La collocazione delle “fantozziane” panchine nel già martoriato piazzale della Libertà mi costringe a intervenire per chiederne la rimozione nel minor tempo possibile. Già l’abbattimento delle tamerici, ma quella del taglio seriale è ormai una prassi consolidata, la sparizione di qualunque elemento vegetale – per carità tutto questo verde deturpa – avevano ampiamente compromesso l’assetto urbanistico dell’area che è caratterizzata da due elementi di grande rilevanza architettonica e storico artistica, il Villino Ruggeri e la Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro. Il cemento e la pietra grigia della piazza si estendono fino all’elegante recinzione della villa che è decorata con rilievi floreali persino nel muretto esterno di forma convessa e sormontato da una ringhiera in ferro battuto che sostituisce e richiama l’originale perduto nel 1936 per fornire “ferro alla patria”.
Sarebbe stato necessario prevedere una fascia di rispetto a fronte di una delle espressioni più significative e originali dell’architettura Liberty in Italia e confido che sia ancora possibile farlo. Le sgargianti panchine di Fantozzi sono incompatibili con la raffinata ed esuberante decorazione a rilievo delle facciate della villa e ancor più con la monumentale sfera in bronzo di Arnaldo Pomodoro cha abbiamo la fortuna di ospitare a Pesaro. La qualità altissima di questa scultura, la perfetta sistemazione al centro dello specchio d’acqua della vasca che riflette la sua immagine e la introduce al mare, rendono ancora più stridente il contrasto con queste goffe installazioni che spero siano al più presto rimosse.
È stato un errore stravolgere viale della Repubblica con un arredo inadatto al suo contesto urbanistico caratterizzato dalle ville che connotano la città giardino e le danno un’impronta peculiare e ineludibile; tanto più è inopportuno imporre questo stile anche al piazzale della Libertà in un fallimentare tentativo di sostituire la grandezza del passato, anche recente, con la banalità del presente.
Federica Tesini – Presidente della Sezione di Pesaro e Fano