Italia Nostra

Data: 14 Novembre 2012

Alluvioni, va messo in sicurezza il Paese

Rinunciando ad alcune inutili grandi opere dai costi elevatissimi e dagli impatti ambientali enormi – per esempio il progetto del ponte sullo stretto – possiamo recuperare  subito 10 miliardi per la messa in sicurezza del territorio, la prima grande opera pubblica necessaria al Paese. Chiediamo al Governo il coraggio di scegliere.

Appello al Governo nazionale: “Il coraggio di scegliere”

La prima grande opera pubblica necessaria al Paese è la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico in Italia. La mancata prevenzione ci è costata, solo dall’ottobre 2009, oltre 1milione di euro al giorno, senza contare la drammatica perdita di vite umane, di affetti e di beni personali. Chiediamo al Governo nazionale di rinunciare ad alcune grandi opere pubbliche palesemente inutili e dannose per il nostro Paese per recuperare risorse per la tutela e la sicurezza del territorio. Il Governo, evitando di continuare a investire in alcuni grandi interventi infrastrutturali in via di realizzazione, potrebbe disporre da subito di circa 10 miliardi di euro, (derivanti da previsioni di spesa e non da impegni, che quindi si possono rinviare), da destinare alla prevenzione e alla mitigazione del rischio idrogeologico.

Chiediamo che queste risorse sostengano l’attuazione del Programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, proposto dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Vista l’entità degli investimenti necessari e l’urgenza delle azioni da mettere in campo, condividiamo e sosteniamo la proposta del Ministro Corrado Clini alla Commissione Europea, di derogare al patto di stabilità la spesa prevista per gli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico. Il territorio e i fiumi italiani hanno oggi più che mai bisogno di una concreta ed efficace politica di tutela ambientale, di prevenzione e mitigazione del rischio e di un’alleanza di tutti i soggetti portatori d’interesse: le imprese, gli enti competenti, gli esperti, le università, gli enti di ricerca, i soggetti professionali e le amministrazioni locali, con l’obiettivo comune di avanzare proposte d’intervento anche al fine di ottenere e indirizzare le risorse necessarie. Un’intesa su cui costruire un processo di partecipazione e condivisione che individui gli interventi prioritari e quelli di medio periodo e ne garantisca una corretta attuazione, con l’obiettivo di coniugare la mitigazione del rischio idrogeologico con la tutela ambientale.

Hanno aderito:

Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente

Graziano Delrio, presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia

Enrico Rossi, presidente Regione Toscana

Luca Mercalli, climatologo, metereologo

Ilaria Borletti Buitoni, presidente FAI

Marco Parini, presidente Italia Nostra

Carlo Petrini, presidente Slow Food

Franco Iseppi, presidente TCI

Mario Tozzi, geologo CNR

Gianvito Graziano, presidente Ordine dei Geologi

Leopoldo Freyrie, presidente Consiglio nazionale degli architetti

Andrea Sisti, presidente Ordine nazionale dottori agronomi e forestali

Umberto Martini, presidente generale del Club Alpino Italiano

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Comunicato del 14 novembre ricevuto dalla Sezione di Firenze (con Associazione ‘Vivere in Valdisieve’ – AssoValdisieve – Comitato Valdisieve): “Alluvione in Toscana”

Mentre l’Italia è divisa in due proprio a causa delle alluvioni in Toscana, che è sommersa dall’acqua per le ultime piogge di portata eccezionale, mentre si registrano di nuovo la perdita di vite umane e danni ingenti al territorio, mentre si mette ancora a dura prova la resistenza delle popolazioni coinvolte in questi disastri in cui protezione civile, esercito e volontari si rimboccano le maniche per aiutare e attenuare i disagi, in Toscana ci si fa belli dato che  “ abbiamo” – come dichiara il Presidente Rossi – “unici in Italia, una legge regionale che, blocca l’edificazione negli alvei dei fiumi e nelle zone ad alto rischio idraulico”. Da ricordare che questa tematica è già disciplinata, oltre che da Leggi nazionali anche dalle Norme dell’Autorità di Bacino (ci mancherebbe altro che si consentisse di costruire ANCHE nei letti e negli alvei dei fiumi o golene che siano! Purtroppo però oltre i 10 metri si può fare). Per precisare: le costruzioni negli alvei sono regolamentate dall’art. 1della LR 21/2012, che è rimasto quasi invariato rispetto al precedente della LR 66/2011 (approvata d’urgenza dopo le alluvioni dell’autunno scorso) un articolo che riguarda al massimo una distanza di 10 metri dalle sponde del fiume. Ma le costruzioni in aree a pericolosità idraulica molto elevata cioè oltre i 10 metri, sono invece descritte nell’art.2 della stessa LR 21/2012, un articolo, che nella prima redazione era un utile baluardo nella difesa dal rischio idrogeologico (art. 142, LR 66/2011) e che risulta completamente ‘stravolto’ nella  legge successiva, solo di pochi mesi, a quella che sarebbe stata davvero risolutiva… (continua a leggere il comunicato stampa)

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Contributi

“Rischio idrogeologico: piani di bacino  e protezione civile di Giovanni Gabriele, Consigliere nazionale Italia Nostra

Vai alla pagina del Convegno e guarda la documentazione “Questi fiumi…lasciamoli uscire”, 9 novembre 2012

Alle alluvioni che lo scorso anno colpirono le Cinque Terre, la Lunigiana e Genova per poi toccare tutto il Paese è stato dedicato un numero speciale del Bollettino (num. 466) “Italia sott’acqua”

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