Indirizzo/Località: Via Roma, 68 Capua (Caserta)
Tipologia generale: museo
Tipologia specifica: museo provinciale
Configurazione strutturale:. museo ospitato nel quattrocentesco palazzo Antignano e comprende (ampliamento) anche il settecentesco ex monastero della Concezione nel centro storico di Capua – 32 sale di esposizione, tre cortili e ampio giardino più una biblioteca che conserva 70.000 volumi.
Epoca di costruzione: istituito con Decreto Reale il 21 agosto del 1869 aperto al pubblico il 31 maggio 1874
Comprende: Palazzo Antignano (1450 – 1454) e l’adiacente settecentesco ex Monastero della Concezione
Uso attuale:.museo
Condizione giuridica: proprietà della provincia di Caserta
Segnalazione: del 25 ottobre 2016 – segnalazione della sezione di Caserta di Italia Nostra – caserta@italianostra.org
Motivazione della scelta
Il Museo Provinciale Campano di Capua (noto anche come Museo Campano) è un museo storico dell’antica Campania (poi di Terra di Lavoro e oggi compresa nella Provincia di Caserta), oltre che uno dei più importanti della Campania e d’Italia. Conserva la più importante collezione mondiale di Matres Matutae, dette anche Madri di Capua, provenienti dall’antica Capua, l’attuale territorio del Comune di Santa Maria Capua Vetere e il più grande lapidarium (insieme di epigrafi, steli e lapidi su pietra di epoca sostanzialmente romana) dell’Italia meridionale.
Istituito con Decreto Reale il 21 agosto del 1869, fu aperto al pubblico il 31 maggio 1874, con sede nel centro storico di Capua in Palazzo Antignano (1450 – 1454), in seguito ampliata fino a comprendere l’adiacente settecentesco ex Monastero della Concezione. Nel 1933 si ritenne opportuno un riordinamento delle numerose collezioni presenti all’interno di esso che fu curato dal prof. Amedeo Maiuri. Il 9 settembre 1943, in piena seconda guerra mondiale, gli alleati anglo-americani bombardarono la cittadina, che riportò gravissimi danni ad abitazioni e monumenti, alcuni dei quali furono rasi al suolo; la stessa sede museale di palazzo Antignano subì danni notevoli alla struttura, mentre le opere furono messe al sicuro, prima dei bombardamenti, grazie all’iniziativa dell’allora direttore Luigi Garofano Venosta. Dal 1945 si procedette ai lavori di ricostruzione, durati fino al 1956, anno in cui avvenne la riapertura. Dopo la riapertura del 1956 furono risistemate le varie sale tanto da riacquistare una nuova immagine e da mostrarsi al pubblico in due reparti: Archeologico e Medioevale in 32 sale di esposizione, tre cortili ed un ampio giardino. Fu collocata all’interno la biblioteca di Terra di Lavoro nella quale sono custoditi 70.000 volumi. Una ulteriore chiusura ci fu nel 2009, dovuta a lavori di rimodernamento e riqualificazione funzionale. Il 28 marzo 2012, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il suggestivo Museo Campano, completamente riqualificato, ha riaperto le sue porte ai visitatori.
Proprietà della provincia di Caserta, il museo sta subendo un rapido declino per la totale mancanza di governance. Con l’abolizione delle provincie il Museo Campano si trova oggi in una situazione di stallo. Il personale, dipendente della Provincia ma i cui stipendi vengono pagati dalla Regione, è sotto organico. Da tempo manca di un direttore e c’è la totale assenza di strategie di valorizzazione e la programmazione culturale è completamente mancante. Per questo museo, come per tutte le altre strutture provinciali, la situazione è poco chiara ed estremamente problematica.
Da quando le provincie sono state dismesse, parte delle competenze sono passate alle Regioni che, però, fanno fronte solo ai costi delle utenze e del personale.
Il Museo Campano con il suo ricchissimo archivio, la biblioteca, le numerose raccolte si presenta naturalmente come un soggetto proponente, uno spazio di ricerca, non solo un mero custode di oggetti antichi, ma un servizio al territorio. Non può essere quindi rilegato ad una semplice questione di centro di costo.