Italia Nostra

Data: 21 Settembre 2010

Pesaro: Salviamo il Monte dei Sospiri e il Monte Macinara

Italia Nostra esprime vivo apprezzamento per le parole di Vittorio Sgarbi di forte dissenso verso gli impianti eolici di Apecchio e nel resto della provincia. La nostra associazione è da sempre in prima linea contro i mostri eolici che minacciano il paesaggio italiano con torri alte fino a 150 cento metri.

È un attacco insostenibile a quello che possiamo considerare il bene più prezioso del nostro Paese insieme al patrimonio culturale con il quale è strettamente connesso: si pensi a quante pievi, abbazie, torri, castelli, siti archeologici siano inseriti nello splendido paesaggio italiano e a quanti pittori abbiano riprodotto nei loro capolavori questo bene di inestimabile valore, Giovanni Bellini, Piero della Francesca, Raffaello, Perugino, Pinturicchio, solo per citare alcuni tra i più grandi.

Vorrei mettere in evidenza che il comune di Apecchio sarà tra i più colpiti se oltre ai due impianti eolici previsti – Monte Macinara e Monte dei Sospiri – sarà realizzato, a distanza di venti metri dalle turbine, il metanodotto Brindisi-Minerbio, trasformando un incontaminato territorio montano in una vera e propria area industriale.

Nel progetto infatti sono previsti scavi per le fondazioni delle turbine, allargamento delle carreggiate esistenti, realizzazione di piazzole e nuove vie di penetrazione per consentire ai mezzi pesanti di raggiungerle. Ma non è finita: l’energia sarà trasferita a Sant’Angelo in Vado con un elettrodotto interrato lungo 16 chilometri che andrà a intersecare il fiume Metauro e perfino il tracciato del metanodotto Brindisi Minerbio. Che follia! Che incubo!

Attualmente in Regione sono all’esame di Valutazione di Impatto Ambientale dieci impianti eolici nella nostra provincia: Monte dei Sospiri e Monte Macinara (Apecchio), Monte San Lorenzo (Acqualagna-Cagli), Monte il Cerrone (Mercatello sul Metauro), Infilatoio (Frontone), Monte del Picchio (Urbania), Monte dei Torrini (Piobbico), Piano Rotondo (Pergola), località La Bigotta (Casteldelci). Per tutti questi impianti si consideri che oltre alle altissime torri, fondazioni, piazzole e nuove infrastrutture, andranno realizzati chilometri di elettrodotti verso le stazioni di arrivo.  Uno sfascio del territorio per di più inutile, perché se le pale sono sempre ferme in Sicilia, come già denunciato in varie occasioni proprio da Vittorio Sgarbi, quindi in un’isola maggiormente esposta ai venti, figuriamoci quanto potranno muoversi tra le nostre montagne, dove il vento è più debole e nel corso della giornata cambia spesso direzione, mentre le turbine sono fisse. E’ noto che si tratta di una speculazione che sfrutta gli incentivi altissimi riservati a questo tipo di produzione energetica che vengono poi caricati sulle nostre bollette. Cioè li pagano i cittadini, aggiungendo al danno (sul territorio) la beffa (delle bollette più care). Qualcuno si è chiesto perché non si sente parlare di eolico per il nord? È evidente che in questo sciagurato disegno industriale, favorito da governo e regioni, si è scelto di escludere le montagne del nord, per non danneggiarne il paesaggio e il turismo alpino. E perché noi dovremmo accettare lo scempio del nostro territorio e delle nostre risorse ambientali?

La Sezione di Pesaro e Fano

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