Italia Nostra

Data: 9 Febbraio 2024

Il “Medagliere” sotto la lente di ingrandimento

Prot. n. 18/2024
 

Il “Medagliere” sotto la lente di ingrandimento: l’importante esposizione di monete e di oggetti preziosi custoditi al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi è stata visitata, domenica 4 febbraio, da un nutrito gruppo di soci della sezione di Italia Nostra Melilli in preparazione dell’importante e prestigioso evento su Bernabò Brea che si terrà nella Sala del Consiglio Comunale della Cittadina Iblea il 17 e 18 febbraio prossimo.

L’ allestimento si trova al piano seminterrato dell’edificio, una enorme porta blindata protegge l’inestimabile valore delle monete custodite all’interno delle sale.

Varcata la soglia, il gruppo si avvicina alle teche di vetro per ascoltare Rosalba Riccioli “nostra speciale guida”: il Medagliereviene aperto al pubblico nel 2010, e riprende con nuovi ritrovamenti ed acquisizioni la precedente esposizione, allestita nella sede di piazza Duomo, negli anni sessanta del Novecento dal Soprintendente alle Antichità della Sicilia Orientale, il prof Luigi Bernabò Brea.

Espone migliaia di monete di età greca, bizantina, islamica, normanna, sveva e moderna; molte sono quelle emesse dalla zecca di Siracusa durante il lungo periodo che va dalla fine del VI secolo a. C a quello della conquista romana del 212 a. C.; le monete siracusane provengono dai ritrovamenti degli scavi e dalla collezione Pennisi, acquistata nel 1987 dalla Regione Sicilia. Le produzioni della zecca di Siracusa sono molto importanti, esse costituiscono un riferimento significativo per lo studio della moneta greca, per la loro varietà e l’emissione di lunga durata. “La moneta non è solamente un semplice oggetto metallico destinato allo scambio, essa è “una voce parlante”, racconta la storia del passato: eventi agonistici, imprese militari, mitologia”, espressa nelle raffigurazioni create che sono di una finezza artistica sbalorditiva.

La fabbricazione della moneta richiedeva fasi lavorative che coinvolgevano diverse figure di prestatori d’opera; abilità manuale e tanta energia appartenevano al malliator, colui che usava il maglio, un grosso martello per battere il conio, e imprimeva il diritto e il rovescio contemporaneamente; e poi c’erano i signatores, quelli che incidevano i coni; i fonditori dei metalli; i controllori del peso delle monete; i dispensatores: gli addetti alla contabilità.

A dare valore alla moneta era il peso del metallo prezioso che la costituiva, e ne determinava il suo potere d’acquisto.

Nella vetrina 13 osserviamo, a turno, con l’utilizzo della lente d’ingrandimento, messa a disposizione del visitatore, le monete siracusane datate intorno al 510-500 a.C.: sono dei tetradrammi che raffigurano al D/ (conio d’incudine) l’immagine della quadriga, d’ispirazione agonistica, e che rappresenta il tipo caratteristico delle emissioni della città; l’immagine del rovescio R/(conio martello) riproduce una testa muliebre (Arethusa) , inizialmente posta al centro del quadrato incuso , successivamente ,attorniata da delfini, occupa l’intero campo monetale. La figura del delfino, sacro agli dei, è un simbolo ricorrente nella monetazione greca.

Alla fine del V secolo e nei primi decenni del IV secolo la produzione raggiunge la migliore espressione artistica tanto da riportare la firma dei maestri incisori. Il vetro della lente ingrandisce e rende leggibile il nome di Kimon, uno, tra i più conosciuti del tempo.

Le città stato dell’Italia meridionale e della Sicilia quando iniziano a battere moneta adottano i sistemi dei pesi localmente in uso; importati dall’oriente e anche dalla stessa Grecia prima dell’arrivo dei coloni.

L’evolversi dei sistemi monetali, dettato dalla necessità di agevolare i rapporti e gli scambi commerciali tra le popolazioni delle città greche e quelle indigene, si realizza pienamente nel 460 a.C. quando tutte le colonie della Sicilia decidono di battere moneta con lo stesso sistema ponderale: l’eubeico attico, quello in uso nella città aretusea. 

Di mirabile fattura appaiono i decadrammi “Damareteie” dal nome di Damarete, moglie di Gelone, tiranno di Siracusa dal 485 a.C. al 478 a.C. Secondo quanto narra lo storico Diodoro Siculo l’emissione di queste monete furono finanziate dal donativo ricevuto dai Cartaginesi, vinti nella battaglia di Himera, per i quali Damarete, intercedendo presso il marito, riusci ad ottenere condizioni di pace più miti.

L’interessante visita ad un certo punto si interrompe perché il gruppo deve raggiungere il parco archeologico della Neapolis, incluso nel programma della giornata.

Cosi si decide di rinviare ad altra data il completamento conoscitivo del Medagliere dedicato ai gioielli e monete di età successive, con la promessa della coinvolgente Rosalba di guidarci anche durante la prossima visita.

Una luce solare particolare, come solo in Sicilia sa essere, piena di riflessi, accompagna il gruppo che attraverso una scalinata in legno, raggiunge la sommità del colle Temenite. Qui, Enrica De Melio nostra guida fa notare alle spalle del teatro, sulla parete rocciosa l’esistenza di una grotta con nicchie laterali, al suo interno scroscianti acque segnalano la presenza dell’antico acquedotto greco. Volgendo lo sguardo verso il basso si ammira tutta la magnificenza del teatro: costruito nel V secolo a.C., è il più grande teatro di tutto l’occidente; il luogo dove si trova, non fu una scelta casuale, i greci valorizzavano molto la visione panoramica, e sicuramente lo spettatore antico poteva stendere lo sguardo fino ad Ortigia e al porto grande. La forma strutturale del semicerchio veniva realizzata per assicurare una buona acustica da tutte le angolazioni, questa, chiamata cavea, ospitava gli spettatori, i gradini, scavati nella roccia, sono divisi in nove settori da scalinate; lo spettacolo si svolgeva nello spazio di forma circolare chiamato orchestra, ai piedi della cavea. L’edificio scenico, che si trovava limitrofo all’orchestra, non più esistente ma visibile, nell’immaginario, dai tagli realizzati nella roccia, fungeva da sfondo e da luogo dove gli attori cambiavano i costumi di scena.

In merito all’uso del teatro, lo storico Luciano Canfora nel suo libro, Storia della Letteratura greca, scrive “Prestigio durevole, se si considera la grande richiesta di teatro Euripideo da parte dei siracusani e di altre città della Sicilia, di cui parla Plutarco negli ultimi capitoli della Vita di Nicia, quando i prigionieri ateniesi erano riusciti a riscattarsi recitando pezzi di tragedie Euripidee.”

Il gruppo continua il suo percorso all’interno del Parco Archeologico e raggiunge le grandi grotte artificiali di roccia calcarea: l’Orecchio di Dionisio e la Grotta dei Cordari.

L’Orecchio di Dioniso deriva il suo nome dalla particolare forma ad arco a sesto acuto che lo rende simile ad un orecchio, a dargli questa denominazione pare sia stato il Caravaggio in visita a Siracusa durante il suo viaggio di ritorno da Malta.

Si trova nell’antica latomia del Paradiso, ed è famosa per la particolare acustica che amplifica il suono di ben sedici volte. Secondo la leggenda, il tiranno Dionisio, nascosto in una cavità superiore, ascoltava i segreti discorsi dei prigionieri segregati all’interno.

La Grotta dei Cordari, anch’essa cava di pietra da dove estrarre blocchi calcarei per le costruzioni, divenne, successivamente, un luogo dove i fabbricanti di corda siracusani svolgevano il loro lavoro: l’umidità e l’ampiezza degli ambienti consentiva di stendere le fibre vegetali e trasformarli in fili. L’attività dei cordari è cessata nel 1983.

La giornata esplorativa dei soci di Italia Nostra Melilli si è conclusa nel tardo pomeriggio con la gita in barca sulle tranquille acque del mar Ionio tra riverberi di luce e brezza marina.

 

Felica Saraceno

Segretaria Consigio Direttivo IN Melilli

 

IN Gruppo Sul Colle Temenite
Medagliere 2024 02 04 At 19.30.47
IN Barca 2024 02 04 At 15.31.56
IN Gruppo Con Enrica De Melio Nostra Guida
IN Guppo Al Medagliere Con La Nostra Guida Speciale
IN Guppo Al Medagliere 2024 02 04
previous arrowprevious arrow
next arrownext arrow
Shadow

Ci daresti una mano?

Regalati la tessera di Italia Nostra e donala ai tuoi amici per proseguire una storia lunga oltre 65 anni di iniziative, progetti e battaglie per il Paese.

Italia Nostra
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy