Italia Nostra

Data: 18 Maggio 2021

Nella Giornata Internazionale dei Musei: quale cura per i luoghi della cultura all’Aquila?

È indetta dall’ICOM (International Council of Museums) per il 18 maggio di ogni anno la Giornata Internazionale dei Musei come momento di riflessione sul museo quale “istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo”.

In una città che ha avuto l’ambizione di candidarsi a “Capitale italiana della Cultura 2022” dobbiamo purtroppo denunciare disinteresse, incuria e colpevoli ritardi nel rilancio post-pandemia di luoghi e istituzioni destinati alla conservazione e pubblica fruizione dei beni culturali quali patrimoni della comunità cittadina e della collettività nazionale e, perché no, internazionale.

È clamoroso il caso dell’istituendo Museo comunale di S. Maria dei Raccomandati, al momento del sisma 2009 d’imminente inaugurazione quale museo archeologico, come ha ricordato in una recente intervista il già designato direttore archeologo Vincenzo D’Ercole (“Il Centro”, 12 maggio 2021). Il pregevole letto d’osso rinvenuto da D’Ercole nella Necropoli di Fossa e presentato al pubblico proprio in tale sede è ora conservato nel Museo archeologico di Villa Frigerj a Chieti, e a giorni sarà esposto a Roma nella mostra “Tota Italia” presso le Scuderie del Quirinale. Ebbene l’edificio destinato a Museo archeologico su Corso Federico II è ancora semplicemente puntellato, come da dodici anni (vedi foto).

Non può certo essere di consolazione l’esistenza del prestigioso MuNDA (Museo Nazionale d’Abruzzo) e il meritatissimo riconoscimento di Istituto statale autonomo. Infatti nella pregevole ma contenuta nuova sede nel ben ristrutturato Macello comunale a Borgo Rivera non può ospitare -come spesso ricorda il giornalista e critico d’arte Antonio Gasbarrini- la Galleria d’Arte Contemporanea presente nell’originaria sede del Castello spagnolo, ancora in cantiere di restauro. Talché le opere sono sì conservate, ma difficilmente fruibili, presso il Museo statale delle Paludi di Celano.

Ancora in tema di musei una nota certamente positiva è il recente affidamento del nuovissimo gioiellino costituito dal Museo dei reperti ceramici di San Domenico alle cure, speriamo solerti, dell’Università dell’Aquila per renderlo visitabile e finalmente noto al pubblico.

Ci chiediamo poi se e quando sarà visitabile il sorprendente Museo naturalistico del convento di San Giuliano, in via di restauro e riallestimento grazie ai contributi ministeriali e alle donazioni.

Non sottovalutiamo naturalmente le nuove e prestigiose realtà della Fondazione “Giorgio de Marchis”, con il suo patrimonio specialistico in ambito storico-artistico, e della sede staccata del MAXXI di Roma (Museo dell’Arte del XXI secolo) nel restaurato Palazzo Ardinghelli in P.za S. Maria Paganica, questa ben sostenuta da Italia Nostra in risposta a pretestuose e miopi contestazioni. Ma attendiamo fiduciosi di vedere come si concretizzerà la dichiarata volontà di collaborazione con l’associazionismo culturale cittadino.

Vi sono poi in città altri luoghi di cultura a rischio di declino e taluni a rischio di chiusura.

Parliamo della già prestigiosa Biblioteca “Salvatore Tommasi”, nata a metà Ottocento come biblioteca provinciale il cui progressivo declino per carenza di finanziamenti e di personale si è drammaticamente accentuato con il passaggio alla Regione Abruzzo, come denunciato dalla Deputazione Abruzzese di Storia Patria sin dal settembre 2017. E la sede storica in P.za Palazzo è ancora lì, puntellata e devastata dai piccioni e dalla vegetazione spontanea, visto che si è appena aperta- dopo dodici anni- la procedura di gara per il primo dei tre lotti di lavori. Mentre la sede provvisoria nel Nucleo industriale di Bazzano ha ridotto all’essenziale i servizi al pubblico – non solo causa pandemia- potendo contare solo su quattro addetti.

A imminente rischio di chiusura è poi il vicino Archivio di Stato, visto che a fine anno andrà in pensione quasi tutto il personale.

In ultimo, ma non per ultimo c’è da rilevare quanto poco siano considerati, sostenuti e rilanciati i luoghi di conservazione e studio di ambito naturalistico. Ci riferiamo al Giardino Alpino di Campo Imperatore, voluto dallo stesso fondatore dell’Ateneo aquilano prof. Vincenzo Rivera e di recente affidato alle cure, speriamo anche qui sollecite e adeguate, della stessa Università. Ma ci riferiamo anche all’Orto botanico provinciale situato dietro l’appena restaurata basilica di S. Maria di Collemaggio, da anni non più accessibile ai cittadini e alle scolaresche.

Il declino dei luoghi di conservazione e fruizione del patrimonio culturale è chiaramente indice dell’incapacità della città, nel suo insieme, a rendersi attrattiva e in corsa nella sfida globale post-pandemia sulla qualità della vita per cittadini ed ospiti. Altro che “capitale della cultura”!

 

17-05-2021

Paolo Muzi, Sezione Italia Nostra “Carlo Tobia” L’Aquila

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