Italia Nostra

Data: 19 Giugno 2016

Sicilia devastata dalle fiamme: in 48 ore in fumo più di 5 mila ettari di territorio

“Un paradiso abitato da diavoli”. Questa la definizione che Goethe consegna alla storia all’indomani del suo viaggio in Italia e in Sicilia, compiuto tra il 1786 e il 1787. Ma veniamo ai nostri tempi. In due giorni (16-17 giugno 2016) in Sicilia è andata in fumo più macchia mediterranea e boschiva rispetto a quella distrutta dagli incendi in un intero anno nel 2013 e da giugno e ottobre del 2015. Nelle quarantotto ore di fuoco, in cui è bruciata mezza Sicilia, sono divampati contemporaneamente 800 roghi e incendiati 5.626 ettari di territorio (di cui 3.747 non boschiva). A tracciare un primo drammatico bilancio è la Regione Siciliana, che stima danni per 30 milioni di euro (per il solo rimboschimento) e annuncia misure eccezionali anche per la prevenzione degli incendi. In 48 ore, complice il vento di scirocco e temperature record (con la colonnina di mercurio che giovedì segnava quasi 46 gradi), il 16 e il 17 giugno 2016 nell’Isola sono andati persi 5.626 ettari di territorio, contro i 5.282 bruciati da giugno e ottobre dello scorso anno in 707 incendi. I danni più ingenti provocati dai roghi si contano nella provincia di Palermo, dove sono andati in fumo 3 mila ettari di superficie (2.100 non boscati), nel Messinese (1.200) e in provincia di Agrigento (870). Sull’origine dolosa dei roghi – scoppiati contemporaneamente – non ci sono dubbi.

Leandro Janni – Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia

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news del 17.06.2016

La Sicilia brucia, soffoca tra scirocco e malaffare

La Sicilia brucia, soffoca. L’estate siciliana del 2016 si apre con una serie spietata di incendi. Scenari sconvolgenti ieri e oggi (16-17 giugno 2016) in diverse aree dell’Isola, dove, favoriti dal forte vento di scirocco, si sono propagati numerosi incendi che stanno provocando seri danni e disagi, hanno costretto molti cittadini a lasciare le loro abitazioni, hanno portato alla chiusura di strade, autostrade e ferrovie e stanno impegnando seriamente uomini  e mezzi della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco. Le zone più colpite sono quelle del Palermitano, ma roghi sono scoppiati anche nel Messinese, nell’Agrigentino e nel Trapanese. Emergenza sulle Madonie: evacuazioni a Cefalù e in altri centri urbani. Fiamme intorno a Palermo. Canadair fermi per il forte vento, chiusa la Palermo-Messina. A causa dello scirocco un aliscafo si schianta contro la banchina a Stromboli. Insomma: una situazione grave e preoccupante. Una situazione che si ripete annualmente. Inesorabilmente.

Diverse squadre dei Vigili del fuoco sono giunte da tutta la Sicilia per spegnere le fiamme che si sono sviluppate nel cuore delle Madonie, da Cefalù a Collesano, da Gratteri fino all’autostrada Palermo-Messina. A Palermo, secondo le rilevazioni di Meteonetwork.it., alle 14.30 si sono registrati 45,7 gradi. All’aeroporto palermitano di Punta Raisi, alle 15.00, si sono registrati 44 gradi. L’autostrada A20 Palermo-Messina, tra gli svincoli di Buonfornello a Castelbuono, èstata alungo chiusa in entrambe le carreggiate a causa degli incendi che stanno lambendo anche alcune costruzioni e alberghi della zona. Chiusa a causa degli incendi anche la statale 113, tra Lascari e Cefalù. Evacuata dai vigili del fuoco la galleriaBattaglia sull’autostrada Palermo-Messina,nei pressi di Celafù. Diverse auto sono rimaste bloccate all’interno della galleria invasa dal fumo. Evacuazioni anche a Palermo. Un grosso  incendio infatti è divampato in città. La Polizia ha fatto evacuare alcuni edifici nella zona delle case popolari in via Fileti. Fiamme anche in via Bonanno. Sono impegnati nel rogo anche i Carabinieri, i Vigili del Fuoco e gli agenti del Corpo Forestale. Un altro grave incendio è divampato su Monte Pellegrino. Bruciati alberi, sterpaglie e macchia mediterranea. Il fumo è visibile da ogni punto della città. Il Comune di Palermo ha disposto che in seguito al forte vento e fino a cessata situazione di pericolo, tutti i giardini e i parchi comunali resteranno chiusi. Paura a Monreale: a causa di un incendio partito da Monte Caputo, un asilo nido è stato evacuato. Una cinquantina di bambini sono rimasti intossicati dal fumo e sono stati trasportati all’ospedale Ingrassia, ma sono stati poi dimessi. A causa di un incendio tra Carini a Cinisi è chiusa, in entrambe le direzioni,l’autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo. Fiamme sono segnalate anche sulla Palermo-Catania, negli svincoli tra Villabate e Bagheria. Numerosi roghi si sono sviluppati anche in provincia di Messina, nei comuni che ricadono all’interno del Parco dei Nebrodi – Santo Stefano di Camastra, Capo d’Orlando e Torrenova – anche per il forte vento che ha esteso il fronte del fuoco. A Santo Stefano la situazione è particolarmente grave nelle contrade Tudisca e Torrazza, con i residenti costretti ad evacuare le loro case. Situazioni critiche anche a Capo d’Orlando. A Torrenova diversi incendi stanno lambendo alcune abitazioni.

«Nella giornata di oggi (giovedì 16 giugno 2016) – afferma il vicepresidente della regione Mariella Lo Bello–si sono verificati ben 81 incendi e la situazione è molto grave. I danni all’ambiente e alle attività produttive sono ingenti. Valuteremo la richiesta di stato dicalamità. Certamente, dietro a questi incendi c’è la mano di delinquenti e c’è un disegno criminale». Preoccupazione e sdegno ha espresso anche il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta.

ll fenomeno dei roghi estivi non è affatto nuovo nell’Isola. Anzi, negli ultimi anni è una costante. Noi di Italia Nostra riteniamo che anche in questa occasione sia stato sferrato, dalla mafia, dalla criminalità organizzata, un attacco di tipo militare al paesaggio, al territorio siciliano. Gli incendi possono essere considerati un vero e proprio crimine a danno del patrimonio comune. Incendi in gran parte di carattere doloso. Incendi che vengono appiccati soltanto per fini speculativi: dalla criminalità organizzata – come dicevamo, ma anche da pastori e agricoltori presenti nel territorio. C’è, inoltre, chi spera di ricavare un vantaggio dai finanziamenti destinati alle attività di spegnimento e c’è chi vuole assicurarsi un futuro lavoro legato alle attività di rimboschimento. Un quadro tragico e surreale, in un contesto nazionale e regionale che vede la drastica riduzione delle risorse economico e finanziarie finalizzate alla tutela dei territori.

Sia chiaro, comunque: i roghi non lasciano alcuna possibilità di sviluppo alle economie locali. E di certo c’è bisogno di migliorare la qualità degli ambienti naturali, dei paesaggi agrari, forestali e marittimi, perché rappresentano una fonte di ricchezza in vista di una crescita che possa essere pienamente ecosostenibile. E di certo i soldi non si fanno bruciando aree verdi, ma tutelandole e lavorando insieme alla parte migliore del Paese per alimentare sviluppo e occupazione, migliorare la qualità del nostro vivere.

Leandro Janni – Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia

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