela del parco nazionale.
Nonostante la lunga resistenza democratica delle popolazioni locali, la lobby, dopo aver proditoriamente piazzato le torri eoliche a Roccamandolfi, in Molise, sopra il centro più caratteristico del Matese, è passata ora all’attacco del versante campano e dei suoi grandi altipiani destinati da millenni al pascolo nei Comuni di Pontelandolfo, S.Lupo e Morcone.
La regione Campania, con la vecchia Giunta di Centrodestra, ha consentito la realizzazione di circa 70 torri eolico da 140 metri di altezza, le cui procedure si sono concluse in un clima di contrasti già negli anni 2013 e 2014. Solo in questi giorni i lavori sono in corso su tutto il vasto altopiano di Morcone e Pontelandolfo, destinato per circa 1000 ettari ad usi civici e in gran parte sottoposto a vincolo SIC: luoghi magnifici dove ai piedi del monte Mutria, la più bella montagna del Matese, un intera civiltà pastorale, di riconosciuto valore etno-antropologico sarà cancellata.
Italia Nostra, tutte le grandi associazioni, WWF e LIPU in testa, la competente Comunità Montana, 60 aziende di allevatori, la Coldiretti hanno inutilmente contrastato politicamente questo assalto al paesaggio, alla storia e alla natura.
Alla prova dei fatti, i lavori in corso denotano una violenza insostenibile, che demolisce gli elementi rocciosi caratteristici di questa zona e stanno, con ogni probabilità, mettendo a rischio il grande bacino idrogeologico sottostante a tale altopiano carsico che fornisce acqua potabile. Si sono riscontrati a livello empirico la perdita di una fonte e l’intorbidamento di altre, ma ciò che più conta è l’allarme già autonomamente esteso alla procura della Repubblica da parte di due geologi particolarmente esperti della zona. Su questo particolare aspetto è stata richiamata l’attenzione del ministro dell’Ambiente, in base alle sue recenti competenze in campo idrogeologico, e si è invocato da più parti, sindaci compresi, un suo sopraluogo.
Sono state ignorate le norme sulle zone contermini tra due regioni che prescrivevano la chiamata in conferenza di servizi del Molise e a nostro parere anche le norme della Regione Campania contro il cumulo di centrali autorizzate l’una indipendentemente dall’altra (effetto cumulativo).
Tutti ed Italia Nostra per prima, mentre la devastazione dei cantieri è in corso, chiamano il ministro dell’Ambiente a venire a Morcone, S.Lupo e Pietraroia per esprimersi su un quesito di fondo: può un Parco Nazionale atteso da Trenta anni nascere sotto questa pesante ipoteca? Può nascere un territorio protetto circondato, assediato o addirittura invaso da queste attività industriali le cui macchine e le cui opere producono impatti visibili a decine di km di distanza?
Il Ministro potrà esaminare nel suo invocato sopraluogo l’impatto dei lavori di costruzione delle centrali e la questione idrogeologica. Potrà così farsi una propria personale idea di quelli che dovranno essere i criteri di questo particolare Parco, che tra le altre cose non mette in discussione gli usi civici o le modalità di utilizzo del patrimonio forestale da parte dei Comuni e dei residenti, in una prospettiva di tutela e sviluppo sostenibile.
Luogo | Aerogeneratori già realizzati | Aerogeneratori già autorizzati – realizzazione | Aerogeneratori in progetto | minieolico sparso | Totali |
S. LUPO | 16 da 3,00 MW | 12 da 3,00 MW | 15 con VIA favorevole | + altri | 43 |
MORCONE | 24 da 3,00 MW | 24 | |||
PONTELANDOLFO | 10 da 3,00 MW | + altri | 10 | ||
Totali | 16 Aerogeneratori | 46 Arogeneratori | 15 Aerogeneratori | + altri | 77 |
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