Per contrastare l’insabbiamento della bocca del porto, si propone – oltre a un continuo dragaggio – la costruzione di una diga lunga 50 metri disposta ortogonalmente ai moli esistenti. L’unità fisiografica, di cui fa parte la nostra spiaggia, attraversa una fase evolutiva rapida e molto accentuata in cui prevalgono consistenti arretramenti di costa. Nell’ultimo secolo sono andati perduti più di 1000 metri di costa con un tasso di erosione di 20 metri l’anno. Particolarmente colpite sono Marina di Pisa, Marina di Carrara e di Massa e Marina di Cecina, dove le opere a mare del nuovo porto turistico in costruzione hanno aggravato una già grave erosione che sta rapidamente distruggendo quella spiaggia.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) mette in guardia dal progettare e installare manufatti in aree costiere: rigidi interventi di tipo ingegneristico interagiscono con le tendenze evolutive del litorale e lo degradano. I successivi tentativi di ripristino e mitigazione peggiorano la situazione.
Tutto ciò, purtroppo, è quanto avviene ovunque e quotidianamente: gli esempi li abbiamo sotto gli occhi.
Nelle coste a basso fondale e soggette a forte dinamismo dei sedimenti, come a Viareggio, il problema fondamentale, addirittura fondamentale, dei porti è l’insabbiamento dell’imboccatura. È dubbio, però, che la costruzione di una diga, come quella proposta, possa risolvere questo problema: per impedire l’aggiramento dei sedimenti, la diga, in una costa a basso fondale e composta da sedimenti sciolti dovrebbe avere altra lunghezza ed altra profondità.
Opere rigide, come quella che si intende costruire, oltre a non impedire l’insabbiamento della bocca del porto, ostacolano le tendenze evolutive naturali del litorale e impediscono il libero propagarsi delle correnti e delle onde. Delle correnti litoranee, modificano in modo imprevedibile la direzione e, delle onde (di cui aumentano l’entropia), modificano la distribuzione dell’energia, innescando processi di degrado della costa di difficile, se non impossibile, controllo. E gli effetti, che si riscontrano anche a grande distanza, sicuramente nelle spiagge versiliesi, possono essere ulteriormente aggravati dall’innalzamento del livello del mare e da tempeste e mareggiate (oggi purtroppo sempre più frequenti) legate ai cambiamenti climatici. Direttive e progetti europei di gestione delle coste (EUROSION, primo tra gli altri) raccomandano l’abbandono di interventi “pesanti” (costruzione di frangiflutti e dighe in calcestruzzo), e promuovono l’adozione di sistemi flessibili ed adattabili, tenendo sempre presente il “principio di precauzione”.
Per questo suggeriamo al Sindaco una profonda riflessione prima di approvare progetti come questo.
Antonio Dalle Mura
Presidente della Sezione di Versilia