Italia Nostra

Data: 13 Novembre 2014

Ancora Mediapolis? Ma dov’è la credibilità economica?

Nei giorni scorsi diverse testate sono tornate a parlare di Mediapolis, commentando l’inaugurazione di un omonimo Parco a tema finlandese che a differenza dell’iniziativa del Canavese sarebbe stato realizzato in soli quattro anni. Da questa notizia gli articoli prendono le mosse per commentare ancora una volta i nefasti ritardi della burocrazia italiana, per citare una lettera del Presidente Chiamparino che avrebbe confermato la disponibilità della Regione “a valutare con interesse la proposta di realizzare il Vostro Parco a tema su altri siti” e per dare notizia di una lettera firmata da 17 Sindaci del Canavese in sostegno della ripresa del progetto. Nel caso della Mediapolis italiana, il mancato inizio dei lavori non è certo dovuto a responsabilità degli Uffici Regionali ma è conseguenza degli aspetti fortemente negativi del progetto: collocato su area agricola e soggetta a periodiche esondazioni per cui – al di là di un enorme consumo di suolo del tutto ingiustificato – avrebbe richiesto costi molto maggiori e anch’essi inutili per la difesa dal rischio idrogeologico, oltre a rovinare un’area intatta nelle sue caratteristiche naturali e paesaggistiche.

A questa criticità si aggiunge la situazione della Società promotrice Mediapolis, su cui pende una istanza di fallimento e che si è vista rifiutare dal Tribunale di Ivrea la propria domanda di concordato preventivo. Di fronte a ciò, infatti, la controllante Clear Leisure ha dovuto sottoscrivere un aumento di capitale per € 200mila per pagare “onorari professionali”: aumento di capitale – per il momento sottoscritto in parte – che porterà la partecipazione di Clear Leisure dal 69,5% al circa 88%. Ciò conferma la precaria situazione economica di Mediapolis e l’assoluta sottocapitalizzazione che – al di là della istanza di fallimento – dimostra comunque l’assenza di qualsiasi garanzia finanziaria per la attuazione del progetto, che è comunque un presupposto per qualsiasi sbocco nella procedura.

La stessa Mediapolis sembra essersi resa conto della impossibilità di procedere secondo il progetto iniziale, per cui propone (per la seconda volta) di spostare la realizzazione del Parco a tema togliendolo da aree agricole e ubicandolo su un’area industriale dismessa (Scarmagno); mentre la stessa Regione sarebbe disponibile alla nuova operazione.  Se così fosse le Associazioni di tutela ambientale avrebbero vinto definitivamente la loro battaglia: intesa ad evitare l’ulteriore consumo di suolo per un progetto su cui si nutrono seri dubbi anche per le (conclamate) ricadute occupazionali a favore degli abitanti del Canavese. Vi sono tuttavia forti perplessità anche su questa nuova operazione, in quanto sia la Valutazione di Impatto Ambientale sia le autorizzazioni amministrative non possono certo essere spostate a piacimento su un territorio diverso da quello a cui si riferiscono; e quindi si tratta di procedure che dovrebbero essere avviate ex novo. Si può anche aggiungere che il cambio di località forse non dipende da sensibilità ambientale, quanto dalla circostanza che il Piano Particolareggiato e anche la procedura di VIA compiute per il terreno di Albiano sono definitivamente scaduti; e quindi appare impossibile insistere sul progetto originario, come richiede la lettera dei 17 Sindaci della zona.

La lettera tuttavia segnala gli sforzi che la Società sta compiendo per sottoscrivere l’aumento di capitale deliberato, che servirebbe a pagare il debito di Banca Leonardo, e quindi a far revocare l’istanza di fallimento. Sul punto le speranze dei Sindaci sembrano del tutto azzardate: considerando che – se l’aumento di capitale servisse a pagare uno dei debiti – non solo lascerebbe la Società in condizioni economiche del tutto insicure e insufficienti; ma in caso di fallimento, il pagamento fatto al creditore verrebbe sicuramente revocato.

Indipendentemente dal fallimento (giudiziario), non vi è dubbio che il progetto sia ormai irrealizzabile; per cui più presto la Regione ne prenderà atto meglio sarà per tutti.

FAI – Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Pro Natura Torino, WWF Piemonte

 

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